C’è chi non dimentica.
24 Febbraio 2022Philippe Bianchi è deluso dal fatto che il Gran Premio di Abu Dhabi abbia suscitato più polemiche delle decisioni prese nel GP del Giappone 2014, che ha posto fine alla vita del figlio Jules.
Philippe Bianchi, padre del compianto Jules Bianchi, non si dà pace. Un padre non dovrebbe mai assistere alla morte di un figlio. Non si capacita di tutto l’odio e la rabbia scaturita nei confronti di Michael Masi. Forse tutto quel malcontento e quella ribellione mancavano sette anni fa quando Charlie Whiting, ex direttore di gara della FIA, prese una decisione che cambiò per sempre la vita della famiglia Bianchi e portò via Jules da loro per sempre.
Philippe Bianchi si rammarica che la perdita di un titolo, che in fondo è solo un traguardo sportivo, preluda alla vita di un pilota. Sono le parole di un padre distrutto, che non riesce a trovare una spiegazione per quello che è successo in quel Gran Premio del Giappone 2014.
Il padre di Jules non capisce perché non ci sia stata una reazione così forte quando le decisioni di un direttore di gara hanno influenzato direttamente non un risultato di campionato, ma qualcosa di più importante: una vita.
“Quando vedo l’enorme polemica che ha portato al licenziamento di Michael Masi, che ha sicuramente privato Lewis di un ottavo titolo, non posso che stupirmi della clemenza che tutte queste stesse persone hanno mostrato durante la farsa guidata all’epoca da Charlie Whiting, che ha portato alla morte di mio figlio Jules”, ha denunciato Philippe Bianchi sul suo profilo Instagram.
Philippe Bianchi crede che Whiting sia stato perdonato troppo presto e costringe i fan a riflettere. “Tante domande dovrebbero essere fatte. Ognuno accetta la propria coscienza, ma è impossibile non voler vomitare. Buona notte a tutti. Jules, non ti dimenticheremo mai. Per sempre con amore”, ha aggiunto per chiudere il padre di Jules.
