Troy Bayliss e il trionfo a Valencia 2006

Troy Bayliss e il trionfo a Valencia 2006

17 Gennaio 2021 1 Di Daniele Donzelli

Gran parte degli appassionati di motociclismo non possono non conoscere la figura di Troy Bayliss: l’australiano è uno dei piloti più vincenti della storia della Superbike ed è anche un’icona per i ducatisti di tutto il mondo. Ci sarebbero decine di storie da raccontare su Troy: dal mignolo amputato per scelta fino al sorpasso spettacolare di Monza 2000. Eppure c’è una storia su tutte, la quale lui stesso preferisce. Ma per interpretarla al meglio bisogna mettersi nei suoi panni, fin da un anno prima.

6 NOVEMBRE 2005. Ultima tappa del mondiale MotoGP, circuito di Valencia. Tu, Troy Bayliss, guardi la gara da casa. Saresti dovuto essere lì, ma un infortunio al polso ti ha fatto saltare le ultime 6 gare del campionato. Tu, Troy Bayliss, campione del mondo SBK 2001, hai 36 anni e con la Honda RC211V hai concluso il campionato in 15° posizione. La tua carriera si sta lentamente concludendo. Non puoi far altro che pensare ai tuoi successi e lasciarti andare ad un po’ di nostalgia. Invece pensi che non sia ancora finita e che se mai dovesse finire, allora dovrebbe farlo gloriosamente. Ricevi un’offerta: è la Ducati che ti chiama, è la Superbike. Sali in sella alla sconosciuta 996 F06, vinci 12 gare su 24, comandi la classifica dalla prima all’ultima gara e vinci il campionato con 3 gare d’anticipo.

15 OTTOBRE 2006. Penultima tappa del mondiale MotoGP, circuito dell’Estoril. Anche questa gara la guardi da casa. La Ducati non è in buoni rapporti con Sete Gibernau, quest’ultimo cade e si fa male durante la gara. Quattro giorni dopo viene ufficializzato l’ingaggio di Casey Stoner per il campionato 2007. Un po’ ti dispiace, in fondo ci avevi sperato in un ritorno nel motomondiale, ma si sa, il destino non è ceco, anzi, ci vede benissimo, e qualche seconda occasione la concede.

29 OTTOBRE 2006. Di nuovo, ultima tappa, Valencia, tu ci sei. Gibernau non ha recuperato dall’infortunio e tu non avresti rinunciato neanche morto alla chiamata della Ducati. 129.446 spettatori, apparentemente nessuno di loro punta gli occhi su di te: sono tutti su Nicky Hayden e Valentino Rossi. I due si stanno contendendo il titolo piloti all’ultimo appuntamento, nessuno sembra in grado di fermarli, figuriamoci se quello potessi essere tu. Moto sconosciuta e gomme mai viste, eppure sembra le conoscessi da una vita, sembra che quella moto fosse stata costruita su misura per te: il venerdì vai fortissimo, e il sabato ti piazzi in prima fila. La domenica ti consegni alla storia del motociclismo. Curva 1, primo. Curva 2, primo. Curva 3, primo… Percorri così 30 giri, un totale di 120.150 metri davanti e passi per primo sotto la bandiera a scacchi. In quel momento non lo sai, ma questa è la tua ultima gara in MotoGP, ed è assurdo quanto bellissimo che questa sia anche la tua prima vittoria. Passerai alla storia come l’unico pilota ad aver vinto sia una gara in Superbike che in MotoGP nello stesso anno e la tua storia sarà sempre una delle più belle che il motociclismo ci abbia mai offerto.

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