Imola e quei tragici ultimi istanti della vita di Ayrton Senna da Silva.

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Andiamo a ripercorrere gli ultimi momenti dell’asso Brasiliano, che perì sul circuito del Santerno in quel tremendo weekend di Maggio del 94′.

Essere una Leggenda; Ayrton Senna da Silva, lo era; anzi, lo è tuttora. Ricevere quest’investitura mentre si è ancora in attività, non è cosa da tutti. Già, perché Ayrton, Leggenda dell’automobilismo lo era prima di morire. Tra magie compiute sotto l’acqua e schiaccianti vittorie su temibili avversari, Senna non aveva dovuto chiedere il permesso per entrare a far parte del ristretto “club Leggende”. Quel funesto weekend primaverile di Imola, a fianco della targhetta “Immenso”, ci attaccò anche quella di Immortale.

Gli ultimi fotogrammi della vita dell’asso Brasiliano sono ormai stampati nel cuore di tutti gli appassionati. Fotogrammi riposti nella parte più triste dei nostri cuori, quella in cui ci vanno tutti gli amari ricordi. Quest’oggi, quegli ultimi istanti usciranno fuori ancora una volta, per essere compianti e poi sotterrati nuovamente nella parte più buia di tutti noi.

Fu come se Ayrton sapesse cosa il destino, da lì a poco, gli avrebbe riservato.

Imola Ayrton Senna
Ayrton senza casco, prima della partenza del tragico GP.

Senna non indossò il casco nei minuti prima della partenza, cosa molto insolita. Già, perché Ayrton seguiva un vero e proprio rituale. Prima di partire era solito calarsi nell’abitacolo con addosso il suo casco, l’elmo del soldato, anzi, del Re. Secondo le persone che lo conoscevano bene, il viso di Senna era rilassato. Le telecamere lo inquadrarono in una sorta di sguardo sereno, quasi come se sapesse ciò che il destino gli avrebbe riservato.

Quel weekend di Imola era partito male, malissimo. Il suo amico e compatriota Rubens Barrichello ebbe un pauroso schianto nella variante alta, durante le prove del Venerdì. “The Magic”, preoccupato per le condizioni dell’allora giovane esordiente, si precipitò subito al centro medico. I cronisti intercettarono Senna dopo molti minuti. Ayrton stava uscendo dall’ambulatorio situato sulla pista, e con poche parole rassicurò tutti sulla situazione dell’amico.

Come se non bastasse, Imola divenne ancora più cupa. Nonostante splendesse il sole, al Sabato si presentarono le nuvole. Esse furono nuvole di sgomento e preoccupazione, non di pioggia. Roland Ratzenberger, quelle nuvole le vide in prima persona. Proprio così, perché l’Austriaco della Simtek sbatté così violentemente alla curva Villeneuve che perse la vita. Quando la vettura fermò la propria corsa alla Tosa, Roland era ormai già immobile, senza vita. Senna, alla vista di quelle immagini, lasciò immediatamente il paddock, salvo poi andare sul luogo dell’incidente.

Il Brasiliano, emotivamente scosso, pianse per tanti minuti. Tra le sue preghiere, ci fu una promessa. La Domenica, in caso di vittoria avrebbe sventolato il drappo Austriaco in onore di Ratzenberger. Così, non fu. Alla partenza della gara, gli eventi catastrofici non cessarono. JJ Lehto e Pedro Lamy causarono un tamponamento, dati i problemi tecnici sulla vettura del Finlandese. Purtroppo, alcuni spettatori rimasero feriti da alcune schegge di lamiera che volarono sulle tribune.

Gli ultimi due giri di Senna. Fotogrammi destinati a restare, purtroppo, nella storia.

Imola Ayrton Senna
La vettura di Senna dopo il tremendo schianto.

Dopo l’incidente tra il Portoghese ed il Finnico, la Safety car dettò il ritmo. Ayrton, che seguiva da vicino quest’ultima, era pronto a riprendere la corsa. Appena la direzione gara diede il consenso, la Pace car entrò ai box, lasciando spazio alla competizione. Senna, non appena vide la bandiera verde, scattò. Schumacher, che lo seguiva, fu leggermente attardato. Il Brasiliano della Williams concluse la prima tornata dopo la ripresa della corsa, facendo segnare il terzo miglior crono.

Tutto sembrava andare secondo i piani. La Williams di Senna era veloce. Il Tedesco della Benetton, invece, era costretto ad inseguire. Le cose, però, stavano per fermarsi; questa volta, per sempre. Imola stava per diventare il circuito degli ultimi istanti di Ayrton.

Ad aspettare la Williams del Brasiliano, c’era la curva Tamburello. Grande curvone, velocissimo e in grado di portare al limite le vetture, il Tamburello era stato protagonista già in passato. Prima Piquet e poi Berger, avevano quasi rischiato la vita su quella porzione di circuito. Le barriere, posizionate in modo pericoloso, non potevano essere modificate. Già, perché oltre, la pista non si poteva spostare, data la presenza di un fiume. La tragedia era ormai imminente.

Alle 14:17, durante il settimo giro di corsa, Senna uscì di pista. Il Tamburello aveva maledettamente colpito ancora, questa volta in modo tragico. Gli ultimi fotogrammi della vita di Ayrton mostrarono una scena poco chiara. A distanza di anni, venne appurato che essi furono manomessi e cancellati. Da chi? Questo non venne scoperto. Quello che effettivamente emerse, diede ragione ai familiari di Senna. A provocare il fatale incidente non fu un errore del Brasiliano. Il “colpevole” del misfatto fu il piantone dello sterzo, spezzatosi proprio mentre Senna affrontava la curva.

Quel giorno, a Imola, Ayrton divenne Immortale. Grazie di tutto, Magic.

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