Marquez e Hamilton, storie di un dominio. Chi è il migliore?
26 Marzo 2021Un viaggio nell’Empireo del motorsport, al cospetto di due degli uomini più vincenti della storia delle corse motorizzate. Hamilton vs Marquez, il confronto è possibile? Chi ne uscirebbe vincitore?
Il Carnevale un tempo era l’ultimo giorno di libertà prima delle privazioni del tempo quaresimale. Un giorno in cui si doveva fare tutto quello che per i successivi quaranta giorni sarebbe stato vietato. Un giorno eccezionale, nel senso letterale della parola: un giorno pieno di eccezioni. E siccome quest’anno la pandemia ci ha rubato (di nuovo) il carnevale, voglio prendermi questo spazio per vivere un’ccezione tutta mia. Voglio svestire i panni del cantastorie sportivo e vestire quelli dell’opinionista da bar-sport. Sì, perchè il confronto che propongo oggi rischia di essere molto più a suo agio in un circolo di paese (e magari tra tassi alcolemici elevati) che in una pagina di giornalismo sportivo. Con questa premessa, mi chiedo: chi tra Lewis Hamilton e Marc Marquez ha imposto il dominio più totale?
Un confronto possibile?

Il quesito nasce da una riflessione. Chi scrive non ha nella memoria una dimostrazione di forza come quella che Marc Marquez ha espresso nel Gp di Spagna 2020. In quella gara Marquez ha mostrato una superiorità ai limiti dell’imbarazzo, facendo sembrare tutti i suoi colleghi dei pivelli impauriti in sella ai primi due tempi da patentino. Di qui, la domanda: il corrispettivo a quattro ruote di Marquez ha mai fatto qualcosa del genere? Tra le prestazioni eccezionali di Hamilton ci si ricorda la remuntada del Gp di Germania 2018 (forse ce lo ricordiamo per altri motivi…) o la gestione straordinaria del Gp di Turchia 2020, che lo ha consacrato iridato per la settima volta. Ma vista anche la radicale differenza delle gare dei due campionati, un’analisi così spannometrica sarebbe imprecisa. Senza comunque nessuna pretesa (ricordiamolo, questo vuole essere un discorso da bar-sport), conviene allora appigliarsi ai dati.
La stagione da rookie

Le prime stagioni nelle rispettive top class dei due fenomeni sono state strabilianti per entrambi. Marquez ha vinto il suo primo mondiale in MotoGP da rookie: prima di lui, solo Kenny Roberts Sr. ci riuscì. Hamilton si è visto sfumare l’iride per un solo punto: un misto di inesperienza (ammettiamolo, Luigino che si insabbia prima della pitlane a Shangai 2007 ci fa ancora godere) e di sfortuna (vedasi il guasto al cambio ad Interlagos, risarcito con interessi l’anno successivo). Due debutti incredibili, che hanno dato inizio a due carriere da record. Nonostante Hamilton non abbia vinto subito, per ora la sfida è in pareggio.
La solitudine dei “numeri primi”: ancora un pareggio
Per confrontare due categorie così radicalmente diverse è obbligatorio considerare i risultati in percentuale: le quattroruote mediamente corrono qualche gran premio in più a stagione. Lewis Hamilton ha vinto il 35,71% dei gran premi corsi (95 su 266) ed è andato a podio nel 62% delle occasioni (165 su 266). Se si considerano però solo le prestazioni di Hamilcon con Mercedes ecco allora che la percentuale di vittorie sale al 47,4% (74 vittorie su 156 gran premi) e quella dei podi al 74,3% (116 podi su 156 gran premi). Dal canto suo, Marc Marquez ha una percentuale di vittorie del 43,4% (56 vittorie su 129 gran premi) e una percentuale di podi del 73,6% (95 top-3 su 129 gran premi). Questi dati, attenzione, vanno presi con le pinze. Se è vero che, sulla totalità della carriera, il confronto lo vincerebbe Marquez, è anche vero che Marc non ha mai cambiato team, come invece ha fatto Hamilton. E a ben vedere, se si considerasse solo il periodo di dominio di Hamilton, quest’ultimo la spunterebbe, seppur di poco. Lo scontro non si smuove dalla X.
Il primo nemico: Marquez ha sempre vinto contro i compagni di squadra

Nel motorsport, si sa, il primo rivale è appunto, come dice la parola stessa, “quello che sta dall’altra parte del fiume”. O, in questo caso, del box. Il dato di Marquez è eloquente: in MotoGP ha sempre battuto il proprio compagno di squadra in classifica. Escludendo il 2020, sia Pedrosa (2013-2018) che Lorenzo (2019) non hanno potuto nulla contro il 93. Piloti che, messi insieme, contano otto titoli mondiali. Inoltre, in media Marquez ha ottenuto l’80% in più di punti rispetto al proprio compagno (2275 contro 1266). I dati di Hamilton sono meno eclatanti. Dopo aver pareggiato il confronto con Alonso nella prima stagione (109 punti per entrambi), ha avuto vita facile con Kovalainen (2008-2009). Un altro pareggio con Button tra il 2010 e il 2012: Jenson vince per punti conquistati (672 contro i 657 di Hamilton) e per podi (25 a 22), ma perde per vittorie (8 a 9). Poi, la grande botta. Hamilton, rispetto a Rosberg ha ottenuto più vittorie, più podi, e più punti, ma il mondiale del 2016 vinto dal tedesco pesa come un macigno. Una sconfitta non certo numerica, ma pesantissima sul piano morale. Su Bottas si deve dire poco: vedasi quanto accaduto con l’altro collega finnico.
Sinergia col mezzo: Mercedes per tutti, Honda per Marquez
Il confronto col compagno di squadra dunque pende dalla parte di Marquez. E questo anche perchè la Honda è praticamente una moto su misura. Se Pedrosa ha saputo tenergli testa, è stato per il suo stile di guida, simile a quello di Marquez, e per la sua esperienza ultradecennale con Honda. Ma si pensi a Lorenzo: re dello stile pulito, si è trovato talmente male con la “moto di Marquez” che dopo una stagione si è addirittura ritirato. Una moto quasi inguidabile a detta di molti, che ha messo in difficoltà fior fior di campioni del mondo. Sull’altro fronte, considerando solo il periodo Mercedes di Hamilton, troviamo invece un mezzo stratosferico. Una macchina talmente più veloce che anche un esordiente, per quanto talentuoso (e già iridato), avrebbe potuto vincerci. E come Russel, probabilmente anche altri saprebbero vincere fin da subito sulla Mercedes (ecco, magari non un Magnussen, ma sicuramente un Perez o un Sainz).
Il verdetto: se Marquez vincesse altrove, sarebbe inarrivabile

Proprio quest’ultimo confronto è decisivo per scegliere un vincitore tra i due. Hamilton non è sempre stato così egemone come lo è Marquez, e nel suo periodo di massimo splendore ha comunque guidato un’astronave. E senza comunque nulla togliere ad un talento infinito come il suo, probabilmente ad ora non ha raggiunto il livello di dominio di Marquez. È anche vero però che Marc non ha mai cambiato aria: in un certo senso, è sempre stato nella sua “comfort zone” (e che comfort zone…). Non ha mai preso il grosso rischio di cambiare squadra, come d’altronde hanno fatto tutti i grandissimi (vedasi Rossi-Ducati, e lo stesso Hamilton-Mercedes). Insomma, il verdetto può essere questo: per diventare il Migliore, a Marquez manca solo di vincere altrove.