Clamoroso Magnussen: “Una scuderia di F1 mi aveva offerto un sedile”

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Dagli USA, dove sta iniziando una nuova carriera, il pilota danese ha rivelato alcuni interessanti retroscena del mercato piloti 2021

Come ben sappiamo, dopo la decisione della Haas di non rinnovare il contratto ad entrambi i piloti, che hanno guidato quella che oggettivamente era, e probabilmente sarà, una delle peggiori monoposto in griglia, Kevin Magnussen ha trovato spazio altrove, riciclandosi nella IMSA americana.

Ed è proprio dagli USA, da dove si prepara per la sua prima gara della nuova parte di carriera, che il pilota danese ha rivelato clamorosamente che prima di optare per la nuova avventura gli era stato offerto un sedile da una scuderia di Formula 1. Magnussen, pilota ancora abbastanza giovane ma con parecchia esperienza alle spalle, non ha ovviamente reso noto di quale scuderia si trattasse, limitandosi a specificare che “non si trattava di una macchina particolarmente veloce, sicuramente non molto migliore della Haas”.

Niente sogni di gloria in RedBull quindi, ma possiamo facilmente analizzare ed immaginare con buona approssimazione di quale scuderia parlasse K-Mag. Di prestazioni simili o quantomeno comparabili alla Haas quest’anno c’erano solamente la Williams e l’Alfa Romeo. Dobbiamo escludere praticamente tutte le altre scuderie perchè erano di fatto tutte invischiate nella lotta per la quarta posizione nel mondiale a eccezione forse dell’AlphaTauri che però ha i sedili riservati per i membri dell’Academy Red Bull.

In Williams la situazione in realtà era abbastanza blindata: Russel di certo è inamovibile nel team mentre Latifi porta parecchi soldi alla scuderia inglese, denaro di cui la scuderia di Grove ha parecchio bisogno. Esclusa dunque la Williams l’alternativa più probabile sarebbe quella dell’Alfa Romeo. E qui effettivamente il ragionamento può tornare: per Raikkonen, ormai 41enne, si avvicina purtroppo il momento del ritiro e le prestazioni di Giovinazzi non hanno di certo convinto. Personalmente in questa situazione avrei visto più in bilico il pilota italiano rispetto all’espertissimo Raikkonen. Magnussen di certo non sarebbe stato un investimento a lungo termine ma sicuramente un pilota d’esperienza in grado di far fruttare al meglio la macchina, se messo nelle condizioni di farlo (non dimentichiamoci che il danese è davvero il mago delle partenze), e che, magari in ottica 2022, avrebbe potuto fare da mentore a un giovanissimo dell’Academy che gli sarebbe stato affiancato dopo l’eventuale addio alle corse di Kimi, mentore che oggettivamente è un ruolo che ancora non si addice a Giovinazzi.

Magnussen ha però poi concluso l’intervista dicendo di aver rifiutato l’offerta perché ormai privo di stimoli

In un contesto del genere, quando sai di poter correre ma di non poter mai essere tra i primi, vengono a mancare le motivazioni e diventa tutto molto sofferto. Ho deciso di fare un passo avanti e di avventurarmi in qualcosa di diverso e di nuovo che possa restituirmi l’entusiasmo”

In qualche modo è comprensibile, soprattutto dopo un 2020 davvero imbarazzante per la scuderia di Gene Haas che si è spesso – praticamente sempre – ritrovata a fare da fanalino di coda senza possibilità concreta di lotta. Forse la scelta di trasferirsi nei campionati americani ha davvero un senso, alla fine…

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