Forghieri duro: “Non so se la Ferrari abbia chi sa comandare”
13 Marzo 2021Forghieri, essendo stato affiancato da chi la Ferrari l’ha creata, ha ben nota la strada da percorrere se l’obiettivo è sempre lo stesso: vincere. L’ingegnere si è concesso un affondo contro la Ferrari del presente, non intravedendo in lei il DNA del passato.
Gli anni passano, pandemie sconvolgono ogni equilibrio, ma, nella confusione che periodicamente avvolge l’umanità, c’è una costante: la voglia di riscatto dopo un fallimento. Lo stesso Forghieri, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha subito sottolineato come per la Ferrari debba iniziare l’era della riscossa.
“Normalmente quando si sbaglia si tende a reagire. Nella storia le migliori squadre hanno sempre avuto la riscossa dopo un’annata negativa”.
In quanto guida della scuderia di Maranello verso ben sette titoli mondiali, Forghieri è avvolto da un dubbio riguardante colui al quale, spetta il compito di timonare la scuderia italiana fuori da una tempesta che sembra non darle tregua. La Ferrari ha un nome che, da semplice team, l’ha involontariamente reso uno spirito di vita volto a unire centinaia di persone in un’unica anima. A saperlo bene è l’ingegnere, il quale non usa filtri nel pronunciare le seguenti parole.
“La Ferrari ha mezzi e uomini per riscattarsi, non so se abbia chi sa comandare. Oggi è fondamentale avere qualcuno che sappia farlo, che sappia scegliere gli uomini mettendoli al posto giusto”.

A rasserenare i tifosi della rossa è invece la speranza che Forghieri ripone nella coppia Leclerc-Sainz. Tanto contestato perché alla giovinezza si è soliti associare immaturità, questo abbinamento, stando alle parole dell’ingegnere, trova forza nella fame di vittoria di entrambi i piloti. Essi, avendo un futuro ancora da scrivere, non possono permettersi di perdere tempo. Solo così si può accelerare il processo di ritorno alla gloria che la Ferrari deve attuare.
“Bisogna avere piloti veloci, senza non sei spinto a osare nella progettazione e ti toglie il desiderio di esagerare. Oggi i piloti hanno maggiori responsabilità rispetto ai miei tempi, allora bastava che andassero forte; mentre ora devono avere una cultura automobilistica avanzata. Devono essere in grado di condizionare il progetto, di indirizzare lo sviluppo“.

I successi di Forghieri saranno sufficienti alla corretta previsione secondo la quale spetta ai piloti il compito di dare una svolta ad una scuderia che, da troppo tempo, non onora il suo nome? Soprattutto, sarà vero che tale esigenza deriva dalla mancanza di una persona in grado di comandare quella che, col passare del tempo, da scuderia è diventata una religione?
A parlare sarà solo la pista…