Qual è il vero Pecco Bagnaia?

Qual è il vero Pecco Bagnaia?

6 Febbraio 2021 0 Di Daniele Donzelli

Un talento indiscutibile, velocità e capacità motociclistiche ci sono, ma manca la costanza. Qual è il vero Pecco?

4 novembre 2018. Malesia. Penultimo round del motomondiale. In Moto2 l’italiano Francesco “Pecco” Bagnaia, in sella alla Kalex dello Sky Racing Team VR46 e il portoghese Miguel Oliveira, con la Red Bull KTM Ajo, si stanno giocando il titolo mondiale. Il bottino ottenuto fino a quel momento ammonta a 304 per Bagnaia e a 272 per Oliveira. Il Gran Premio lo vince Luca Marini, davanti a Oliveira e Bagnaia.

Un fiore che era già nato, ma che mostra i primi frutti. E sono tanti, e anche buoni. Pecco è campione del mondo di Moto2.

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Pecco campione del mondo Moto2 2018.

Ma torniamo indietro nel tempo, al 2013. In quell’anno Bagnaia approda in Moto3, con la Honda del team San Carlo FTR, ma non conquista neanche un punto. Nemmeno nei due anni seguenti, nonostante i due cambi di scuderia, convince, riuscendo, sì, a conquistare il suo primo podio, ma arrivando solamente sedicesimo e quattordicesimo nel campionato piloti.  

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In sella allo Sky Racing Team VR46 nel 2014 (Moto3).

Nel 2016, però, cambia qualcosa. Inizia col botto, con un terzo posto in Qatar. Raggiunge il podio altre cinque volte, di cui due sono vittorie. Riesce a piazzarsi quarto nella classifica finale piloti. Ecco quando inizia a sbocciare il meraviglioso fiore di Pecco.

Bagnaia viene ingaggiato in Moto2 già nel 2017, alla guida di una Kalex, in particolare quella dello Sky Racing Team VR46. La classe intermedia, fin da subito si dimostra la sua categoria. Ci mette molto meno ad adattarsi rispetto a quanto accaduto in Moto3. Raggiunge due secondi posti già alla quarta e quinta gara. Il fiore continua a crescere, sempre di più. Un’ottima quinta posizione in classifica, ma con un unico amaro in bocca. Manca ancora la vittoria in questa classe. Ah davvero? Rimediamo subito.

Comincia già dal Qatar con un trionfo, la stagione da sogno del 2018. Una meraviglia, una di quelle annate che qualsiasi pilota sognerebbe di avere. 6 vittorie, 4 altri podi, mai fuori dai punti, mai ritirato, 6 pole position, 306 punti finali e vittoria del campionato mondiale di Moto2 e ho detto tutto. Il fiore comincia a dare tantissimi frutti saporiti.

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E qua torniamo all’inizio del nostro racconto. Ovviamente, sarebbe ingiusto il contrario, Pecco passa nel 2019 in MotoGP, in sella alla Ducati Pramac. È un’annata difficile, di adattamento, qualche frutto marcisce. Ne nasce uno buono solo in Australia, dove finisce quarto.

Ma va bene, si deve ambientare in una categoria difficile, concediamoglielo. Ma nel 2020 deve dare conferme.

La stagione, il cui inizio è ritardato a luglio, inizia bene. Nel Gran Premio dell’Andalusia, seconda tappa del motomondiale, è in seconda posizione, quando sfortunatamente un problema al motore lo porta al ritiro.

Dopo aver saltato tre gare a causa di un infortunio, torna col botto e a Misano (piccolo dettaglio: non camminava se non con le stampelle) conquista il suo primo podio in MotoGP. È il 13 settembre 2020. Frutti maturi iniziano ad intravedersi in questa categoria. La settimana dopo, nello stesso circuito, Pecco domina, ed è nettamente in testa fino al giro 21, durante il quale una scivolata gli nega la gioia del gradino più alto del podio, che, salvo colpi di scena, sarebbe stato suo.

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Pecco cade nel giro 21, mentre era in testa.

“Va bene, è un grosso dispiacere, ma il meglio sta per arrivare” viene da pensare. Lo pensa anche la Ducati, che lo promuove nel Team ufficiale nel 2021. Ma, purtroppo, nelle sette gare rimanenti, Bagnaia si ritira ben 4 volte, e le prestazioni non sono buone. Le conferme che servivano, Pecco le ha date solo in parte. Ha dimostrato, infatti, di avere talento e velocità da vendere, ma di non avere costanza di rendimento.

Dunque, si richiede una crescita quest’anno, dove probabilmente capiremo se Pecco riuscirà o no a migliorare questo aspetto. Infatti la domanda viene fuori da sola: “Qual è il vero Pecco Bagnaia?” È il fiore che dà frutti meravigliosi e buonissimi del 2018 e di Misano, o è il fiore che dà, a volte, troppi frutti marci come successo nel 2019 e in parte nel 2020? Il Team ufficiale può aiutare ma allo stesso tempo aggiunge pressione. I dubbi sono tantissimi. Deve dimostrare che la MotoGP è la sua categoria, come la Moto2. Un dato interessante: Pecco non si è mai ritirato nei 2 anni nella classe intermedia, mentre gli è capitato 12 volte nella classe regina. Magari un po’ di sfortuna, ma anche errori.

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