F1 Rewind | Gran Premio di Monza – L’orgoglio e il coraggio di Pierre Gasly
7 Settembre 2021In Formula 1 ci sono momenti destinati ad entrare nella storia. L’emozionante vittoria di Gasly a Monza 2020 è certamente tra essi; Bentornati sulla rubrica F1 Rewind, quando l’emozione riprende il controllo della nostra mente.
Se vuoi una rivincita, gli ingredienti principali sono il coraggio e l’orgoglio. Se ti chiami Pierre Gasly, allora dovrai usarli tutti ed in modo parsimonioso. Lui, talento Transalpino bistrattato dalla Red Bull e da Helmut Marko. Lui, ragazzo educato e dedito al lavoro, che quel sogno lo vuole coronare a tutti i costi. Già, perché di vittoria non se ne parla, almeno fino a quel fatidico 6 Settembre 2020 di Monza.
Tempi bui e difficili, quelli che attraversa il giovane Francese. Il 2019, da sogno si è trasformato in incubo. Finalmente, dopo Formula 2, Super Formula in Giappone e apprendistato in Toro Rosso, la grande chiamata arriva anche per lui. Il grande Toro, quello forte e implacabile ha bisogno della sua velocità. Quel grande Toro, è però indomabile. L’unico che riesce a tenerlo per le corna, non è Gasly. Già, il “torero danzante” è Max Verstappen, colui che doma letteralmente ogni incornata.
Ed ecco che il sogno di guidare la Red Bull, per Pierre diventa l’incubo maggiore, e da incubo si trasforma in baratro. La differenza con il compagno di squadra è ampia, troppo ampia. Tutti lo sanno; Pierre è forte, è impossibile che la situazione sia così tragica. Dategli del tempo, ripetono. Già, tutti lo dicono, ma nessuno ascolta. Ogni appello cade nel vuoto. Il diabolico Dr Marko, che di potere ne ha fin troppo, decide che basta, va bene così caro Pierre. A metà stagione, la “magia” è servita. Promozione di Albon e retrocessione di Gasly. Puff, puff, ed in pochi minuti Pierre fa ritorno in Toro Rosso. Nel mentre, orgoglio e coraggio caro Gasly, non dimenticare gli ingredienti; Il Francese ancora non lo sa, ma una stagione più tardi, la rivincita arriverà, eccome se arriverà.
Prove Them Wrong, Pierre!
Prove them wrong, my friend. L’iPhone di Pierre si illumina. In questi momenti, un po’ di supporto è la cosa ideale, pensa tra se Gasly. Dimostra il contrario. Queste parole, scritte dall’amico Anthoine Hubert, risuonano nella mente del Francese. Che grande amico Anthoine, pensa sicuramente Pierre. Loro, rivali sin dai Kart ma sempre insieme. Loro, rivali ma amici. Hubert è in Formula 2, ma il suo futuro è radioso. Ha un contratto con Renault, cosa che potrebbe garantirgli un futuro in Formula 1. Purtroppo, quel futuro non arriverà mai, se non tra le stelle si, ma del paradiso. Quella carambola all’Eau Rouge di Spa se lo porterà via. Alla notizia della morte dell’amico, Gasly piange. Lacrime amare, piene di rabbia e delusione.

Deve fare qualcosa. Deve ripagare la fiducia che l’amico riponeva in lui. Coincidenza o no, Pierre va ancora più forte. Le parole di Anthoine hanno fatto effetto. In Toro Rosso, nel frattempo diventata Alpha Tauri, il “torero dominante” è lui adesso. Non c’è una singola sessione in cui non dimostri tutto il suo talento. Prove them wrong, my friend. Quella frase rimbomba in lui ad ogni giro, qualifica e gara. Deve spaccare il mondo, deve farlo anche per Hubert. La ricetta, fatta di coraggio e orgoglio, prende sempre più forma. Il ruolino di marcia è spaventoso. Helmut Marko è avvisato: Pierre Gasly non è inferiore a nessuno.
E allora, quel 6 Settembre 2020, la rivincita è servita. Tutto è pronto. La cavalcata nel segno di Anthoine sta per iniziare.
L’epica cavalcata di Monza 2020, nel segno di Anthoine Hubert
Si arriva al Gran Premio d’Italia con grandi aspettative. Il motore Honda ha fatto progressi, e questo Pierre lo sa. Monza è fantastica, e con i lunghi rettilinei può diventare terreno di caccia per l’alfiere dell’Alpha Tauri. In qualifica, Gasly non si smentisce. Al termine della Q3, il tempo fatto segnare dal Francese è ottimo; 1’20”177, decima posizione e buone possibilità di fare bene. Caso del destino, a meno di un decimo lo precede Alex Albon, colui che prese il suo posto in Red Bull. Quel prove them wrong, risuona nella sua testa come un mantra, ancor più del normale.
Prima della partenza, Pierre ci pensa e ripensa; deve fare una grande prestazione, lo deve soprattutto ad Anthoine. La Domenica, allo spegnimento dei semafori, la partenza è perfetta. Tutto fila liscio, anzi, liscissimo. Gasly entra ai box, cambia gli pneumatici e continua a martellare ottimi tempi. Il destino, da li a poco, farà la sua parte. Kevin Magnussen provoca una Safety Car. Hamilton entra ai box assieme a Giovinazzi, ma la pit era in realtà chiusa. Nel frattempo, Leclerc esce di pista alla Parabolica e provoca una bandiera rossa. Proprio durante l’attesa per la ripartenza, arriva la penalità per Lewis e Antonio; stop and go e dieci secondi aggiuntivi.

Alla nuova ripartenza, è apoteosi per Gasly. Hamilton sconta la penalità, lasciando così spazio alla lotta tra Stroll e Pierre. Le motivazioni del Francese sono altissime; Monza deve essere sua. Lo deve a Hubert, ripete nella sua testa. Gli ultimi giri sono spettacolari. Il Transalpino si libera di Lance Stroll, martellando super tempi ad ogni giro. Pierre è in uno stato di grazia, tanto che resiste alla rimonta sontuosa di Sainz. Sotto la bandiera a scacchi, a trionfare è proprio lui, Pierre Gasly. Sul podio, la commozione è infinita. Gli occhi e le mani si alzano e ringraziano il cielo, lo stesso in cui c’è Anthoine a vegliare su di lui. E allora si, caro Pierre. Il tuo amico Hubert aveva ragione. Prove them wrong; bravo Gasly, lo hai fatto a Monza, nel tempio della velocità. E lo sai, che ormai non correrai mai da solo.
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Appassionato della Formula 1 dei bei tempi.
Sempre al passo del Mondo d'oggi.
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