Last Lap – Gara 4: il valore del numero 100 si rivela a Barcellona

Last Lap – Gara 4: il valore del numero 100 si rivela a Barcellona

10 Maggio 2021 0 Di

“Passiamo e ripassiamo sulle nostre orme come pattinatori artistici”

100. Le pole conquistate da Lewis Hamilton.

100. Le gare di Max Verstappen in Red Bull.

Sul circuito di Barcellona i due più grandi, i due più forti, consacrano il numero a tre cifre: 100.

Lì, sull’asfalto in cui Max Verstappen vinse la sua prima gara all’esordio in Formula 1.

Lì dove Lewis Hamilton è stato uno dei protagonisti, insieme al compagno di squadra Nico Rosberg, dell’indimenticabile disastro Mercedes nel 2016.

Quel giorno, lo stesso giorno in cui Max sorgeva, Lewis (momentaneamente) si eclissava.

Ed oggi si sono ritrovati su quel circuito, su quell’asfalto che nasconde sotto di esso le immagini limpide di numerosi ricordi.

Uno accanto all’altro.

Uno a caccia dell’altro.

Stavolta non c’è Max Verstappen a “ringraziare” per la vittoria, non c’è Lewis Hamilton ad imprecare per la rabbia, stavolta la lotta avviene uno contro uno, guardandosi negli occhi, alla pari.

La pista catalana non custodisce solo il passato dei leader del mondiale perchè è su quella pista che Carlos Sainz a dieci anni ha visto correre per la prima volta il suo idolo, Fernando Alonso. Ed oggi si ritrova a camminare al suo fianco non più come un fan che guarda un gigante ma come un pilota che impara da un campione poichè su quella pista Alonso ha abbracciato la sua ultima vittoria proprio a bordo della fortezza rossa, la Ferrari.

Una Ferrari che oggi abbiamo visto brillare nelle mani di Charles Leclerc, autore di un’ottima gara. Subito aggressivo riesce a superare il finlandese Bottas portandosi al terzo posto, facendo sognare per un pò ai tifosi italiani, un podio che però non è ancora il momento di salire.

Perchè su quei tre gradini per l’ennesima volta ci sono loro, il dinamico trio, i tre moschettieri della Formula 1: Hamilton, Verstappen e Bottas. Podio prevedibile per un mondiale che di prevedibile non ha, fortunatamente, nulla.

Allo spegnimento dei semafori Verstappen replica Imola prendendo di forza la posizione sull’inglese ma in Spagna, sulla pista dei test conosciuta a memoria da tutti i piloti, la differenza la fa la strategia e quella della Mercedes, unita alla guida magistrale del campione del mondo, oggi è superiore alla squadra olandese.

La prima parte della gara si trasforma nel gioco delle coppie, Max contro Lewis, Leclerc con dietro Bottas, Ricciardo a frenare Perez e Ocon davanti a Sainz.

Al trentaseiesimo giro Lewis Hamilton alita su Max Verstappen come un orso vicino alla sua preda ma a Barcellona non sono i giri a contare ma i pit stop e la Mercedes compie la sua magia ai box permettendo all’inglese di sbranare super Max a sei giri dalla fine.

Mentre davanti la storia si ripete, dietro la corsa all’oro nel Far West accade con Stroll, Alonso, Gasly, Raikkonen e Vettel a darsi battaglia per acquisire un punto prezioso per la propria scuderia e alla fine ad avere la meglio è il francese su un Alpha Tauri ancora intermittente.

Ma in Spagna si vince insieme e si perde da soli perchè non basta solo il pilota, non basta solo la vettura, non basta solo la strategia, è l’intera squadra a portare a casa il risultato e la squadra prima di essere ai box è proprio sulla pista.

Il compagno di scuderia è il nemico più grande, l’avversario numero uno da battere ma è anche l’alleato più prezioso per ottenere il risultato.

Un risultato che Sir Lewis è riuscito a conquistare grazie ad un braccio destro come Valtteri Bottas che oggi il suo compito da secondo è riuscito a svolgerlo molto meglio di Sergio Perez.

Una storia antica, il soldato coraggioso che sacrifica se stesso per bloccare il nemico, permettendo così all’eroe di avanzare e compiere il suo destino, ottenere la gloria con la vittoria.

Una storia antica oggi interpretata non solo da un Bottas invisibile e un Perez nascosto ma anche da uno scomparso Lando Norris il quale, consapevole di avere un ritmo inferiore rispetto al compagno di scuderia, ha ceduto a lui la posizione e lo ha fatto da solo, senza nessun ordine di scuderia, permettendogli così di guadagnare terreno mentre sbarrava la strada a Carlos Sainz.

Un gesto dettato dal coraggio, un gesto suggerito da una certezza ancora labile ma da tempo concreta nella testa dell’inglese, quella certezza per cui forse l’eroe di casa McLaren non è lui.

Gli ingredienti per godersi un dramma epico ci sono tutti.

Ai vertici i due titani si danno battaglia con gli impavidi scudieri a guardargli le spalle.

Dietro di loro lo scontro storico per la conquista del titolo di “terza forza” tra Ferrari e McLaren è appena cominciato.

Ed infine a serrare i ranghi con i campioni affaticati (Alonso e Vettel), gli esordienti ancora immaturi (Tsunoda e Mazepin) mescolati a rookie con tanta voglia di fare (Mick Schumacher) e lo sfortunato di turno (Antonio Giovinazzi) costretto a combattere per l’ennesima volta con un cavallo azzoppato dal suo stesso stalliere…il caos regna sovrano.

Lo schieramento è pronto.

L’allenamento è finito.

La guerra vera e propria sta per scoppiare.

Monaco li aspetta.

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