Non credo nel Dio spettacolo.
2 Aprile 2023L’ennesima dimostrazione di incompetenza della direzione gara lascia dubbi sul futuro di questo sport. Se così si può ancora definirlo.
“C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé” scriveva Oscar Wilde per bocca di Dorian Gray, personaggio dell’omonimo romanzo. C’è il rischio che ai piani alti della Formula 1 questa frase sia scritta a caratteri cubitali. L’importante è che si parli di Formula 1. Per quale motivo, passa in secondo piano.
No, non va bene. E non può andare bene così. Regolamenti applicati alla giornata. Oggi va così, domani non lo so. Oggi metto una Virtual Safety Car, domani una Safety Car. Dopodomani ricordo che posso utilizzare anche la bandiera rossa e che fai, non la usi?
Bandiera rossa che ormai viene utilizzata come se fosse una carta jolly di Uno: gara che sembra piatta? Inseriamo una bandiera rossa per rimescolare un po’ le carte. L’errore scatenante, che crea il precedente, non può che non essere Baku 2021.

In quella occasione si decise di ripartire per disputare gli ultimi due giri del Gran Premio dopo aver esposto la bandiera rossa. La prima di una serie di decisioni che, nella bilancia tra sport e spettacolo, hanno iniziato a spostare il peso verso la seconda.
Uniformità di giudizio? Sconosciuta. E allora c’è confusione, tanta. Su cosa utilizzare. Sul perché utilizzare uno strumento e non l’altro. Perché si sa, il troppo stroppia.
Ci si è dimenticato che esiste la dicitura “la gara non può essere ripresa”. Una dicitura che viene costantemente utilizzata nelle categorie minori. Una dicitura che ha sempre fatto parte delle categorie FIA. Lo scorso anno, a seguito di una bandiera rossa, il campionato di F3 fu assegnato a bocce ferme. Proprio per l’impossibilità di riprendere la gara.

Chiudere una gara sotto Safety Car è sempre stata una normalità. E qui la colpa è da attribuire anche ai tifosi, rei di volere spettacolo ad ogni costo. Errato.
Ma l’errore sta a monte. Tra Sprint qui, Sprint là e altro, si sta perdendo sempre di più l’essenza di quello che è questo sport. Un processo iniziato da tempo che negli ultimi anni sta accelerando sempre di più. Perché se uno sport non diventa anche spettacolo, non diventa un prodotto commerciabile, vendibile.
E allora tutto ciò che succede in pista deve diventare un prodotto da vendere. E se manca il materiale, si deve trovare il modo per intervenire artificialmente. Come nella realizzazione di un video su Youtube. O di una serie Netflix. Drive to Survive, vi dice qualcosa?
E allora, se dobbiamo sorbirci questo spettacolo creato artificialmente perché incapaci di creare un regolamento che riesca a creare spettacolo di suo, ridateci la Formula 1. Anche quella che ti fa addormentare dopo 2 giri. Almeno era naturale. Ed era quella non la quale siamo cresciuti.
Ciao Nicola, seguo con molto interesse la pagina e condivido in parte il tuo ragionamento, ovvero che lo spettacolo sta diventando a tutti i costi il cavallo che traina questo carrozzone chiamato F1. Nello specifico però, visto quanto successo ad Abu Dhabi 2021, la bandiera rossa ci deve essere a pochi giri dal termine e ci doveva essere ieri. E non importa se dopo succede la mattanza successa ieri a Melbourne, questo è correre, con tutti i rischi del caso. Se c’era da rifare la partenza ancora una volta, la si rifaceva, se si va lunghi esiste una regola in cui una gara non deve superare un certo limite di tempo e da lì in poi si ritiene concusa, a costo di arrivare al traguardo con tre macchine