F1 – Succede di tutto a Melbourne: vincono Verstappen e la red flag
2 Aprile 2023Certamente un weekend indimenticabile per gli amanti della Formula 1. Primo perché la sveglia all’alba di domenica mattina rappresenta un fastidioso risveglio per chiunque e in qualsiasi circostanza, se poi aggiungiamo che le tre ore di gara a Melbourne hanno regalato uno scossone importante in termini di ragionamento e pensieri su ciò che è accaduto, possiamo ben dire che dell’Australia se ne parlerà a lungo. Non tanto per le quattro partenze, le Safety Car, le bandiere rosse, gli incidenti e una penalità, quanto ciò che è accaduto sul finale. E no, non sto parlando di Abu Dhabi 2021. Ci troviamo in Australia 2023 e pare che ancora una volta la direzione gara abbia avuto il suo bel da fare su decisioni molto dubbie e che verranno sicuramente discusse anche in seguito.
Ma facciamo un passo indietro di tutto quello che è successo. Vi consiglio di mettervi comodi.
Il terzo appuntamento del mondiale inizia con un bellissimo guizzo di George Russell (partito secondo) che saluta il poleman Max Verstappen dagli specchietti, prendendosi di forza il comando del gruppo. Lo segue a ruota Lewis Hamilton portando un 1-2 Mercedes che ad inizio anno non avremmo mai immaginato di vedere ma che forse avremmo sperato.
Dopo appena tre curve ecco il primo colpo di scena di giornata su cui molto probabilmente avrebbero scommesso tutti: Charles Leclerc chiude su Lance Stroll e la sua Ferrari finisce nella ghiaia.
Impossibile per il monegasco uscire da lì, gara finita per lui e altri 0 punti sul tabellino dopo il settimo posto risicato a Jeddah. C’è un “dettaglio“, però: il pilota della rossa sa di avere qualche responsabilità sul contatto che poteva essere evitato, nonostante ai media abbia dichiarato: “La frustrazione di ieri l’avevo messa da parte, sapevo che la gara fosse lunga. Ho guardato gli on board, in curva 1 sono stato molto attento, e in curva 3 c’era lo spazio all’esterno in fase di frenata. Fernando però ha dovuto frenare ancora più perché aveva macchine davanti. E questo ha portato Lance a mettersi in un posto tra me e Fernando, non è colpa di Lance. Credo che sia più un incidente di gara“. Ritornati al punto di partenza, dunque, in casa Ferrari, dove la pressione generale e l’ansia da prestazione farà da padrone per l’intera stagione.
La prima Safety Car, anzi no: bandiera rossa
Il secondo colpo di scena a Melbourne avviene pochi giri dopo, e coinvolge Alexander Albon, fin lì autore di un GP eccezionale (si trovava sesto). Il pilota della Williams finisce contro le barriere ad altissima velocità in Curva 7 rimanendo con il posteriore in pista e rischiando un ulteriore incidente con Hulkenberg passato a pochi centimetri dalla sua vettura. La direzione gara decide, allora, di far entrare la Safety Car con i primi pit-stop da parte del leader Russell e di Carlos Sainz che montano gomma dura (lo spagnolo rientra undicesimo). Ma ecco che la decisione successiva vanifica la strategia Mercedes-Ferrari: l’incidente di Albon ha richiesto l’intervento di operai e mezzi pesanti per rimuovere la ghiaia in pista. Bandiera rossa e tutti ai box.
Si riparte da fermo circa 15′ dopo con Hamilton davanti a tutti. Ma l’inglese dovrà poi arrendersi successivamente dalla superiorità della Red Bull dell’olandese che nel giro di poche curve rifila ad Hamilton 2.5 secondi. Carlos Sainz dimostra i progressi della Ferrari sul passo gara compiendo sorpassi uno dopo l’altro.
“Quando non è la tua giornata, non è la tua giornata”
Ha commentato così George Russell su twitter dopo essere stato costretto al ritiro perché la sua Mercedes ha letteralmente preso fuoco. Dopo il danno anche la beffa per l’inglese. Dopo l’introduzione della VSC, i piloti vanno in modalità gestione della gomma Hard tentando di non fare più pit stop.
Pensate fosse finita? il bello sarebbe arrivato di lì a poco.
Al giro 55 Kevin Magnussen impatta contro il muro di curva 3 distruggendo la posteriore destra della sua monoposto. Gli steward decidono per una ripartenza da fermo con appena due giri da percorrere. A “preoccupare” era forse la prima fila formata da Verstappen-Hamilton, ma gli “ex” rivali hanno rappresentato solo un granello di ghiaia rispetto a tutta quella che è volata in pista a causa dei numerosi contatti avvenuti successivamente: escono di scena le due Alpine, fuori pista di Alonso, Perez, Stroll. Vengono investigati molti piloti, tra cui Carlos Sainz, che ha preso il connazionale Fernando in curva 1.
Terza bandiera rossa.
Alle ore 09:05 italiane, con un solo giro da percorrere, sono state tante le domande circa l’esito di questo infinito Gran Premio: Partenza da fermo? Restart dietro safety? E con quale ordine? L’attesa è durata ben 20 minuti nella quale si è arrivati alla decisione di ripartire per l’ultimo giro dietro safety-car con l’ordine di partenza della seconda partenza, quindi con Verstappen, Hamilton, Alonso e Sainz. La safety tornerà ai box poco prima del traguardo, quindi niente lotta per le posizioni. Una parata bella e buona, dunque, che è andata solamente a sfavore delle due Alpine che prima del contatto a muro si trovavano entrambe a punti.
Nel frattempo i commissari penalizzano di 5” Sainz per il contatto con Alonso. Il pilota della rossa, partito 4° perderà tantissime posizioni, scalando in 12^. “No, troppo severo, mi sento derubato” il commento molto arrabbiato via radio del ferrarista.
Max Verstappen vince il GP d’Australia (prima vittoria per lui qui e grande ritorno per la Red Bull che non vinceva dal 2011) davanti a Hamilton e Alonso. Un podio da record: 11 titoli mondiali in tutto e grandi personalità.
IL RESTO DELLA GRIGLIA DI MELBOURNE
Una vera e propria montagna russa la domenica di Melbourne, che sicuramente non farà ripetere all’infinito la frase: “La Formula 1 è noiosa”. Red Bull, Mercedes e Aston Martin si riconfermano le top 3 del momento (senza dimenticare la grande gara anche di Perez partito dalla pit lane e arrivato quinto). Con la Ferrari che colleziona un altro bel 0 in bacheca in un weekend (dimentichiamo l’anno scorso) dove il podio era quantomeno raggiungibile.
Primi punti anche per la Mclaren grazie a Lando Norris sesto e ad Oscar Piastri ottavo, sottolineando la grande gara di Hulkenberg settimo, Zhou nono e Tsunoda decimo. Bottas undicesimo e Sainz dodicesimo terminano la classifica, perché: Gasly, Ocon, De Vries, Sargeant, Magnussen, Albon, Leclerc e Russell sono rimasti vittime del folle weekend australiano che finalmente è terminato.
ULTIMA ORA: Protesa della Haas sul risultato finale del GP d’Australia. La scuderia statunitense chiede che valga il piazzamento prima della bandiera rossa dopo la terza ripartenza di Melbourne. In quel momento il pilota tedesco Nico Hulkenberg era quarto (potenzialmente terzo considerando la penalità di Carlos Sainz). La Haas a breve incontrerà i commissari.
21 giorni di pausa e poi dopo Melbourne si volerà a Baku, lì dove si prospettano altre bandiere rosse e fiato sospeso. Ma per il momento, PARE, che abbiamo finito. Forse. Non si sa. Rimanete connessi.