Come si affronta un giro sul circuito di Imola?
14 Aprile 2021Come si affronta un giro sul circuito di Imola? Il più velocemente possibile verrebbe da dire. Giusto, ma ciò non basta. Si sa che in Formula 1 niente è lasciato al caso, e ogni minimo dettaglio può fare la differenza. Ce ne accorgiamo quando per esempio accendiamo la PlayStation e proviamo ad emulare le gesta dei piloti che seguiamo in televisione ogni weekend di gara. Sappiamo che anche una frenata fatta troppo in anticipo o troppo in ritardo può comportare una perdita di tempo sul giro non indifferente. I dettagli, quindi, contano. E Imola non fa ovviamente eccezione, anzi.
Tanti appassionati, che apprezzano i lati più tecnici di questo sport, non si fermano al tempo sul giro o ai sorpassi più o meno belli, ma entrano negli aspetti più dettagliati, tra i quali, come affrontare il circuito in maniera corretta. Sperando di fare cosa gradita, ecco quindi una breve guida al circuito di Imola.
Prima di continuare, però, un piccolo disclaimer: non sono un pilota, né tantomeno un ingegnere. Tutt’al più ho qualche esperienza su titoli come Assetto Corsa o Gran Turismo. Dunque l’analisi che segue è interamente basata sugli onboard del weekend dell’anno scorso, quindi su considerazioni basate da ciò che si evince da questi ultimi.
Bene, dopo questo doveroso chiarimento, possiamo iniziare! Ho scelto di utilizzare le immagini dell’onboard di Lewis Hamilton, che pur non avendo fatto segnare la pole position l’anno scorso, a differenza del poleman Bottas presenta in video la telemetria.
Rettilineo principale

Usciti bene dalla Rivazza, ci si immette in quello che è il rettilineo principale. Caratteristica peculiare di quest’ultimo è che esso non è completamente dritto, quindi un vero e proprio rettilineo, ma una sezione molto veloce del circuito che comprende anche curva 19 e curva 1. Qui troviamo la prima zona DRS. L’anno scorso essa aveva inizio con la linea del traguardo del circuito (Come nell’immagine sottostante), mentre quest’anno è stata allungata e avrà inizio a partire dall’entrata della Pit Lane.

Attivato il DRS (in gara solo se l’avversario davanti è a meno di un secondo di distacco) e passata la griglia di partenza si affronta quella che, secondo la mappa sopra riportata, è curva 1, che porta verso il tratto della tristemente famosa Curva del Tamburello, teatro dell’incidente mortale di Ayrton Senna nel 1994 e ora sostituita da una variante, la Variante del Tamburello. Sul rettilineo principale si utilizzano tutte le 8 marce a disposizione.
Variante del Tamburello


Si scala fino in quinta marcia, e si entra in curva 2 a circa 180 km/h, andando ad utilizzare il cordolo interno.

Si riprende il gas in mano e ci si butta in curva 3 a circa 210 km/h, sempre andando molto aggressivi sul cordolo.

Uscendo da curva 3 si allarga fino quasi a toccare il cordolo esterno e si butta dentro la 6 marcia, percorrendo la parte finale della variante, ovvero curva 4, a tavoletta, a circa 250 km/h. Anche in questo caso, si va ad utilizzare il cordolo interno, seppur in manier minore rispetto alle due curve precedenti. Poco dopo l’uscita di curva 4 si sale in settima marcia e ci si immette nel breve rettilineo che porta alla Variante Villeneuve.

Variante Villeneuve

Dopo un breve rettilineo, come detto, si arriva alla Variante Villeneuve (curva 5 e curva 6). Vi si arriva in settima marcia ad una velocità tra i 290 e i 300 km/h. Non si frena, ma si riduce leggermente il gas e si entra in curva 5 sempre in settima marcia, a circa 265 km/h e sempre andando ad utilizzare il cordolo interno. Al punto di corda, come da telemetria si va sui freni, per prepararsi a curva 6.

Si scalano due marce, e si entra in curva 6 a circa 195 km/h. Come sempre, viene utilizzato il cordolo.

In uscita si va a prendere tutto il cordolo esterno e si percorre un breve rettilineo che porta a curva 7, la curva della Tosa.

Curva della Tosa


Si percorre la Tosa in terza marcia, andando a lambire il cordolo interno, per ottimizzare l’uscita verso la Piratella. Si percorre la curva a circa 110 km/h.

Come per l’uscita della Variante Villeneuve, anche qui si va ad utilizzare, soprattutto in qualifica, tutto il cordolo esterno fino quasi all’erba.

Piratella

Dopo una leggera curva a destra (curva 8) si arriva alla Piratella (curva 9 e curva 10). Ci si arriva in settima marcia a 285 km/h e si frena esattamente al cartello dei 50 metri.

Si scala una marcia e si entra in curva 9 a 230 km/h, questa volta andando solamente a sfiorare la linea bianca prima del cordolo.

Successivamente si riprende il gas in mano e si va nuovamente ad utilizzare il cordolo esterno fino alla linea rossa.

Si affronta poi curva 10 a tavoletta in settima marcia stringendo fino alla linea bianca esterna, per poi andare verso la sezione delle Acque Minerali.

Acque Minerali

Le Acque Minerali (curve 11, 12 e 13) sono forse uno dei punti più belli e famosi del circuito di Imola. Vi si arriva in settima marcia e si affronta curva 11 senza frenare entrando con una velocità tra i 280 e i 290 km/h. Questa volta non si va ad utilizzare il cordolo interno, ma si preferisce una linea più pulita.

Successivamente si va a toccare la linea verde del cordolo e si frena, a circa 235 km/h.

Si scala fino in quarta marcia e si entra in curva 12 a circa 155 km/h, andando a sfiorare la linea bianca del cordolo.

Si prosegue poi per curva 13 andandosi a prendere tutto il cordolo fino alla zona blu e a gas pieno immettendosi poi nel rettilineo che porta alla Variante Alta.

Variante Alta

Si arriva alla Variante Alta (curve 14 e 15) in settima marcia a circa 280 km/h e si frena poco prima del cartello dei 50 metri.

Si scala fino in terza marcia e si va ad aggredire violentemente il cordolo di curva 14, a circa 130 km/h.

Allo stesso modo si va ad aggredire anche il cordolo di curva 15, sempre in terza a circa 120 km/h.

In uscita da curva 15 si allarga e ci si va a prendere tutto il cordolo, mettendo la mononoposto quasi fuori dalle linee della pista.

Si prosegue poi full gas verso sinistra e si affronta curva 16 verso destra, per poi arrivare alla staccata della Rivazza.
Rivazza

Si arriva dunque alla prima Rivazza, curva 17, a 300 km/h in settima marcia, andando a frenare poco prima del cartello pubblicitario di Rolex. Quest’anno il DRS Detection Point, ovvero il punto in cui si va a determinare il distacco dalla vettura che precede per avere il DRS, è stato spostato proprio all’entrata di curva 17, mentre l’anno scorso era in uscita di curva 18.

Si scala fino in terza e si affronta la prima Rivazza a circa 145 km/h toccando la linea bianca prima del cordolo.

In uscita si allarga la traiettoria e si va a prendere tutto il cordolo fin quasi alla sabbia a lato.

Si passa in quarta marcia e ci si butta nella seconda Rivazza (curva 18), la penultima curva del circuito (l’ultima, curva 19, fa parte del rettilineo principale ed è subito dopo l’entrata dei box.
Si affronta l’ultima Rivazza a circa 165 km/h sfiorando la linea bianca.

In uscita dalla seconda Rivazza si va di nuovo ad aggredire tutto il cordolo fino alla sabbia, e ci si prepara per un altro giro di Imola.

L’importante è essere aggressivi sui cordoli
Come si evince dall’analisi, i cordoli a Imola sono molto importanti. Non bisogna avere paura ad aggredirli, ma semmai utilizzarli per ottimizzare la traiettoria ed evitare di affrontare la curva in maniera troppo larga, sprecando velocità in uscita e tempo sul giro. Ovviamente ci sono piloti a cui piace usare di più i cordoli (come Hamilton) e piloti a cui piace usarli di meno. Ciò non toglie che per fare un buon giro, sembra essere fondamentale capire bene come utilizzarli.
Ecco dunque un’analisi semplice ma abbastanza completa di un giro ad Imola. Ripeto, è un’analisi puramente basato sullo studio di un onboard (in questo caso Hamilton). Resta quindi un esperimento che non vuole sostituirsi in nessun modo ad analisi più dettagliate.
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