I grandi rimpianti di Adrian Newey
27 Settembre 2023In quarant’anni di carriera tra Formula 1 e Indycar, Newey ha sicuramente raccolto numerosi e meritati successi. Eppure l’ingegnere inglese nutre una serie di rimpianti…
Adrian Newey certamente non ha bisogno di presentazioni. Il suo ricco palmares parla chiaro: in oltre quarant’anni di onorata carriera, vissuta a cavallo tra gli albori in IndyCar e l’affermazione in Formula 1, l’ingegnere inglese può vantare innumerevoli e meritati successi come gli 11 Titoli nel Mondiale Piloti, i 10 Titoli nel Mondiale Costruttori e le svariate vittorie negli Stati Uniti. Anche in termini di soddisfazioni personali l’inglese può vantare un curriculum non avaro: Newey è l’uomo dell’ultimo Mondiale Williams, la mente dietro i Mondiali di Hakkinen e di Vettel, nonché l’uomo che ha reso fertile il terreno per il dominio di Verstappen in questa stagione.
Guardano indietro nel tempo, tuttavia, l’ingegnere inglese nutre dei grandi rimpianti in merito ad una serie di occasioni sfuggite e mai più ricapitate, il classico treno che solo una volta transita durante la vita. Una tra queste è sicuramente lavorare in Ferrari, presso gli stabilimenti di Maranello, ma anche regalare ad Alonso e Hamilton una macchina da mondiale: in un’intervista raccolta dai microfoni di Motorsport.com, Adrian Newey ha raccontato delle occasioni che più gli creano rammarico.
Il primo rifiuto, nel 1993
“Ferrari si è avvicinata a me quando lavoravo in IndyCar, anche se probabilmente ciò non conta, poi nel ’93 e, notoriamente, nel 2014. La proposta del ’93 era molto allettante, Jean Todt aveva appena iniziato. Ricordo che parlava del fatto se assumere Michael Schumacher oppure no. Pensi che sia stata una buona idea?“. Newey rifiutò poi l’offerta di Todt a causa della rottura del suo precedente matrimonio, dopo aver lavorato per lungo tempo tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti. L’ex ingegnere March non era disposto ad anteporre nuovamente la carriera alla vita privata e pertanto decise di rimanere in Inghilterra, dove aveva già raccolto diversi successi in Williams.

Neppure la soluzione ad hoc pensata per John Barnard – un centro di ricerca impiantato tra i boschi di Guildford, a 60km da Londa, prima vera “colonia Ferrari” – avrebbe potuto far cambiare idea all’ingegnere più bramato degli anni ’90 (e non solo). “Non ho mai posto la domanda [a Todt, ndr] e non so se avrei mai accettato. Non ci credo. […] Non credo nell’idea di avere un centro di ricerca e progettazione che si trovi in un posto completamente diverso rispetto al team di gara. So che abbiamo un team satellite che fa questo [AlphaTauri, diviso tra Faenza e Bicester, ndr] ma non lo so. Non credo nel concetto“.
Il secondo rifiuto, nel 2014
La storia recente ci racconta di un secondo ed ultimo contatto tra Ferrari e Newey, forse il tentativo più importante per portare l’ingegnere inglese presso la corte di Maranello. Ma ancora una volta il matrimonio tra la Rossa e Newey si concluse con un nulla di fatto.
“Le mie discussioni nel 2014 con la Ferrari erano puramente dettate dalla frustrazione. Non volevo davvero andarmene, ma eravamo in questa posizione in cui la Renault non aveva prodotto un motore turbo ibrido competitivo. Può succedere nel primo anno: ok, nuove regole. Tutti commettiamo errori. Ma io, Christian e Helmut siamo andati a trovare Carlos Ghosn [ex CEO Renault, ndr] per cercare di fare pressione su di lui affinché aumentasse il budget. La risposta di Ghosn è stata: ‘Beh, non ho alcun interesse per la Formula 1. Ci sono dentro solo perché i miei addetti al marketing dicono che dovrei esserlo’. Era una situazione davvero deprimente in cui trovarsi“.
Non solo Ferrari: i più grandi rimpianti di Newey sono lavorare per Alonso o Hamilton
Non aver mai lavorato per Ferrari è forse uno dei più grandi rimpianti di Adrian Newey. “È un rammarico fino a un certo punto. Proprio come, ad esempio, sarebbe stato favoloso lavorare con Fernando e Lewis. Ma non è mai successo. Si tratta di circostanze, è così che stanno le cose“.
