L’onda lunga del Covid e le sue conseguenze sulla Formula 1 – Un anno dopo

L’onda lunga del Covid e le sue conseguenze sulla Formula 1 – Un anno dopo

9 Marzo 2021 0 Di Alberto Ghioni

La situazione straordinaria che tutti stiamo vivendo a causa della pandemia si riflette anche sulla routine dei team di Formula 1, come nel caso di Alpine.

In una delle canzoni più famose dei Negrita, il testo inizia con un verso che per questo articolo cade a pennello: ” L’onda lunga dell’asfalto schiaccia le parole“. Ed ecco che l’onda lunga della pandemia, di cui oggi cade un macabro anniversario, va a schiacciare anche su tutto ciò che spesso sfugge ai nostri sguardi, per quanto spesso sembrino cose semplici, come parole.

Dura lex, sed lex

Sin dall’inizio, tutti gli stati hanno avuto reazioni diverse per contenere la pandemia: chi è stato più ferreo verso l’estero, lasciando libertà all’interno, chi al contrario, tutti hanno come fattore comune quello di aver preso decisioni molto impopolari. Non è rimasto al di fuori di esse lo sport, soprattutto quello internazionale, tra cui la Formula 1, cui aspetto più delicato è lo spostamento di tutte le logistiche dei team. E, sebbene durante la stagione non ci siano stati eccessivi problemi, forse anche grazie ad una momentanea flessione della prima ondata (sempre di onde si parla alla fine), durante la pausa invernale ha giocato un ruolo da antagonista non di secondo piano.

Formula 1®

Il caso Alpine

Nell’edizione odierna del consueto Round-up, il sito RaceFans.com ha intervistato il direttore esecutivo di Alpine Marcin Budkowski, che ha parlato proprio di questo argomento, nello specifico per la costruzione della nuova A521. Il team francese è stato uno dei più colpiti dalle nuove regole, avendo diviso in due paesi diversi le strutture di costruzione della macchina e del motore: le prime in Inghilterra, le seconde in Francia.

I was extremely lucky in my career" - Alpine boss Marcin Budkowski striving  to repeat glory days from Ferrari tenure | The SportsRush

Il polacco ha commentato dicendo che tutto ciò ha portato vari problemi, ma molto simili a quelli che tutti i team stanno provando sulla propria pelle alla frontiera. In realtà ha riportato come i problemi maggiori siano sorti in occasione dell’accensione della macchina e del suo shake-down, a causa delle varie quarantene che gli ingegneri provenienti dalla Francia hanno dovuto affrontare. Ha concluso dicendo che, come al solito, team con così tante disponibilità economiche e di personale possono superare queste difficoltà senza problemi.

Di conseguenza, viene da chiedersi chi subirà maggiormente questa situazione tra i team del motorsport. La risposta è altrettanto lampante: quelli delle categorie minori. Questi ultimi, così come negli altri sport, rischiano piano piano di crollare sotto le spese straordinarie che la pandemia sta comportando, e che si stanno protraendo più a lungo di quanto ci si aspettasse.

Team Minori

L’unione fa la forza

Come dice il famosissimo detto italiano, se non si collabora si rischia di crollare piano piano tutti assieme. Per quanto, infatti, i team più grossi della Formula 1 possano pensare che questa crisi non li toccherà mai propriamente, se mai si dovesse scatenare una crisi nelle categorie propedeutiche, non potrà che automaticamente influenzare la Formula 1 stessa. Di conseguenza, un po’ come si è tentato di fare nell’Inghilterra calcistica con le serie minori, è meglio che i giganti dello sport si muovano per aiutare chi ha meno possibilità, prima di finire nella loro stessa situazione.

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