Piloti di una volta: Nelson Piquet
5 Gennaio 2021“Correre a Montecarlo è come andare in Bici dentro casa“
Nelson Piquet

Buonasera a tutti i lettori. Quest’oggi vorrei parlarvi di un pilota carismatico che ha dato tanto alla Formula 1, ovvero Nelson Piquet. Driver dal talento esagerato, simpatia e personalità da vendere. Piquet è riuscito, in 14 anni di corse nella massima Formula, a vincere Tre Mondiali, conditi da 23 successi in gara, 60 podi e 24 Pole Position. Si è distinto, oltre alla velocità, per il suo carattere schietto e giocoso. Latin Lover acclamato dai rotocalchi Femminili, è il padre di Nelson Piquet Jr e Pedro Piquet, a loro volta piloti.
Nelson Piquet Souto Maior nacque in Brasile, a Rio De Janeiro, il 17 Agosto 1952. Iniziò a praticare Tennis da bambino, con un discreto successo. La passione per le corse scaturì a 14 anni, dopo aver comprato un Go Kart con un gruppo di amici. Il padre, essendo contrario alla sua passione motoristica, lo mandò a studiare in California. Tornò appena un’anno dopo e, alla morte del padre, si iscrisse alle gare di Formula Super Vee, riuscendo a trionfare nel 1976. Trasferitosi in Europa per continuare la sua carriera, conquistò molte vittorie in Formula 3.
Il debutto in F1 avvenne nel 1978, nel Gp di Germania, a bordo di una modesta Ensign- Ford. Dopo essersi qualificato 21°, dovette ritirarsi per problemi al motore mentre si trovava in dodicesima posizione. Le tre gare successive le corse a bordo di una McLaren privata, ottenendo un nono e undicesimo posto come miglior risultato. Per la stagione 1979 venne notato da Bernie Ecclestone e dopo aver battuto la concorrenza di Elio De Angelis, grazie ad alcuni sponsor, si aggiudicò il sedile della Brabham. La prima stagione a bordo della Monoposto motorizzata Alfa fu relativamente avara di soddisfazioni, in quanto la vettura era poco sviluppata. La stagione successiva esplose con tutto il suo talento e addirittura lottò per il titolo fino all’ultimo. A fine campionato si classificò secondo nel Mondiale, dietro al vincitore Alan Jones.

La consacrazione arrivò nel 1981, anno in cui il Brasiliano riuscì a vincere il Titolo, con ben 3 successi nei Gp. In quest’annata lottò principalmente con Carlos Reutemann e Alan Jones, riuscendo ad imporsi su questi ultimi grazie ad un quinto posto nella gara finale. Il 1982 fu un anno di transizione, con la Brabham che adottò il nuovo propulsore BMW. La stagione fu piena di ritiri dovuti all’affidabilità, ma Nelson conquistò comunque un successo nel Gran Premio del Canada. Questo fu anche l’anno della famosa lite al Gran Premio di Hockenheim, tra lui ed Eliseo Salazar. Mentre Nelson si accingeva al doppiaggio del Cileno, quest’ultimo lo tamponò, mettendo fine alla cavalcata trionfale del Brasiliano, che in quel momento conduceva in prima posizione.
Il 1983 fu ancora trionfale. Dopo aver vinto in Tre Gran Premi e conquistato otto podi totali, Piquet si laureò per la seconda volta Campione del Mondo. Questa stagione lo vide in lotta con Alain Prost. Il Mondiale 83′ fu il primo vinto da una vettura Turbo. Le due successive annate, quelle dell’84’ e 85′, furono scarne di risultati. In due anni Nelson si aggiudicò appena 3 vittorie, riuscendo però a far segnare molte Pole Position. Per il 1986 si accordò con la Williams. Il rapporto con la scuderia di Sir Frank fu tuttavia burrascoso, anche se vincente. Durante questa stagione, infatti, ebbe screzi con Patrick Head. Il Brasiliano si lamentò del fatto che i meccanici migliori lavorassero sulla vettura di Mansell, invece che sulla sua. Si giocò il titolo, conquistando 4 vittorie e 10 podi.

La stagione successiva fu trionfale, coronata dal terzo Titolo Mondiale. La lotta si consumò con il suo compagno di squadra, Nigel Mansell. Durante la prima parte di stagione, il “Leone Inglese” risultò più consistente, ma Piquet si riprese, chiudendo i giochi a due gare dalla fine. Durante il Gran Premio del Giappone, Mansell ebbe un’incidente che precluse la sua partecipazione ai due ultimi Gp, consegnando il mondiale nelle mani di Nelson. Per l’88’ e l’89’ firmò un contratto con la Lotus. L’esperienza si rivelò altamente infruttuosa, con lo scarso feeling del pilota Brasiliano nei confronti di squadra e vettura. Il primo anno arrivò a podio tre volte, non riuscendo mai a lottare per un vittoria di gara.
L’anno successivo non conquistò addirittura nessun podio, con un quarto posto come miglior piazzamento. Nel biennio 90- 91′, Piquet visse invece una seconda giovinezza. Pagato in base ai punti che conquistava, riuscì a tagliare il traguardo per primo in due occasioni. Vinse il Gran Premio del Giappone e l’ultima gara di Adelaide, in Australia. L’anno successivo ottenne una vittoria e tre podi. Alla fine della stagione annunciò il ritiro dalla Formula 1, passando a correre in America. Dopo un grave incidente, in cui ebbe lesioni agli arti, decise di correre ancora una volta nella 500 Miglia di Indianapolis, non riuscendo a incidere. Questa fu la sua ultima corsa ad alti livelli. Partecipò, negli anni successivi, a qualche Gran Premio Turismo e alla 24 H di Le Mans.
Oltre alle sue vittorie, come ho accennato ad inizio articolo, vorrei sottolineare il carattere schietto e giocoso del Brasiliano. Tombeur de femmes per antonomasia, ha sempre sottolineato la sua passione verso il “Gentil Sesso”, con battute addirittura ad inizio corsa. Sono famosi i siparietti con il giornalista e suo amico Ezio Zermiani, il quale lo intervistava in griglia di partenza, “censurando” le parole scherzose di Nelson. Aldilà di tutto, si può chiaramente affermare che Piquet è stato uno dei migliori in pista, scontrandosi con varie generazioni di piloti, passando da Lauda sino ad arrivare a Senna e Prost.
Appassionato della Formula 1 dei bei tempi.
Sempre al passo del Mondo d'oggi.
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