15 settembre 2001: Alex Zanardi diventa leggenda

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Sull’autodromo del Lausitzring, va in scena uno degli incidenti più gravi della storia recente dell’automobilismo, che costa entrambi gli arti inferiori ad Alex Zanardi, pilota della categoria Champ Car.

E’ la fine del 1999. Alex Zanardi, pilota di Formula 1 per il team Williams, viene appiedato dallo stesso team inglese. Per il bolognese non era stata una stagione positiva (0 punti raccolti, causa anche di molta sfortuna). Nelle categorie minori scalpitava un giovane pilota britannico, Jenson Button, al quale era molto interessato Frank Williams, che lo ingaggiò per la stagione 2000.

All’alba del nuovo millennio, Alex, non aveva un sedile. Era dispiaciuto, amareggiato e anche un po’ deluso da quello che riteneva essere un “tradimento” nei suoi confronti. E con queste premesse, si preparò ad un anno sabbatico, il primo da quando faceva il pilota. Ma le occasioni non mancano mai, soprattutto se negli anni passati si è dimostrato uno dei piloti più talentuosi del panorama americano, nella categoria Cart, vincendo ben due titoli. Si dice che persino Schumacher studiasse le sue gare, per capirne lo stile di guida, talmente particolare da non poter essere copiato. Era un pilota aggressivo, affamato di vittorie. Impossibile dimenticare il trionfo a Laguna Seca del 1996, dove con un sorpasso impossibile al cavatappi (anticipando di una decina di anni Valentino Rossi) all’ultimo giro, ottenne una delle gare più belle.

L’offerta arrivò dal neonato team, il Mo Nunn Racing, che avrebbe voluto dare un forte impatto alla propria categoria, ingaggiando uno dei migliori piloti che vi avessero mai partecipato. Avrebbe disputato l’intera stagione 2001, tra Stati Uniti e tappe Europee.

La stagione non sarà delle migliori. La squadra faticherà non poco e Zanardi si troverà molto attardato in classifica. Alla vigilia del Gran Premio di Germania, sull’ovale del Lausitzring, è addirittura ventiduesimo. Piazza da dove partirà per la sessione della domenica. Una gara che per il bolognese sarà molto buona, recuperando fino alla prima posizione. Ed è qui che si scatena l’inferno: Alex rientra ai box per rifornire e cambiare le gomme. Ma uscendo perde il controllo, girandosi sulla sopraelevata. In quel momento arriva Alex Tagliani, che prende di netto la vettura dell’italiano, spezzandola in due. Nella botta, Zanardi perde l’avantreno della sua monoposto, con le gambe che vengono strappate via. Perde una grande quantità di sangue, ma Steve Olvey (capo dello staff medico a bordo pista), cercò di tappare le arterie femorali, salvandogli la vita.

Alex resta in coma farmacologico per circa 4 giorni. Al suo risveglio poi l’amara scoperta; gli arti inferiori non ci sono più. Ma invece di guardare la parte del corpo che non c’era più, è ripartito da quella rimasta, conquistando l’ammirazione di tutti.

Ancora oggi quel dannato 15 settembre è ricordato come il giorno in cui sconfisse la paura, ed ancora oggi questa grande forza continua a non abbandonarlo, perché di gente come Alex Zanardi il mondo ne ha terribilmente bisogno.

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