MotoGP | Il Pagellone di fine anno.
24 Novembre 2020Tiriamo le somme della stagione 2020 con le pagelle per i protagonisti di questo strano mondiale.
Joan Mir 9: Campione del mondo a sorpresa, ha mostrato la giusta solidità mentale nel momento decisivo. È stato bravo a non crollare psicologicamente nel momento in cui i suoi avversari si sono autoeliminati. 6 podi e 1 vittoria rappresentato comunque un bottino abbastanza povero per un vincitore del titolo. Ha convinto, ma a tratti e non del tutto. Ma chi vince, alla fine, ha sempre ragione. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di lui ad inizio stagione. E alla fine ha avuto il merito di essere il più costante del lotto, di saper attaccare al momento giusto e di saper ragionare quando necessario. Bravo Campeon.

Franco Morbidelli 9: Alla faccia della moto non ufficiale, il buon Franky è il vicecampione 2020 a 13 punti da Joan Mir. Il voto non può che non essere inevitabilmente alto, perché alla fine della fiera è lui la migliore delle Yamaha. Con i se e con i ma non si fa la storia, ma i rimpianti sono tanti per la punta di diamante della VR46 Academy: dal motore in fumo a Jerez passando per il brutto incidente con Zarco. Cos’è mancato a Morbidelli per vincere il titolo? Un po’ di costanza, quella costanza che ha contraddistinto il suo mentore nella conquista dei suoi titoli. In parole povere, qualche podio in più. Ottime le 3 vittorie, un po’ pochi i soli due podi. Finale in crescita, grande stagione.

Alex Rins 7,5: Questo terzo posto finale è un grande rimpianto. Lo scorso anno ha dimostrato di poter essere uno dei pochi in grado di impensierire Marquez, senza di lui aveva sicuramente una grande opportunità. Paga l’infortunio di inizio stagione, ma anche e soprattutto qualche errore di troppo quando si giocava punti importanti, come in Austria e a Le Mans. Deve ancora maturare, si è visto qualcosa di positivo in questo finale di stagione sotto questo punto di vista. Il 2021 rappresenta un punto di svolta per lui.

Andrea Dovizioso 7: Poteva fare di più? Non lo so. Però termina in quarta posizione nel mondiale avendo conquistato una sola vittoria ed un solo podio. Alla fine è comunque la migliore delle Ducati. Il suo contributo è stato importante per la conquista del titolo Costruttori. Per me la sua è una buona stagione, considerando molteplici fattori che hanno influito pesantemente sul povero Dovi: la questione contratto prima, la ricerca di un team poi, una GP20 che non riesce a trovare la quadra delle gomme Michelin. Insomma, alla fine bravo Andrea. Non è colpa tua.

Pol Espargaró 8: Una stagione da top rider a cui è mancata solo la vittoria, il guizzo. Ed è paradossale il fatto che vada via dalla KTM senza la ciliegina sulla torta di una storia emozionante. Ha avuto il grande merito di credere nel progetto austriaco, si giocherà le sue carte al fianco (forse) di Marc Marquez. Molto costante, molto aggressivo e nonostante tutto è caduto meno rispetto agli altri anni. Quinto posto nel mondiale, neanche troppo distante dalla vetta, miglior risultato di sempre in MotoGP. Maturato.
Maverick Vinales 6,5: A tratti è anche molto sfortunato, ma il suo obiettivo era quello di mettersi alle spalle il suo futuro compagno di squadra, quel Fabio Quartararo che alla fine è dietro nella classifica finale. Fin quando la moto si è comportata bene non ha fatto malissimo, poi ha pagato anche lui i problemi della Yamaha. Non dimentichiamo che è partito anche dalla pit-lane. Sufficiente, ma per il titolo serve qualcosa in più.
Jack Miller 8: Il finale di stagione ci restituisce un Jack finalmente maturo e costante da inizio a fine gara. È forse una delle note più lievi del mondo Ducati. Conclude il 2020 in settima posizione, a soli tre punti dal Dovi. Con una gara in più gli sarebbe finito davanti, anche lui sembra pronto per il grande passo.

Fabio Quartararo 4,5: Torniamo a Luglio.. Pronti via, due gare a Jerez e due vittorie. Sembra subito che il campionato abbia trovato un nuovo padrone. Basterebbe un solo dato per spiegare quella che, tirando le somme, è una stagione disastrosa: dopo le prime quattro gare aveva raccolto 67 punti, nelle restanti 10 solo 60. È crollato psicologicamente nel finale, la stagione termina nel momento più opportuno. Ma ha mostrato una grande fragilità.
Miguel Oliveira 7,5: Due vittorie che descrivono perfettamente la sua stagione: in Austria fu bravo a crederci, a Portimao è stato semplicemente imprendibile. Al posto giusto nel momento giusto, è lui il designato per sostituire Pol Espargaró. Ha dimostrato di avere tutto per non farlo rimpiangere. E a tratti ha già fatto meglio.
Takaaki Nakagami 7: Migliore Honda a fine stagione, ha cercato il guizzo ma è crollato quando si è parlato di lui addirittura in ottica mondiale. Qualche caduta di troppo nel momento decisivo, all’appello manca un podio che il pilota giapponese avrebbe sicuramente meritato. Si porta a casa tanta esperienza e una Pole Position che fa comunque curriculum. In crescita.

Brad Binder 6,5: Rookie of the Year senza infamia né lode. Dopo la vittoria di Brno ci si aspettava qualcosa in più, quel qualcosa in più che ha fatto vedere a sprazzi nel corso della stagione. Da rivalutare il prossimo anno per un’analisi più approfondita.
Danilo Petrucci 5: Esclusa la vittoria di Le Mans, una stagione da dimenticare. Non è facile correre da separato in casa, vedasi Dovizioso, ma era lecito aspettarsi qualcosina in più. Si gioca l’ultima chance in Tech3.
Johann Zarco 6,5: Molto sorprendente in qualifica, in gara paga spesso e volentieri. Tutto sommato è una buona stagione, soprattutto considerando il mezzo e il team a disposizione.

Alex Marquez 6: Difficile valutare il buon Alex. Due/tre gare al top per poi tornare nel semi-anonimato. Era un rookie, come per Binder, rimandato al prossimo anno.
Valentino Rossi 4: Peggior stagione della sua carriera, inutile girarci attorno. Ok, ha saltato qualche gara a causa del Covid, ma veniva comunque da tre zeri consecutivi. A tratti ha mostrato anche una discreta competitività, ma quando ti chiami Valentino Rossi la gente si aspetta qualcosa in più. Disastro.
Pecco Bagnaia 4: Come per Valentino, a tratti ha mostrato una buona competitività, ma l’anno prossimo nel team ufficiale serve molto di più. Ma molto.