La leggenda degli Hill- Quando il Mondiale è affare di famiglia.

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Storia di Graham e Damon Hill, padre e figlio, piloti di Formula 1 capaci di conquistare il titolo Iridato. Alti e bassi, sacrifici, motivazioni speciali che ti spingono oltre i tuoi limiti, alla conquista della vetta più importante.

“Un secondo posto se lo ricordano solo tua Moglie e il tuo cane.”

Damon Hill
Damon Hill alla guida della Williams.

IL PESO DI ESSERE FIGLIO D’ARTE.

Essere figli di un padre importante, molto spesso, non è affatto facile. Se tuo papà è stato un pluricampione di Formula 1, la pressione è maggiore. Bene, immaginate di essere il figlio di Graham Hill. La gente ti etichetta, ti dice che non hai talento; sei li solamente per via del Cognome che porti. Bene, tutte queste frasi, Damon le ha sentite per decenni.

La Formula 1 è un mondo fatto di vittorie, di eroismo, di adrenalina. Purtroppo, però, delle volte queste emozioni sono contrapposte a odio, gelosia e codardia. Sta tutto nella tua abilità di concentrarti e lasciar parlare gli altri, quelli che criticano senza sapere nulla di te. Ecco, Damon Hill lo ha fatto. Ha ignorato le critiche, i commenti negativi e successivamente ha vinto.

Correre in Formula 1 è come tenere un uovo in equilibrio su un cucchiaino mentre affronti le rapide in Canoa.”

Graham Hill
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Graham Hill con addosso il suo Iconico casco.

LA CARRIERA DEL GENTLEMAN, DEL PLURICAMPIONE: GRAHAM HILL.

La Formula 1 e il canottaggio. Due passioni, da un lato così diverse e da un altro così simili. Due sport adrenalinici, in cui la velocità e l’abilità la fanno da padrone. Graham Hill, al canottaggio ci tiene tanto, a tal punto di “portarlo sempre in testa”, nel casco. I remi stilizzati del London Rowling Club, infatti, lo accompagneranno per tutta la sua Carriera. Graham, inizialmente, viene colpito dal fascino delle motociclette. Dopo essere incappato in un’incidente, la sua attenzione vira sulle vetture da corsa. Si iscrive ad un corso, a Brands Hatch, in cui guida una Formula 3000, e da quel momento in poi, la sua vita cambierà totalmente.

Il suo esordio in Formula 1, datato 1958, non sarà particolarmente fortunato. La Lotus di Chapman è ancora acerba. Una serie di ritiri lo blocca, portando a casa solamente due arrivi al traguardo. Un sesto posto a Monza e una sedicesima piazza nel Gran Premio del Marocco non lo collocano nemmeno nei punti. Nel 59′ la musica non cambia, e dopo un’altra stagione avara di soddisfazioni, passa in BRM. Da vero Gentleman quale è, Graham Hill manterrà negli anni un buon rapporto con Chapman, cosa che gioverà alla sua Carriera.

Hill, dopo un paio di Campionati negativi con la sua nuova scuderia, non si scoraggia. Grazie alla sua perseveranza, nel 1962 diverrà Campione del Mondo per la prima volta, dimostrando tutto il suo valore. In quel magico anno, infatti, le vittorie saranno quattro. Con 42 punti in classifica precede il suo amico e rivale Jim Clark. Dal 63′ al 65′, tranne nel 1964 in cui trionfò Surtees su Ferrari, proprio lo Scozzese lo precederà in Classifica Mondiale. Il 1966 lo vede faticare, non ottenendo nessuna vittoria. I tre soli podi conquistati fanno maturare in lui la decisione di lasciare la BRM, in cui si faceva largo un giovane Jackie Stewart.

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Graham Hill alla guida della BRM, vettura che gli regalerà il primo Mondiale nel 62′.

In mezzo alla delusione, ci fu spazio comunque per il trionfo alla 500 Miglia di Indianapolis, a bordo di una Lola- Ford. Proprio la sua amicizia con Colin Chapman, per il 67′, lo ricondusse in Lotus. La scuderia del geniale progettista Inglese era ormai diventata vincente, come dimostravano i Titoli e le vittorie di Clark. Graham, che si ritrovò al fianco del suo amico e rivale Scozzese, faticò nella prima stagione. I ritiri furono ben otto. Due soli podi ed un quarto posto lo collocarono in settima posizione nel mondiale, con 15 punti iridati. Questa fu, però, una delusione che in parte, svanì l’anno successivo.

La stagione, partì infatti con Graham subito secondo nel Gran Premio del Sudafrica, a Kyalami. Con le successive vittorie in Spagna e Montecarlo, si issò in prima posizione nel Mondiale. L’anno proseguì con la tragica scomparsa di Jim Clark, che mise a dura prova la solidità caratteriale dell’intero Team Lotus. Mentre Chapman meditava il ritiro dalle corse, Hill fu capace di motivare tutta la squadra, affrontando paure e delusioni. Dopo una seconda parte dell’anno abbastanza difficile, Graham conquistò il secondo posto a Watkins Glen, ridando fiducia alle speranze da Titolo.

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Graham Hill a Montecarlo nel 68′. La corsa del principato darà molte soddisfazioni al pilota Inglese, che conquisterà la vittoria di questa splendida corsa ben 5 volte, venendo soprannominato Mr. Monaco.

Nell’ultima gara, in Messico, quelle speranze divennero realtà. Graham Hill vinse la corsa, aggiudicandosi il Mondiale con 48 punti. Probabilmente ancora scosso dalla perdita di Clark, disputò la stagione del 1969 sottotono, anche se riuscì a conquistare il suo quinto successo a Montecarlo, venendo soprannominato Mr. Monaco. A fine anno, con 15 punti e una settima posizione in Campionato, lasciò la Lotus, accasandosi nella scuderia di Rob Walker.

Da questa stagione in poi, iniziò il suo declino in Formula 1. Dopo aver fondato l’Embassy Hill Team, continuò a correre nella massima categoria fino al 75′, anno in cui si ritirò. In mezzo a questi eventi, sviluppò una certa curiosità nelle vetture prototipi, partecipando a due 24 H di Le Mans, vincendone una nel 72′, a bordo della Matra. Graham è l’unico pilota detentore della cosiddetta Triple Crown, ossia l’accoppiata di vittorie al GP di Montecarlo, alla 500 Miglia di Indianapolis e alla 24 H di Le Mans.

LA TRAGICA MORTE DI GRAHAM, LE PAURE E IL VIA ALLA CARRIERA DI DAMON.

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Damon in Moto, ai suoi esordi in 350.

A volte il destino è beffardo, si sa. Durante un volo di ritorno dal circuito di Paul Ricard, Graham ebbe un tragico incidente aereo, nel quale, oltre a lui, persero la vita il pilota Tony Brise, due meccanici e il Team Principal del suo Team. La data, il 29 Novembre 1975, rimarrà un nefasto ricordo nella mente di tutti, tra cui suo figlio Damon.

La carriera di Damon, in un certo senso partì proprio da qui, da questo tragico episodio. La paura della Morte lo attanaglierà per tutta la sua vita, spingendolo addirittura all’analisi. Quando papà Graham muore, Damon sente tutta la pressione. Decide di iniziare a correre, seguendo le orme di suo padre. La sua passione, come fu per Graham, riguardò inizialmente le moto.

Data la precaria condizione economica in cui versava la sua famiglia, ridottasi gravemente dopo la morte del padre, Damon dovette lavorare come meccanico per pagarsi le iscrizioni alle prime corse. Esordì nel 1981, a bordo di una Yamaha. Corse quindi dall’81’ all’84’, nella classe 350. I risultati non furono entusiasmanti ma nemmeno scarsi. Dopo aver vinto qualche gara, abbandonò le moto per correre in automobile. La scelta fu fatta soprattutto per le pressioni della madre, preoccupata dei pericoli delle corse in moto.

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Damon Hill in Formula 3000, impegnato sul circuito di Oulton Park.

La carriera in macchina faticò a decollare, anche vista la difficoltà nel trovare sponsor. Damon fu allora costretto a chiedere un prestito in banca, in modo da finanziare l’iscrizione ai primi Campionati. Vinse la sua prima corsa in Formula Ford, a Brands Hatch, nel 1984. Lottò in Formula 3000 per vari anni, senza riuscire a vincere Campionati Mondiali. Le sue migliori stagioni le disputò nel 1987 e 1988, dove ottenne diverse vittorie e Pole Position, marcando varie volte il giro più veloce in gara.

Purtroppo, le vetture a sua disposizione non erano molto performanti, cosa che non garantiva una buona competitività. Damon, però, di mollare non ne ha la minima idea. Continua comunque a lottare, in cerca di un sedile migliore. La svolta arriva nel 91′, quando riceve la chiamata di Sir Frank Williams, che lo ingaggia come collaudatore. Hill svolse un lavoro magnifico, percorrendo ben undici mila Km a bordo della FW14.

Oltre allo splendido contributo dato alla causa Williams, l’Inglese si dimostrò veramente veloce. Girò sempre sui tempi dei due piloti titolari, Mansell e Patrese, attirando l’attenzione di altri Team della Formula 1, tra cui la Brabham. Segno del destino o no, quest’ultima fu anche una delle scuderie in cui corse il padre.

L’ESORDIO IN FORMULA 1 E IL TRIONFO DEL 96′.

“L’anno scorso è stata una vita intera, tutta una carriera in una stagione. Siamo passati da essere feccia a essere Campioni.”

Hill nel 97′, in riferimento alle critiche pre-vittoria del Campionato del Mondo.
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Damon alla guida della Brabham, vettura dell’esordio in Formula 1.

Nel 1992, Damon ci riuscì. Finalmente arrivò il tanto sognato debutto in Formula 1, anche se a bordo di una delle vetture più lente dell’intero Circus. Dopo varie non qualificazioni, a Silverstone spinse la macchina oltre alle sue possibilità, strappando l’ultima casella disponibile. In gara arrivò sedicesimo, suscitando l’interesse della Ligier. Dopo un’undicesimo posto nel Gran Premio di Ungheria, la Brabham, in preda a crisi finanziarie, dovette ritirarsi dalla Formula 1. Damon continuò quindi il suo lavoro come collaudatore Williams, concludendo così la stagione.

Il 93′ si aprì in maniera clamorosa, con il Licenziamento del campione uscente Nigel Mansell. Sir Frank, dunque, stupì tutti con una decisione inaspettata. Al fianco di Alain Prost ci andò proprio Hill, che venne così promosso secondo pilota Williams. Il numero di corsa fu lo 0, perchè il numero 1 era destinato solamente al campione uscente, in questo caso Mansell. Damon dimostrò a tutti che, nonostante il numero 0 stampato sul musetto, poteva chiaramente lottare con chiunque.

La Stagione fu veramente spettacolare, all’insegna della costanza e della velocità. Conquistò la sua prima Pole Position nel Gran Premio di Francia, in cui arrivò secondo dietro Alain Prost. Vinse le sue prime corse, in Ungheria, a Monza e a Spa, ottenendo complessivamente dieci podi. A fine Campionato i punti furono 69, che gli consentirono di piazzarsi al terzo posto Iridato. Il 93′ si concluse con l’annuncio del ritiro di Prost, con il conseguente ingaggio in Williams di Ayrton Senna.

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Il famoso contatto Hill-Schumacher del Gran Premio di Adelaide del 94′.

Damon iniziò la nuova stagione in modo negativo, con vari ritiri e un sesto posto nella funesta gara di Imola, in cui morì proprio il compagno di squadra Senna. La perdita della Leggenda Brasiliana lo colpì profondamente, ma probabilmente lo spinse a dare ancora di più il massimo. Lottò per la conquista del Titolo contro Michael Schumacher, alla guida della Benetton-Ford. La lotta tra i due divenne poi antipatia, in seguito a varie interviste in cui i due si lanciavano frecciatine. Un contatto in pista ne acutizzò la rivalità, che durò fino al 96′.

Dopo un filotto di vittorie e complice un paio di squalifiche inflitte a Michael, Damon arrivò al Gran Premio finale con un solo punto di differenza dal Tedesco. I sogni iridati dell’Inglese, però, andarono in frantumi in seguito ad un contatto con Schumacher. Il Tedesco, dopo aver danneggiato la sospensione in seguito al tocco di un muretto, fu raggiunto da Hill che cercò di sorpassarlo. Mentre Damon tentava la manovra, Michael lo tamponò, compromettendo la sospensione del rivale.

Michael si ritirò, mentre l’Inglese si fermò ai box per riparare la monoposto. I meccanici si resero conto della gravità del danneggiamento, così Damon scese mestamente dalla vettura. Si concluse così il Campionato, con questo incredibile episodio.

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Damon Hill festeggia la vittoria. Alle sue spalle Michael Schumacher.

Il 1995 fu nuovamente un’anno deludente. La Williams era competitiva, ma non abbastanza da impensierire la Benetton di Schumacher. Più volte la rivalità tra i due sfociò in incidenti, tra cui quello di Monza e Silverstone. Le critiche massacravano Damon, a cui non venivano dati i meriti delle vittorie. Molti, infatti, sostenevano la tesi che a vincere fosse la competitività della Williams e non il Talento di Hill. Nonostante sette Pole Position e quattro vittorie, Damon Hill si piazzò dietro Schumacher, al secondo posto in Classifica Mondiale, con 69 punti.

Il 1996 si aprì con Michael Schumacher in Ferrari, pronto a vincere ancora il Titolo, questa volta con il Cavallino. Damon rovinò i piani del Tedesco, disputando la sua miglior stagione in Formula 1. Hill dominò letteralmente il Campionato, conquistando ben nove Pole Position e otto vittorie. Il rivale della lotta al titolo fu il compagno di squadra Jacques Villeneuve, che arrivò comunque a 19 punti di distacco. Con 97 punti e il titolo appena conquistato, Damon si aspettava il rinnovo, ma così non fu.

ULTIME TRE STAGIONI IN FORMULA 1 E IL RITIRO.

Sapevo che c’era un incidente ad aspettarmi dietro l’angolo. Poteva essere la prossima curva che avrei dovuto affrontare. Ho pensato che avrei potuto morire, e quindi mi sono ritirato.

Una frase dell’Autobiografia di Damon Hill, in riferimento al ritiro dalle corse.
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Ultima vittoria in Formula 1 per Damon Hill, a Spa 1998.

Il ringraziamento della Williams fu il mancato rinnovo del contratto, con il conseguente accordo tra Damon e la Arrows. Hill si accasò, dunque, nella scuderia Inglese. La stagione del 1997 fu tribolata, con soli sette punti e un solo podio, nel Gran Premio di Ungheria. La vettura era infatti abbastanza lenta e peccava di affidabilità. Dopo un mancato accordo con la McLaren, nel 98′ e nel 99′ firmò con la Jordan, portandola al successo nel Gran Premio del Belgio del 1998. Questa fu anche la sua ultima vittoria e il suo ultimo podio in Formula 1.

“Capitan zero” affrontò, dunque, l’ultima stagione della sua carriera. Ormai demotivato e deciso a lasciare definitivamente il Circus, collezionò molti ritiri e solamente sette punti, esattamente gli stessi del 97′ in Arrows. Concluse l’ultima gara, a Suzuka, ritirandosi al 21° giro, in seguito ad un testacoda.

Il ritiro dalla Formula 1, oltre al fatto degli ormai 39 anni d’età, fu dato soprattutto dalla paura di Damon. In Hill, infatti, nacquero timori al fatto di un incidente che gli sarebbe potuto essere fatale, memore di ciò che accadde a tanti suoi colleghi, tra cui Ayrton Senna.

La morte del Padre, probabilmente, lo segnò in modo indelebile nel carattere. A differenza di Graham, sempre allegro e scherzoso, Damon era taciturno e schivo. Certamente, con il titolo del 1996, la leggenda degli Hill divenne ancor più epica.

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