F1 | Cosa ci dicono i test di Barcellona?

F1 | Cosa ci dicono i test di Barcellona?

1 Marzo 2020 0 Di Nicola Cobucci

Terminati i test, è tempo di tirare le somme in vista dell’inizio di stagione.

Mercedes

I leader indiscussi di questi test. Danno l’impressione di essere su un altro pianeta, sempre un passo avanti, sempre con uno sguardo al futuro. L’introduzione del DAS (Dual Axis Steering) ha sorpreso anche i più scettici, una genialata che al termine delle prime sessioni lascia la sensazione che in un anno non possa venir sfruttato al massimo. Valtteri Bottas sembra il più in palla tra i due piloti; il finlandese si è preso la vetta della classifica combinata al termine del terzo giorno fermando il cronometro sull’1.15:732, unico ad essere sceso sotto il muro dell’1.16. Probabilmente non ha cercato il tempo Lewis Hamilton, che si è fermato a due decimi dal tempo dello scorso anno, sempre a Barcellona, sempre nei test. 903 giri in totale per la scuderia di Brackley che tuttavia un piccolo campanello d’allarme per quanto riguarda l’affidabilità l’ha fatto suonare. Non solo Hamilton fermo in pista, ma anche un problema di tipo idraulico per Bottas e molteplici problemi alla Power Unit motorizzata Mercedes della Williams. La minaccia più grande per la scuderia campione del mondo in carica è rappresentata da sé stessa.

Ferrari

A Maranello c’è preoccupazione. Il che sarebbe plausibile dopo i primi tre giorni di test. Ma nella seconda settimana la Rossa si è mostrata abbastanza competitiva, nonostante si sia nascosta sul time attack. Probabilmente la batosta australiana dell’anno scorso fa male ancora a Binotto e compagni. Un Team Principal abbastanza pessimista e quasi rassegnato in questo modo forse non si era mai visto: solo a Melbourne potremo dire se Mattia Binotto sia un pessimo attore o abbia semplicemente detto la verità. Analizzando i dati invece abbiamo che la Ferrari è la seconda scuderia per numeri di giri completati con ben 844 tornate, di cui 490 nella seconda batteria di tre giorni, più di chiunque altro. Il cronometro, forse bugiardo, forse veritiero, la dice lunga: nessuno dei due piloti Ferrari si è migliorato rispetto allo scorso anno. Difficile fare delle considerazioni sul team di Maranello, pur assistendo alle 48 ore di diretta. Un miglioramento della SF1000 rispetto alla SF90 sui punti deboli c’è: la nuova vettura sembra performante in curva, meno in rettilineo. Ma questo a causa del drag oppure di una potenza del motore volutamente ridotta? Troppe domande, poche risposte che arriveranno sicuramente in Australia, precisamente ad Albert Park.

Red Bull

Se Verstappen non si fosse girato almeno quattro volte potremmo parlare di una sessione di test che rasenta la perfezione. La casa anglo-austriaca c’è, ha lavorato bene durante l’invero e, date le presunte difficoltà in casa Ferrari, sembra candidarsi a vera antagonista della Mercedes. Miglioramento netto rispetto ai test dello scorso anno, ben 8 decimi netti. 780 giri completati, qualche problema probabilmente c’è stato nelle ultime due giornate finali, perché la vettura è stata spesso ferma o chiusa addirittura dietro ai pannelli. La prestazione c’è stata, come sempre, a parlare sarà Melbourne.

McLaren

802 giri completati per la scuderia di Woking. Il passo gara è stato il pezzo forte della MCL35, una vettura molto perfezionata rispetto allo scorso anno, che conferma una struttura solita e due piloti che hanno sorpreso e che mostrano anche un grande feeling tra di loro. Voglio sbilanciarmi, so di poter sbagliare, ma da quello che ho visto, con Sainz e Norris che non hanno praticamente mai cercato la  vera prestazione sul giro secco, posso dire che la McLaren sia ancora la quarta forza del mondiale al termine della stagione. Nonostante la Racing Point.

Renault

Rispetto allo scorso anno il miglioramento c’è, nonostante la perdita di Nico Hulkenberg. Daniel Ricciardo ha infatti fermato il cronometro sull’1.16:276, terzo nella classifica combinata, a mezzo secondo dalla vetta e mezzo secondo più forte del risultato ottenuto nello scorso anno nei test. La vera incognita è invece rappresentata da Esteban Ocon, al ritorno come pilota ufficiale dopo una stagione di stop. Pilota francese su vettura francese, la pressione al numero 31 non mancherà. L’ex terzo pilota Mercedes nella combinata si è piazzato a qualche decimo dal suo compagno di squadra. Dare una valutazione sulla Renault al termine dei test è difficile: riusciranno a lottare per la tanto ambita quarta posizione? A mio parere molto dipenderà dalle prestazioni di Daniel Ricciardo, al di sotto delle aspettative nel corso della stagione passata.

Alpha Tauri

Nascosta sul giro secco, la nuova AT01 ha qualcosa di familiare e di già visto. Le similitudini con la Red Bull dello scorso anno ci sono e si vedono in pista. Ottime le simulazioni gara, il passo in avanti c’è stato. Migliorare una stagione da due podi è difficile, la conferma di Kvyat e Gasly può solo far bene. Capitolo affidabilità: 769 giri completati nelle due sessioni rappresentano un buon bottino per il team di Faenza. Riuscirà finalmente a lottare per la quarta posizione? Ad Albert Park una delle prime risposte.

Racing Point

Sorpresa dei test, sorpresa della stagione? Ho qualche dubbio. Nel mentre le polemiche continuano a non placarsi: la Racing Point è palesemente la copia della W10 (vettura Mercedes dello scorso anno, ndr) senza ombra di dubbio. L’impressione è che però possa non bastare per essere la quarta forza del mondiale. Il passo gara infatti sembra non essere un punto di forza, tant’è che la McLaren girava circa un secondo più forte nello stesso istante. C’è anche la possibilità che si siano nascosti per carità, ma ad una Racing Point che lotta costantemente per il podio faccio fatica a credere. Il miglioramento ovviamente c’è, circa un secondo, infatti Perez nella classifica combinata è sesto a poco meno di un secondo dalla vetta. Unica motorizzata Mercedes che non ha registrato problemi, la pantera rosa ha completato 782 giri, di cui ben 441 Sergio Perez, colui che più potrebbe giovare delle prestazioni della RP20 e lottare per la settima posizione.

Alfa Romeo

Difficile dare un giudizio sulle prime apparizioni della C39. Si è deciso di puntare anche sull’esperienza di Robert Kubica, autore del miglior giro al termine della quarta giornata di test. La scuderia del Biscione ha completato 735 giri, penultima per numero di tornate effettuate. L’impressione è che il team italiano si sia concentrato in particolar modo sul migliorare l’usura delle gomme, tallone d’Achille dello scorso anno. Ma i tempi delle simulazioni di Kimi Raikkonen sono abbastanza negativi, segnale che ancora c’è molto lavoro da fare per migliorare l’ottava posizione finale dello scorso anno. Anche perché la concorrenza non è restata a guardare.

Haas

649 giri completati basterebbero già per descrivere i test della casa americana. In caduta libera dallo scorso anno, la quinta posizione del 2018 sembra al momento un miraggio. Le prestazioni stentato ad arrivare, c’è davvero la possibilità che possano lottare per l’ultima piazza. Che sta succedendo?

Williams

Bravi, perché una volta toccato il fondo si può anche continuare a scavare. Finalmente hanno deciso di tornare a fare sul serio. Tanti giri rispetto allo scorso anno, la FW43 è la vettura che – ovviamente – si è più migliorata rispetto allo anno, nonostante qualche problema alla Power Unit occorso a Latifi. Il Rookie of the Year del 2020 è stato abbastanza sfortunato e ha potuto prendere non molta confidenza con la sua Williams. 737 giri completati, a Grove si può abbozzare un primo sorriso.

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