Rossi – Quartararo: Peter Pan a confronto
10 Gennaio 2021“Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è. E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te.”

41 anni (42 tra un mese) con 9 titoli sulle spalle uno, 21 anni con ancora uno zero sul curriculum l’altro. Retrocesso il primo e promosso il secondo.
La maturità accompagnata da qualche ruga sul viso, firme indelebili di una lunga esperienza, si confronta con la spensieratezza dei vent’anni, con la polvere magica di quei pensieri talmente felici da farti volare, sentire il re del mondo e scalpitare così tanto, così forte per diventare campione, da farti buttare alla ghiaia un mondiale.
Valentino Rossi e Fabio Quartararo affronteranno questo 2021 iniziando dallo scambio di sella delle loro moto; per il novellino lo attende una Yamaha YZR-M1 traballante mentre per sua maestà il team Petronas è già pronto.
Un passaggio di testimoni doppio che potrebbe portare il campione del mondo a crescere facendo un passo indietro, lasciando immobile il giovane francese pur andando avanti.
Perché la moto del Dottore scotta anche per El Diablo, la sua eredità è pesante e questo Quartararo lo sa bene: “Prendo la sua moto ma non il suo posto. Non posso sostituirlo perchè Valentino è Valentino. Nessuno può avvicinarsi a lui”.

Rossi sembra inarrivabile. Pronto ancora una volta a mettersi in sella e a correre, consapevole dei rischi, lui che ha sentito sotto le ruote l’amico Marco Simoncelli morire. Lui, sfiorato dalla moto di Franco Morbidelli durante l’ultimo gran premio d’Austria… ad ogni gara quando si abbassa la visiera e i semafori si spengono Valentino sa bene che quella potrebbe essere la sua ultima corsa perché quella tenera e giusta irresponsabilità da ventenne del giovane pilota francese, il campione, non ce l’ha più da tempo.
Ci crede ancora il dottore, nutrendosi di una speranza confidata alla madre: “Ha sempre creduto nella possibilità del decimo titolo, lui ha bisogno di motivazioni altissime per non avvilirsi”.
E così sceglie di non invecchiare, decidendo di restare Peter Pan ancora per un pò, prendendo per sè tutto il divertimento e lasciando al suo successore, il cui destino sembra essere già contrassegnato da un mondiale, tutto il lavoro duro.
Sì, perchè Quartararo vuole quel titolo, quel suo primo titolo, ma la voce di un novellino rischia di perdersi tra le tante e rimanere silenziosa: “Spero che Yamaha mi ascolti. Ma sono preoccupato perché da molto tempo non mi diverto per niente”.
Un pilota quasi campione per un pelo ma ancora troppo acerbo per esserlo davvero, un pilota quasi campione che vuole essere ascoltato senza nessuna intenzione di rimanere in disparte, di trasformarsi in un’ombra perduta, di diventare un nome sul muro di quelli che potevano farcela ma alla fine non ce l’hanno fatta.
Due riflessi dello stesso specchio. Gli occhi di chi poteva fare di più ma non si è impegnato abbastanza attraversano quelli di chi si è impegnato troppo ma senza portare risultati. Così uguali e così diversi….a caccia dell’1, il numero con dietro un solo significato: ‘sei il migliore’, alla ricerca del 10, il numero dei fuoriclasse, di chi ha scritto la storia.
Eccoli.

Impazienti di correre.
Due sottili sfumature dello stesso sogno.
Gomito a gomito con chi è pronto a non concedere niente solo perchè troppo giovane e ancora inesperto.
Ruota a ruota con chi non ha nessuna intenzione di soccombere solo perchè troppo vecchio per poter ancora vincere.
E allora.
Prima dentro. Gas a martello. E andiamo.
