MotoGP | Promossi e bocciati del 2020.
10 Febbraio 2021Dopo soli due mesi e mezzo di pausa è quasi l’ora di tornare in pista: le presentazioni dei vari team sono già iniziate e i piloti stanno per terminare la preparazione atletica per iniziare al meglio la nuova stagione. Per prepararci al meglio per il 2021 a noi tifosi serve rinfrescare la memoria, e quale metodo può aiutarci se non stilare delle pagelle?

Promossi:
Joan Mir: alzi la mano chi avrebbe creduto che la Suzuki avrebbe portato a casa il titolo piloti dopo 20 anni di astinenza proprio con il maiorchino. Non credo serva aggiungere altro.
Suzuki: indubbiamente e sorprendentemente il miglior team in griglia per quanto riguarda la scorsa stagione, basti pensare al mondiale dedicato alle squadre vinto di oltre 60 punti davanti alla Yamaha Petronas (penalizzata però di 37 punti).
Franco Morbidelli: doveva essere l’anno del compagno di squadra Quartararo a maggior ragione dopo l’infortunio al braccio di Marquez, invece il romano con una moto sulla carta meno competitiva conquista 3 vittorie e il secondo posto nel mondiale. Se solo fosse stato meno sfortunato in alcune circostanze…
Alex Rins: il rischio che si innervosisse dinnanzi alle prestazioni del meno blasonato Mir era alto, ma nonostante alcuni momenti di difficoltà è riuscito a mettere assieme buoni piazzamenti che fanno ben sperare per il futuro.
KTM, Pol Espargarò, Brad Binder e Miguel Oliveira: finalmente la casa austriaca è riuscita a trovare la quadra, garantendo ai piloti una moto in grado di poter lottare per le posizioni che contano. Tra la squadra ufficiale e quella satellite si contano 8 podi e 3 vittorie, che hanno sorpreso tutti gli appassionati delle due ruote. Ad inizio anno quando Danilo Pertucci aveva firmato per il team Tech 3 in molti avevano storto il naso, ma sin dalle prime battute del campionato hanno cambiato idea.
Johann Zarco: ero indeciso se promuoverlo o rimandarlo dato il terribile incidente causato in Austria, ma stravince il confronto con Rabat e ottiene la prima pole position e il primo podio nella storia del team Avintia.

Rimandati:
Yamaha: è strano rimandare la casa costruttrice che ha vinto più Gran Premi di tutti, ovvero 7 su 15, ma i problemi di affidabilità dei freni e del motore non sono problemi di poco conto.
Valentino Rossi: tra errori e sfortune di vario genere si è conclusa quella che è probabilmente la peggior stagione del dottore. Tuttavia ha dimostrato che, nonostante i 41 anni suonati, se il mezzo è competitivo è ancora in grado di offrire ottime prestazioni.
Aprilia: i miglioramenti ci sono e si vedono, purtroppo però lo sviluppo non è ancora al livello di quello degli altri costruttori. Inoltre, di sicuro il caso Iannone non ha aiutato.
Jack Miller: in più occasioni l’australiano ha avuto la possibilità di vincere la sua prima gara asciutta in classe regina: in Austria l’attacco finale ai danni di Pol Espargarò ha portato al successo Oliveira, mentre a Valencia è stato sconfitto da Morbidelli in una battaglia meravigliosa messa in scena durante l’ultimo giro. Quest’anno però correrà con una Ducati ufficiale e chissà che nel doppio appuntamento in Qatar non possa essere proprio lui a portarsi a casa una vittoria.
Alex Marquez: per molti è arrivato sino alla classe regina solo per essere il fratello del più blasonato Marc, ma in seguito ad un inizio stagione in alto mare ha stupito tutti conquistando due secondi posti. A dir la verità ce lo si poteva aspettare da un due volte campione del mondo.

Bocciati:
Maverick Viñales: ancora una volta si è rivelato troppo incostante per poter puntare a qualcosa di grande. Se su 15 gare ottieni solo una vittoria, due secondi e un quarto posto vuol dire che il potenziale per far bene c’è, ma per laurearsi campione del mondo serve anche la continuità.
Ducati (ufficiale): gestito molto male quello che poi si è rivelato essere un non rinnovo del contratto di Dovizioso, mentre Petrucci non è quasi mai competitivo. Solo una vittoria a testa per i due italiani e troppe eliminazioni in Q1. Se Ducati ha vinto il titolo costruttori deve ringraziare i team satelliti, spesso più in palla di quello ufficiale.
Andrea Dovizioso: Ducati ci ha messo del suo, ma il pilota nato a Forlimpopoli non è esente da colpe. In una stagione orfana di Marc Marquez, da colui che era il secondo classificato da tre anni ci si aspettava come minimo che lottasse per il mondiale.
Honda: era da qualche anno che l’unico a saper sfruttare al meglio le caratteristiche della moto era Marc Marquez, ma sporadicamente arrivavano buone prestazioni anche da parte di altri piloti, come ad esempio Crutchlow. In questa stagione però il campionissimo ha abbandonato la scena dopo il primo round e se non fosse per qualche buona prestazione del fratello Alex e di Nakagami l’annata sarebbe stata totalmente da buttare.
Fabio Quartararo: per molti era il favorito dopo le straordinarie prestazioni del 2019, ma nonostante un’ottima partenza alla fine termina ottavo. Forse è stato eccessivo mettere tutta quella pressione sulle spalle di un ventunenne.
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[…] molto dipenderà anche dalla moto. Se sarà quella dell’anno scorso, la vittoria sembra ancora lontana, ma il suo aiuto nello sviluppo potrebbe essere fondamentale per […]