Mark Webber- Pilota sottovalutato che avrebbe meritato di più.

Mark Webber- Pilota sottovalutato che avrebbe meritato di più.

7 Gennaio 2021 0 Di Nicola Sotgia

Vincere a Monaco è sempre speciale. Questa pista mi ha sempre portato grandi cose. Ci ho vinto in Formula 3000, battagliato in Williams nel 2006 e adesso ho trionfato in due delle ultime tre gare qui.

Mark Webber sul Gran Premio di Monaco, mentre guidava per la Red Bull

Webber

Un caro saluto a tutti i lettori. L’altro ieri, mentre sfogliavo una vecchia rivista, mi sono imbattuto su una foto molto significativa. Essa rappresentava un dèjà-vu, non per me, ma per un grandissimo pilota: il suo nome è Mark Webber. La fotografia in questione riguarda l’incidente di Valencia 2010, e ritrae la Red Bull dell’Australiano in volo, dopo l’impatto con Kovalainen. Quel volo pauroso, per Mark non era il primo. Fu, infatti, protagonista di un altro pauroso volteggio nell’aria, durante la 24 H di Le Mans del 1999. Ecco: per chiunque voglia seguirmi nel mio racconto, partirò proprio da quest’ultimo episodio.

E’ il 1999, e la Mercedes porta in pista, a Le Mans, un nuovo prototipo. Si dividono la guida Jean Marc Gounon, Marcel Tiemann ed un giovanissimo ma talentuoso Australiano, che di Nome fa Mark e di Cognome Webber. Il ragazzo, dopo gavetta e vittorie nelle Categorie Minori, dimostra di saperci fare. All’agguato, però, c’è un clamoroso difetto aerodinamico, che durante le prove rischia di mandare letteralmente all’aria tutti i sacrifici del giovane Mark. Mentre percorre il rettilineo, il prototipo Mercedes ha un sobbalzo che in una frazione di secondo si trasforma in una tremenda paura. Quel sobbalzo, mischiato alla paura, fa si che la vettura spicchi il volo a grandissima velocità, mandando nel panico tutti gli appassionati.

Il terrore passa solamente quando quel giovane pilota viene finalmente inquadrato dalle telecamere, scosso ma fuori da tutti i pericoli. La gara Mark non la disputa, ma questo non lo ferma e anzi, lo sprona a continuare e inseguire il suo sogno, ovvero correre in Formula 1. Grazie all’aiuto di Paul Stoddart, l’anno successivo tornò a svolgere competizioni in monoposto, partecipando alla Formula 3000. Varie vittorie e altrettanti podi gli diedero l’opportunità di approdare in Benetton come collaudatore, per la stagione 2001. L’anno successivo ebbe finalmente quella chance che da anni sognava e inseguiva con passione. Stoddart, dopo aver acquisito la Minardi, decise infatti di schierare Mark come pilota ufficiale in Formula 1, coronando il sogno dell’Australiano.

Mark Webber

Il debutto avvenne proprio nella sua terra, a Melbourne, dove fu autore di una prova maiuscola. Alla bandiera a scacchi transitò infatti in quinta posizione, riuscendo a conquistare punti iridati alla sua prima gara. Nonostante la Minardi non gli offrisse una grandissima vettura, lui riuscì con caparbietà a mettersi in luce anche nel resto dei Gran Premi, attirando su di se le attenzioni della Jaguar. La trattativa con la casa Statunitense andò in porto e così, per il biennio 03′ e 04′, Mark Webber si aggiudico uno dei due sedili. Purtroppo la vettura risultò abbastanza deludente in termini di prestazione velocistica, non consentendo al pilota Australiano di lottare per qualcosa.

Come sempre ci mise del suo, ma concluse il 2003 con 17 punti e il decimo posto finale. La stagione 2004 fu ancor più avara di risultati, con una vettura che lo condusse verso un mesto tredicesimo posto finale e solamente 10 punti iridati. Per la stagione successiva si accasò in Williams, sostituendo il partente Juan Pablo Montoya. Le sensazioni erano positive e Mark era al settimo cielo. Questa volta era li, alla guida di una delle vetture più veloci del Circus. Finalmente, direbbero in molti, ma il caso volle che la competitività della scuderia Inglese non fu delle migliori. Webber, alle prese con una vettura poco affidabile e più lenta del previsto, faticò tantissimo durante l’arco delle due stagione.

Conquistò il suo primo podio a Monaco, nel 2005, ma nel resto dell’anno mai riuscì ad avvicinarsi alla vittoria. I 36 punti che ottenne lo collocarono in decima posizione nel Mondiale, venendo battuto dal compagno di squadra Nick Heidfeld. Il 2006 fu ancor di più amaro, con la scuderia di Sir Frank in preda a problemi legati al propulsore. Il motore Cosworth procurò una marea di ritiri, creando un’aria di separazione tra Mark e la scuderia. I soli 7 punti iridati erano davvero troppo pochi, e una quattordicesima posizione finale suonava ancor di più come una sonora sconfitta. A fine stagione, si aprì così il terzo capitolo della Carriera di Webber. Il 2007, fu infatti l’anno della firma con la “neonata” Red Bull, che di tante soddisfazioni riempirà il pilota Australiano.

webber

I primi due anni non furono molto positivi, con la vettura ancora in fase di sperimentazione. Il grandissimo Adrian Newey era comunque al lavoro, giorno e notte, per rendere competitiva la neo scuderia Austriaca. Il 2007 regalò comunque la prima gioia per la Red Bull e la seconda per Mark, con il podio conquistato al Gran Premio del Nurburgring. Anche se a fine stagione i punti erano solamente 10, l’Australiano continuò a guidare per il Team dei “Bibitari”, convincendosi che prima o poi sarebbe arrivato in alto. Il campionato successivo sarà più positivo, con una sfilza consistente di risultati a punti consecutivi. I 21 punti e l’undicesima posizione finale furono accolti con speranza da Mark Webber, che in cuor suo sapeva della futura competitività della vettura.

Nel 2009 arrivò finalmente la conferma di tutte le aspettative. Con un colpo di genio, Adrian Newey sfruttò il regolamento per creare una macchina stupenda, precursore delle future vittorie Mondiali. Dopo una prima parte dell’anno in chiaroscuro, Mark coronò il sogno di tutta la vita. Dopo vari podi, riuscì a vincere il Gran Premio del Nurburgring, dopo ben sette anni dal suo esordio in Formula 1. Ci prese gusto e si piazzò sul gradino più alto del podio anche in Brasile, chiudendo la stagione con un secondo posto sul circuito di Abu Dhabi. Gli ingredienti per rimanere al Top c’erano ormai tutti, e i 67,5 punti che lo collocarono al quarto posto in classifica lo testimoniavano.

Arrivato su in cima, Mark Webber ebbe però a che fare con uno dei migliori piloti della Formula 1, Sebastian Vettel. Il tedesco, allora astro nascente del Circus, aveva in dote una velocità stratosferica e un talento smisurato. Dal 2010 al 2013 andò così in onda la battaglia tra i due “Torelli”, che si ritrovarono a confrontarsi duramente in pista. Complice anche una “carta d’identità” più vecchia rispetto al nativo di Heppenheim, l’Australiano dovette arrendersi al compagno di squadra. Nonostante quattro vittorie, Mark arrivò terzo in Campionato, vedendo così trionfare Seb alla conquista del titolo. Questo fu l’anno della spaventosa piroetta con Kovalainen, durante il Gran Premio di Valencia, conclusasi fortunatamente senza nessuna grave conseguenza.

Mark Webber

I 242 punti e la terza posizione nel mondiale diedero relativamente linfa a Webber, che iniziò il 2011 in sordina. Mentre il compagno di Team otteneva vittorie pesanti, lui faticava a trovare un buon bilanciamento della vettura. Il risultato evidenziò una differenza minima di passo con Seb, ma nonostante tutti gli sforzi, Mark venne battuto ancora una volta. Ottenne dieci podi complessivi, ma la sola vittoria arrivata ad Interlagos non bastò neanche per il secondo posto iridato. Alla fine si classificò ancora una volta in terza posizione, con 258 punti. Il 2012 recitò un copione quasi avaro di soddisfazioni, con solamente due vittorie e quattro podi. Il confronto con Sebastian Vettel bruciava ancor di più, soprattutto dopo i vari duelli corpo a corpo persi con il Tedesco.

I 179 punti e la sesta posizione finale, probabilmente furono una mazzata incredibile per Mark, che iniziò la stagione successiva con molti dubbi. Dopo un’inizio ancora una volta in sordina, alla vigilia del Gran Premio di Silverstone, Mark Webber annunciò il ritiro dalla Formula 1 a fine stagione. Evidentemente ormai demotivato, concluse l’anno senza vittorie, cogliendo otto podi. Salutò il Circus con 199 punti e l’ennesima Terza piazza Iridata. Nel 2016, dopo un paio d’anni di corse nel Campionato GT, appende ufficialmente il casco al chiodo, entrando a far parte nel mondo del Merchandising sportivo. La storia di Mark mi ha fatto viaggiare indietro nel tempo, dunque spero che sia lo stesso anche per voi. Grazie mille a tutti i lettori, ci vediamo al prossimo articolo.

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