WRC | Il Post-Rally – Grecia: Rovanperä fortunato?

WRC | Il Post-Rally – Grecia: Rovanperä fortunato?

11 Settembre 2023 0 Di Sebastiano Vanzetta

Rally più caotico dell’anno? Probabilmente lo è stato. Lo ha vinto Kalle Rovanperä, uno dei pochi ad avere un weekend pulito. Fortuna?

Si sa, il Rally dell’Acropoli non è mai un evento da prendere alla leggera. E quest’anno in Grecia i piloti non hanno avuto pace, già dalle ricognizioni condizionate dalle avverse condizioni metereologiche che hanno costretto gli organizzatori a cancellare lo shakedown. Ad uscire indenne dal putiferio di questo weekend è stato Kalle Rovanperä, che ha portato a casa una vittoria importantissima. Vediamo tutto nel Post-Rally!

Toyota: la migliore del lotto

Altro weekend dominante di Toyota. Più che sulla velocità pura, il team giapponese la spunta in termini costanza e di capacità dei propri piloti di fare risultato, oltre all’affidabilità della GR Yaris.

Ha vinto così Kalle Rovanperä. Il giovane finlandese si è portato a casa il terzo rally della stagione, il secondo Acropoli in carriera ed è ritornato a più di 30 punti di vantaggio sul suo inseguitore in campionato. Qualcuno potrebbe obiettare che Rovanperä è stato fortunato a ritrovarsi con due minuti di vantaggio da amministrare dopo l’uscita di scena di Neuville e Ogier. Ma proprio qui si trova il nocciolo della questione: gli altri sono inciampati, lui no.

Fortuna? Può essere, anche se forse è meglio parlare di una gara accorta ma comunque veloce, dove Rovanperä non ha strafatto, vincendo speciali dove serviva e rimanendo sempre con i primi, pur aprendo la strada. Una conduzione di gara alla Ogier, che alla fine lo ha premiato. Ora non è più un arrembante rookie, ma un campione fatto e finito. E la cosa che fa paura è che ha solo 22 anni.

Buono il 2° posto di Elfyn Evans, che limita i danni aiutato anche dai problemi altrui e dai meccanici Toyota che hanno ripristinato l’unità propulsiva della sua Yaris, che ha fatto i capricci. Il britannico avrebbe forse potuto dare di più, visto che in palio c’è ancora il campionato. Ma alla fine quello che conta è il risultato e lui l’ha portato a casa, pur con pochi squilli.

Takamoto Katsuta, che non è mai stato in grado di lottare per qualcosa di importante ma che comunque, alla fine, ha messo punti in saccoccia. Magari senza le forature del sabato, a posteriori, avrebbe potuto accedere alla top 5, ma non sono stati suoi errori e quindi c’è poco da dire. In un rally così difficile è già positivo aver concluso in zona punti.

Un punticino lo prende anche Sébastien Ogier, il grande sconfitto di Toyota. Il pilota di Gap ha messo in scena una bella battaglia assieme a Neuville, ereditando la testa della corsa al momento dell’uscita di scena del belga. Poi uno sfortunato danno ad una sospensione ha spento i sogni di gloria del francese e dato strada libera a Rovanperä. È vero che non ci sono stati i soliti squilli alla Ogier, ma lui fino al ritiro è rimasto lì in testa. Basta questo per attestarne l’immenso talento.

Hyundai: ahi!

Sembrava che Thierry Neuville potesse ripetere l’impresa dell’anno scorso. Ed effettivamente il belga è da subito apparso già dal venerdì molto veloce e in confidenza con la vettura come mai quest’anno. I presupposti per vincere c’erano tutti, e Thierry è un bel pilotone che quando c’è da dare gas lo fa. Una roccia in mezzo alla strada, però, ha messo fuori servizio lo sterzo della i20 costringendo Neuville ad un ritiro che fa male. Soprattutto perché col risultato di Rovanperä ed Evans dà forse la mazzata finale al sogno mondiale che il belga rincorre ormai da 10 anni. È possibile parlare di errore come di sfortuna, data la dinamica del contatto con la pietra sulla strada. Si poteva evitare? Magari sì, ma è inutile piangere sul latte versato, anche se l’occasione persa è stata non d’oro, di più.

Chi è risultato il migliore è stato Dani Sordo, che ha avuto il pregio, o la fortuna, di portare a termine un weekend pulito senza problemi alla vettura, forature o incidenti. Lo spagnolo non è certo stato un fulmine di guerra, ma la sua dote principale è la costanza, e in Grecia è stato premiato con il podio. Vero che tanti piloti hanno avuto problemi, però come per Evans è il risultato che conta e lui l’ha portato a casa.

È mancato un po’ Esapekka Lappi, che però ha subito forature e problemi tecnici che lo hanno privato della possibilità di lottare per un posto sul podio. È vero anche che quest’anno, su superfici di questo genere, è spesso stato il miglior pilota Hyundai, e quindi qualcosina in più ce lo si aspettava. Sono arrivati comunque dei punti, anche se non è stato uno dei suoi migliori weekend.

M-Sport: Capitan Tänak tiene tutti a galla

Possiamo dirlo: senza i problemi altrui il weekend di M-Sport sarebbe stato un altro disastro. Ott Tänak, sfruttando le uscite degli altri, è riuscito ad agguantare il 4° posto e a vincere qualche speciale, oltre a portare a casa ulteriori 3 punti con la Power Stage. Sulla carta, il risultato è più che positivo, ma la realtà è un’altra.

Il venerdì mattina si apre con Pierre-Louis Loubet che non riesce nemmeno ad iniziare la prima speciale di giornata per problemi al propulsore, ed è costretto a ritirarsi per l’intero rally. Verrebbe quasi da pensare, visto che la macchina era integra, che non ci fossero ricambi a disposizione. Una supposizione, certo, che però non sarebbe poi così campata in aria.

Poi tocca a Tänak subire una penalità di 3 minuti e 40 secondi per aver lasciato in ritardo la Tyre Fitting Zone, la zona di montaggio pneumatici, per aver messo mano ad una pompa dell’acqua difettosa. Ecco che l’ennesimo weekend horribilis prende forma, e si raddrizza solo con i problemi degli altri che promuovono un sempre stoico Tänak, che a volte è riuscito ad essere più veloce di Rovanperä, Ogier e Neuville.

L’estone è forse l’unica cosa positiva di M-Sport al momento, l’unico che in qualche modo tiene a galla un team che non ha nulla a che vedere con quello che lottava per il titolo con i vari Sainz, McRae, Grönholm, Hirvonen e Latvala. Per il resto, la Puma Rally1 non è ancora velocissima, e l’affidabilità continua ad essere un enorme tallone d’achille. Ormai bisogna che il 2023 finisca per ricominciare da zero. Anche se non si sa ancora se rimarrà Tänak, o se ci sarà ancora M-Sport.

WRC-2: mamma mia Mikkelsen!

Quella di Andreas Mikkelsen potrebbe benissimo essere considerata, in ambito WRC-2, l’impresa dell’anno. Il venerdì sera il norvegese è 16° in classifica di categoria, dopo che ben due forature gli hanno tagliato le gambe già la mattina. Le speranze di una vittoria e quindi di rimanere in corsa per il titolo sembrano crollare. Ed invece il buon Andreas, che non è l’ultimo arrivato, anzi, si rimbocca le maniche e il sabato le vince tutte.

Emulando il suo ex compagno di squadra in Volkswagen, un certo Ogier, si mangia tutti e tutto, e a fine giornta è 1°. Il lavoro però non è finito, perché la domenica Mikkelsen deve resistere alla pressione del compagno Gus Greensmith, che però ha qualche problema al differenziale. Mikkelsen resiste agli attacchi e porta a casa una straordinaria vittoria, forse la più bella in carriera.

Certo, è comunque uno che ha corso in WRC che ha lottato con gente del calibro di Latvala e Ogier e un campione del mondo WRC-2. Ma l’impresa è stata straordinaria e bisogna dargliene atto. Se riuscirà a portare a casa il campionato, sarà anche grazie a questo weekend.

Podio per Greensmith, autore di una buonissima gara che lo ha visto lottare fino alla fine, e per Yohan Rossel, che pur non essendo un esperto sullo sterrato ha corso molto bene e con questo risultato rimane a poca distanza da Mikkelsen in campionato.

Bene anche le due M-Sport di Adrien Fourmaux, che forse avrebbe potuto lottare per la vittoria senza le forature, e di Grégoire Munster, che pare aver finalmente fatto il salto che ci si aspettava a inizio stagione. Forse la notizia che in Cile guiderà una Rally1 gli ha dato quel qualcosa in più.

Peccato per Nikolay Gryazin e Marco Bulacia, entrambi in lizza per la vittoria fino a sabato ed entrambi costretti ad uscire di scena per incidente. Soprattutto per Gryazin poteva essere un riscatto dopo la delusione di Monte-Carlo. Peccato anche per Oliver Solberg, fermato da problemi alla pompa della benzina e non più ripartito. Le speranze di mondiale sono ora pressoché nulle, ed è veramente un peccato perché la velocità, come sappiamo, c’è.

Junior WRC: Creighton nel segno di Breen

William Creighton vince il campionato di Junior WRC, non senza però rischiare. L’irlandese si è presentato in Grecia con un vantaggio di oltre 20 punti, ma i problemi del venerdì lo hanno messo sulla graticola. Gli altri due contendenti, Diego Dominguez e Laurent Pellier, hanno sperato di agguantare William, ma hanno dovuto fare i conti con il rientro in gara del pilota e con i problemi degli altri piloti della categoria che hanno promosso l’irlandese al 5° posto. I problemi alla trasmissione di Pellier e le vittorie in speciale di Creighton (nel Junior WRC vincere le speciali fa segnare punti) hanno permesso al pilota di mantenere un margine su Dominguez sufficiente per vincere il titolo.

La vittoria del campionato, arrivata non senza fatica e con tanti colpi di scena, ha ricordato quella di Craig Breen nel 2011. Ed è bello pensare che forse è stato proprio Breen ad accompagnare Creighton alla vittoria.

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