Keke e Nico Rosberg – Quando il Mondiale è un affare di famiglia.
4 Febbraio 2021“Ci sono solo due lasciti inesauribili che dobbiamo sperare di trasmettere ai nostri figli: ali e radici”.
Harding Carter
PADRE E FIGLIO.

Essere un buon Padre non è da tutti. Molto spesso, tra lavoro e altri impegni, i papà non dedicano le giuste attenzioni ai propri figli. Questa regola, se si è piloti di Formula 1, è ancor più veritiera. Tra Gran Premi in giro per il mondo e attività riguardanti gli sponsor, il tempo a disposizione per la famiglia si riduce notevolmente. Se sei una personalità come Keke Rosberg, però, sei in grado di fare ogni cosa; puoi correre in macchina e, allo stesso tempo, seguire ed educare tuo figlio.
Keke, uomo saggio oltre che gran pilota, è riuscito a trasmettere importanti valori al proprio figlio. Nonostante un carattere tutt’altro che docile, il Campione del Mondo 82′ ha instradato il figlio Nico verso una talentuosa carriera in Formula 1. Forse, senza la durezza negli insegnamenti del papà, Nico non avrebbe mai conquistato il Titolo del 2016.
INIZIO CARRIERA E GAVETTA NELLE CATEGORIE MINORI.

Nato a Solna, in Svezia, il 6 Dicembre del 1948, il giovane Keke Rosberg si appassiona al mondo dei motori sin da piccolo. Iniziò a correre sui Kart nel 65′, vincendo subito vari Campionati Scandinavi. Inizialmente considerava le corse come un hobby, dato il suo status da Studente di Medicina. Una volta passato in Formula Vee, trionfò nel Campionato Tedesco del 75′. A quel punto, grazie alle sue vittorie, passò in Formula 2. Dopo essere stato contattato da Team di Formula Atlantic e Formula Pacific, prese parte a tutte e due, riuscendo a far suo il titolo della Formula Pacific.
Nonostante non fosse anagraficamente giovane, venne contattato da varie squadre di Formula 1. A Trent’anni, a bordo della modestissima Theodore, esordì nella massima categoria. Lo fece a Kyalami, in Sudafrica, mancando la qualificazione. La vettura, infatti, era poco competitiva e piena di problemi. Dopo il Gran Premio di Spagna, a seguito di quattro qualificazioni mancate, abbandonò il Team in cerca di una vettura più performante. Per il resto della stagione si alternò tra Wolff e ATS, conquistando un decimo posto come miglior risultato.
Fallite le trattative con la Wolff, per il 79′ rimase a piedi. Solo a metà Campionato venne contattato da quest’ultima, con cui corse otto gare. Collezionò ben sei ritiri, una mancata qualificazione e un nono posto a Digione. Passato nel Team di Emerson Fittipaldi, iniziò il 1980 con un clamoroso terzo posto. La monoposto della squadra Brasiliana, poco efficiente e piena di noie meccaniche, non gli consentì altri risultati del genere. Durante il resto dell’anno, tra ritiri e non qualificazioni, il Finlandese non ebbe grandi soddisfazioni. L’unica eccezione fu il quinto posto di Monza, che gli fruttò due punti.
Chiuso il Campionato in decima posizione e con soli sei punti, rinnovò con Fittipaldi per un altro anno. Se l’80 fu deludente, il 1981 fu catastrofico. Rosberg non raggiunse mai una piazzamento a punti, collezionando ritiri e qualificazioni fallite. Il miglior risultato della stagione fu un nono posto a Interlagos. Deciso a lasciare il Team, svolse un Test al Paul Ricard, in cui pilotò la Williams. Dopo aver fatto segnare il record della pista, chiuse un vantaggioso accordo con Sir Frank.
APPRODO IN WILLIAMS E VITTORIA MONDIALE .

Per la prima volta in vita sua, Keke, si trovò a guidare una vettura competitiva. All’esordio, sulla pista di Kyalami, concluse in quinta posizione. Nel Gran Premio successivo, conquistò addirittura il podio, piazzandosi secondo. Il tutto, però, fu vanificato dalla squalifica ricevuta a fine gara, in quanto la vettura venne trovata irregolare alle procedure di peso. Nonostante ciò, in America lottò ancora per il podio, arrivando secondo. Si confermò nella medesima posizione anche a Zolder, stupendo tutti per la sua velocità.
Dopo una metà di stagione incolore, in cui conquistò un terzo posto in Olanda, ad Hockenheim e all’Osterreichring centrò due podi consecutivi. Incredibilmente, grazie a questi due piazzamenti, si ritrovò in corsa per la conquista del titolo. Con un Mondiale “orfano” di Villeneuve e Pironi, il Finlandese si giocava il titolo con John Watson. Al Gran Premio di Svizzera, dopo aver siglato il primo successo della sua Carriera, le chance di vittoria si fecero ampie. Con un vantaggio di nove punti su Watson, Keke si ritrovò a comandare su tutti. Grazie all’ottavo posto di Monza e alla quinta piazza ottenuta a Las Vegas, Rosberg scrisse la storia, diventando il primo Finlandese Campione del Mondo di Formula 1.
La sua popolarità salì alle stelle. Approfittando di questo fatto, Keke aumentò sensibilmente i suoi proventi, grazie a vari accordi con munifici sponsor. Pronto a dare ancora battaglia, iniziò la stagione dell’83’ con grandi motivazioni. All’esordio, infatti, centrò una splendida Pole Position sul circuito di Interlagos. Dopo una buona partenza, la sua gara venne penalizzata da un’incidente ai box. Mentre effettuava il rifornimento del carburante, la vettura prese fuoco. Spente le fiamme, ripartì. Keke evidenziò tutta la sua abilità al volante con una perentoria rimonta fino al secondo posto. A fine gara venne però squalificato dai commissari, in quanto i meccanici lo spinsero nel tentativo di rimettere in moto il propulsore.

Durante l’arco della stagione alternò buone prestazioni, come la vittoria di Monaco, a gare incolore. Purtroppo, la seconda parte del campionato fu caratterizzato da problemi derivanti dal sottosterzo. Questo fatto, unito alla mancanza del motore turbo, non consentì a Rosberg di difendere il titolo da Campione uscente. A fine stagione chiuse quinto in classifica con soli 22 punti. Per l’annata seguente, Frank Williams strinse un’accordo con la Honda. I Nipponici, al ritorno in Formula 1, avrebbero fornito i propulsori turbo alla scuderia Inglese.
Keke, deciso a non mollare, iniziò l’84’ in modo splendido, conquistando la seconda posizione in Brasile. Purtroppo, complice la poca esperienza, i motoristi Giapponesi ebbero problemi con il turbo, cosa che rese quasi inguidabile la vettura. La stagione fu infatti costellata da ben dieci ritiri. La sola vittoria conquistata a Dallas, non fu abbastanza per addolcire un campionato amaro. Con soli cinque piazzamenti a punti, Rosberg concluse all’ottavo posto nel Mondiale, con all’attivo 20,5 punti Iridati.
Carico come sempre, Keke iniziò la stagione del 1985 con la convinzione di poter vincere ancora. Incredibilmente, però, il suo legame con la Williams si spezzò. Sir Frank, infatti, aveva deciso di promuovere Nigel Mansell, cosa non gradita al Finlandese. Lo strappo creatosi con il patron Inglese fu abbastanza forte, così Rosberg decise che avrebbe lasciato il Team a fine stagione. Nonostante ciò, il Finnico fu protagonista di una buona annata. Le prime tre gare, complici alcuni problemi della vettura, furono un disastro. Keke collezionò ben tre ritiri, rifacendosi con gli interessi a Detroit.
Sul circuito Americano, infatti, fu quasi dominio. Dopo essere scattato dalla quinta casella, Rosberg rimontò tutti, prendendo il largo dall’ottavo giro in poi. Al traguardo passò per primo sotto la bandiera a scacchi, precedendo le due Ferrari di Stefan Johansson e Michele Alboreto. Continuò la striscia positiva anche nella gara dopo, on Francia, piazzandosi secondo. Dopo una serie di ritiri, riuscì a chiudere l’anno in crescendo, ottenendo tre podi consecutivi.
ULTIMA STAGIONE IN MCLAREN E RITIRO.
“Pensavo di essere il pilota migliore e più veloce al mondo. Finché non sono arrivato alla McLaren e ho trovato Prost”.
Keke Rosberg riguardo al talento di Prost

Con la vittoria di Adelaide, nell’ultimo appuntamento Mondiale, si congedò dalla Williams. In campionato si piazzò al terzo posto, facendo segnare ben 40 punti. Dopo varie trattative, iniziate già durante l’estate, si accordò con la McLaren di Ron Dennis. La scuderia di Woking, dopo il ritiro di Niki Lauda, aveva bisogno di una figura da affiancare ad Alain Prost. Rosberg, convinto dalla competitività del mezzo, non ci pensò due volte.
Al contrario delle aspettative, la monoposto si rivelò difficile. Rosberg, che mal si adattò alla guida della McLaren, ebbe gravi problemi di sottosterzo. La stagione fu avara di soddisfazioni, costellata da ritiri e piazzamenti non all’altezza del suo talento. Centrò l’unico podio dell’anno a Monaco, arrivando secondo, alle spalle del compagno Alain Prost. Il rapporto con il progettista John Barnard non era dei migliori, cosa che condizionò molto la permanenza di Keke all’interno del Team.
In Germania, dove ottenne la Pole Position, annunciò l’intenzione di ritirarsi dalla Formula 1. La decisione venne motivata da un graduale appagamento in seguito ai risultati maturati negli anni. A detta di molti, influì moltissimo la morte del pilota Brabham Elio De Angelis, suo caro amico. Terminato l’ultimo Gran Premio della stagione, in cui collezionò l’ennesimo ritiro, chiuse definitivamente il suo rapporto con il Circus ma non con il Motorsport. Per vari anni, infatti, corse in DTM e nella categoria Sportprototipi, partecipando anche alla 24 H di Le Mans.
Negli anni a venire, dopo essersi ritirato da ogni competizione, seguì le carriere dei Finlandesi Hakkinen, JJ Lehto e altri piloti scandinavi. Grazie al tempo libero ritrovato, poté occuparsi soprattutto del figlio Nico, istruendolo sin dai Kart. Con la sua grande esperienza, maturata nel corso dei vari anni di corse, Rosberg fu fondamentale per il primogenito, soprattutto nelle prime stagioni. Dal 2007 in poi, Nico decise di continuare per la sua strada, facendo però tesoro dei consigli del padre.
LA GAVETTA DI NICO E IL PASSAGGIO IN MERCEDES.
“La scintilla con il mondo delle gare è scattata vedendo mio Padre, ma non in Formula 1, perchè quando sono nato io era quasi alla fine di quella storia lì. Avevo dieci anni e gareggiava nel DTM, mi ha affascinato e ho voluto intraprendere quella strada iniziando dai Kart”.
Nico Rosberg riguardo alla sua passione per le corse

Sin dalla tenera età, Nico dimostra grande abilità sui kart. Grazie anche agli insegnamenti di papà Keke, riesce a vincere gare e campionati. Passato alle monoposto, debutta in Formula BMW, conquistando nove vittorie su venti Gran Premi. Questi risultati, uniti ad altri buoni piazzamenti, gli valgono il Titolo. Dopo un paio d’anni di apprendistato in Formula 3, nel 2005 passa in GP2, vincendo il Campionato al primo colpo. Con cinque vittorie e 120 punti iridati, compie finalmente il grande salto.
Per la stagione 2006, infatti, viene scelto da Frank Williams come pilota titolare in Formula 1. Nell’anno del debutto, affianca l’Australiano Mark Webber. La vettura, orfana del propulsore BMW, evidenzia problemi di affidabilità. Alla gara inaugurale, in Bahrein, Nico si piazza in settima posizione, conquistando i primi punti della sua Carriera. Dopo tre gare in cui non ottiene grandi risultati, al Nurburgring arriva di nuovo settimo. Complice la poca competitività della vettura, durante l’arco della stagione non marcherà più punti. Chiude il suo primo anno in Formula 1 con quattro punti, piazzandosi in diciassettesima posizione nel Mondiale.
Come nella passata stagione, anche il 2007 inizia con un settimo posto a Melbourne. Nella prima metà del campionato, complice la solita mancanza di prestazione della vettura, Nico si trova in difficoltà. Nelle nove gare iniziali, oltre alla buona gara in Australia, conquista una sesta posizione a Barcellona. Rosberg non demorde, e come insegnatoli dal padre Keke, si getta a capofitto nella lotta. Le ultime sette gare, infatti, sono ricche di buone prestazioni. Va quasi sempre a punti, sfiorando addirittura il podio in Brasile, dove arriva quarto. I venti punti conquistati gli valgono la nona posizione in classifica.

L’annata del 2008 inizia con un terzo posto, a Melbourne. Il primo podio in Formula 1 da linfa a Nico, che cerca di guidare sopra i problemi della macchina. Purtroppo, i piazzamenti in zona punti scarseggiano, costringendo Rosberg a lottare duramente solo per le posizioni di rincalzo. Con due ottavi posti e un podio, in tredici gare, il Tedesco si trova in difficoltà. Deve assolutamente togliere il coniglio dal cilindro. La magia, finalmente, la compie a Singapore, dove arriva secondo, dietro Alonso.
Nelle restanti tre corse, chiuse fuori dai punti. Con diciassette punti ed una tredicesima posizione finale, Nico sapeva che avrebbe potuto fare di meglio. Grazie ad una vettura più competitiva, il 2009 fu abbastanza positivo. In questa stagione non conquistò alcun podio, ma dimostrò di poter ambire più in alto. Nel Gran Premio di Singapore, infatti, lottò per la vittoria con Lewis Hamilton. Il Tedesco, dopo aver combattuto tenacemente, ricevette una penalità in seguito ad una imprudente uscita dai box. A fine gara, complice questo fatto, terminò undicesimo.
Grazie agli undici piazzamenti nei punti, Nico si classificò in settima posizione nel Mondiale, collezionando 34,5 punti. A fine anno, lasciò la Williams e si accasò in Mercedes. Il Team Anglo-Tedesco, che negli anni a venire avrebbe fatto la storia, ingaggiò al suo fianco Michael Schumacher. Il Kaiser, al rientro in Formula 1 dopo quattro stagioni di assenza, venne battuto dal giovane Rosberg. Il figlio di Keke, dimostrò di essere all’altezza del compagno di Team.

Nonostante la vettura non fosse dotata di grandi prestazioni, Nico si tolse qualche soddisfazione. I podi, infatti, furono ben tre, mentre Schumacher non ne conquistò nemmeno uno. Concluse settimo nel Mondiale con 142 punti Iridati. Il 2011 fu peggiore della stagione appena conclusa, in quanto le prestazioni della vettura non garantivano grandi velleità. Nico ci metteva del suo, ma i vari problemi con gli pneumatici non gli consentivano prestazioni di qualità. Anche in questa stagione riuscì a battere Schumacher, conquistando 89 punti e la nona posizione in Classifica.
Il campionato del 2012 si rivelò simile a quello precedente. La vettura, insofferente con gli pneumatici, non garantiva grandi prestazioni. Incredibilmente, in Cina, dopo aver centrato la Pole Position, Nico vinse il primo Gran Premio della sua Carriera. Questo fu un episodio isolato, in quanto la stagione, a parte il secondo posto a Monaco, continuò a non dare grandi gioie. Addirittura, molto spesso, Rosberg finì fuori dalla zona punti. A fine stagione, Schumacher annunciò il ritiro, lasciando libero il posto. Le trattative con Lewis Hamilton andarono in porto, così Rosberg ritrovò l’amico di tante battaglie nelle categorie minori.
LOTTA CON LEWIS HAMILTON.

La Mercedes riuscì a mettere in pista una monoposto abbastanza competitiva, in grado di lottare per le prime posizioni. L’unica pecca riguardava la gestione delle gomme, cosa molto problematica da gestire. La stagione di Nico iniziò sottotono, con il ritiro nella gara inaugurale di Melbourne. Dopo una serie di gare difficili, Rosberg diede una certa sterzata al suo campionato, arrivando primo nel GP di Monaco. Si riconfermò anche a Silverstone, arrivando davanti a Mark Webber e Fernando Alonso. La seconda parte della stagione fu caratterizzata da buone prestazioni, con due podi nelle ultime quattro gare.
Il secondo posto conquistato in India ed il terzo di Abu Dhabi confermarono il talento del Tedesco. A fine campionato, i punti saranno 171, cosa che gli varrà la sesta posizione in classifica. Il rapporto con Hamilton era abbastanza buono, dato anche dalla lunga amicizia che legava i due. Nel 2014, però, la musica era destinata a cambiare. I test, evidenziarono come i Tedeschi fossero stati capaci di sviluppare una vettura incredibilmente veloce. La Mercedes, infatti, si rivelò il Team da battere.
La nuova stagione prese il via con una vittoria, a Melbourne. La spaccatura tra Nico e Lewis, iniziò ben presto. La lotta per il mondiale era una cosa loro. Dopo aver concluso quattro Gran Premi al secondo posto, alle spalle di Hamilton, Nico vinse a Monaco, bissando il successo del 2013. Grazie ad altre due vittorie, il Tedesco si ritrovò leader in campionato. A Spa, la tensione tra lui e l’Inglese raggiunse il picco. In partenza, Nico urtò Hamilton, causandogli una foratura e compromettendone la gara. Lui, uscito indenne dal confronto, vinse e rafforzò il primato.

Quando tutto sembrava girare per il meglio, Lewis diede una sterzata fortissima alle sorti del Mondiale. Il Tedesco non fu capace di contrastare il compagno di Team, che vinse ben sette gare su otto. Complice anche un problema a Singapore, Nico accumulò un ritardo di 17 punti dal rivale. Nel Gran Premio conclusivo, solo un miracolo avrebbe potuto consegnarli il titolo. Purtroppo, in griglia ebbe problemi al volante, perciò fu costretto al ritiro. Hamilton, primo al traguardo, vinse il campionato. Con 317 punti e un secondo posto in classifica finale, Rosberg non aveva nessuna intenzione di mollare.
Ormai, l’amicizia con Lewis era diventata vera e propria antipatia. Per il 2015, il Tedesco era deciso a dare ancor più battaglia al rivale. La Mercedes, imbattibile e velocissima, aveva il duro compito della gestione dei due piloti. Il 2015 di Rosberg iniziò con il secondo posto di Melbourne, alle spalle del compagno di Team. Nico, però, faticò a contrastare il dominio di Lewis. Nelle prime dieci gare, i suoi successi furono solamente tre. L’Inglese, dall’alto delle sue cinque vittorie, risultò imprendibile. La seconda parte di stagione, Nico cedette quasi di schianto, arrivando quasi sempre alle spalle del compagno.
Le speranze di vittoria sfumarono in Texas. Con il successo di Austin, Hamilton divenne Campione del Mondo con tre gare di anticipo. Rosberg, ferito nell’orgoglio, non si diede per vinto. Concluse il Mondiale con tre vittorie consecutive, mettendo in guardia Hamilton. Lui, non avrebbe mai mollato. Per il secondo anno di fila si piazzò secondo nella graduatoria finale, con 322 punti.
VITTORIA DEL TITOLO E RITIRO.

La stagione del 2016 mise in luce un Nico caparbio e più sicuro dei suoi mezzi. Iniziò il campionato in modo splendido, facendo sua la vittoria nelle prime quattro gare. Le frecciatine con il compagno di Team si fecero molto più frequenti. Il clima, all’interno della Mercedes, si fece letteralmente incandescente. Il climax avvenne in Spagna, quando i due arrivarono ad un’incredibile collisione. Hamilton, nel tentativo di sorpassare il Tedesco, perse il controllo della vettura, andando a sbattere contro quest’ultimo. A fine gara, Toto Wolff convocò entrambi i piloti, cercando di stemperare la situazione. Il manager Austriaco ci riuscì, ma solo in parte.
Al Red Bull Ring, dopo una furibonda rimonta, Nico si ritrovò in testa alla gara. Proprio durante l’ultima tornata, il compagno Inglese lo attaccò. I due vennero, ancora una volta, al contatto. Il figlio di Keke ebbe la peggio, danneggiando l’ala. Hamilton riuscì a guadagnare il traguardo in prima posizione, mentre Rosberg chiuse quarto. A questo punto, il vantaggio in classifica si ridusse notevolmente. Hamilton, con quattro vittorie di fila, si portò in testa alla graduatoria. Nico non si diede per vinto, imponendosi in quattro gran premi su cinque.
A Sepang, complice il ritiro di Lewis, il Mondiale prese la strada del Tedesco. Nico, sapendo di avere un buon vantaggio, decise di assumersi meno rischi possibili. Lewis, costretto a vincere tutte le corse, doveva sperare in un passo falso di Rosberg. Dal canto suo, il figlio di Keke non sbagliò nulla, riuscendo a tenere a distanza l’Inglese. Nonostante le quattro vittorie di fila, Hamilton concluse il Mondiale alle spalle del Tedesco. Finalmente Nico poteva festeggiare. Il secondo posto di Abu Dhabi gli regalò il suo primo Titolo. I 385 punti furono la ciliegina sulla torta, mettendo in evidenza la costanza di risultati.
La pressione degli ultimi anni era stata asfissiante. Nico aveva capito che la Formula 1 non era più una sua priorità. A cinque giorni dalla vittoria Mondiale, Rosberg annunciò il ritiro dalle corse, a soli trentuno anni. Lui, il suo sogno lo aveva coronato. Dopo 34 anni dalla vittoria di Keke, Nico aveva riportato il Titolo a casa. Con una moglie e due figli, la voglia di godersi la vita era la giusta prospettiva. E allora grazie, Keke e Nico. Grazie di averci fatto sognare con le vostre vittorie.
Appassionato della Formula 1 dei bei tempi.
Sempre al passo del Mondo d'oggi.