Mika Hakkinen – il finlandese volante

Mika Hakkinen – il finlandese volante

10 Gennaio 2021 1 Di Ivan Mancini

“Il rivale che ho rispettato di più in carriera è stato Hakkinen, sia per le grandi battaglie in pista che per una relazione molto solida anche una volta tolti i caschi”

Michael Schumacher

165 Gran Premi disputati, dei quali 20 vinti. 2 titoli mondiali consecutivi, nelle stagioni 1998-1999. 51 podi, 26 pole position, 25 giri veloci. 420 punti in 10 anni di corse: uno dei pochi piloti ad aver terminato a punti oltre la metà delle gare cui ha partecipato. Dati che ci fanno riflettere sulla figura di Mika Hakkinen, il secondo pilota finlandese per numero di vittorie dopo Iceman Kimi Raikkonen.

Mika Hakkinen nasce a Vantaa il 28 settembre 1968. La passione per i motori lo caratterizza sin da bambino: all’età di 5 anni gli fu regalato il primo kart, mentre a 10 anni vinse il primo titolo regionale, il Keimola Regional Karting Championship, ripetendosi anche l’anno successivo. Per sei anni consecutivi, tra il 1981 e il 1986, Hakkinen conquistò il Finnish Karting Championship: il primo nella categoria minore, gli altri nelle categorie maggiori.

1986: Mika Hakkinen a bordo del suo kart

L’anno successivo, nel 1987, debuttò in Formula Ford 1600 e vinse il campionato, mentre nel 1988 vinse ben due titoli, ovvero la GM Opel Lotus Series e il British GM-Vauxhall Series. I risultati ottenuti in questo periodo convinsero il team per il quale Hakkinen gareggiava, che decise di promuoverlo in Formula 3: al termine della stagione il finlandese terminò la stagione al settimo posto con un bottino di 18 punti.

Nel 1990 Hakkinen approdò nella Formula 3 britannica e vinse il campionato con 126 punti (11 vittorie su 21 Gran Premi disputati, 19 podi complessivi), battendo di 27 punti il connazionale Mika Salo – con il quale Hakkinen nutriva una forte amicizia iniziata in età infantile. Il talento del finlandese, unito alle abilità manageriali di Keke Rosberg, consentirono ad Hakkinen di approdare direttamente in Formula 1, all’età di appena venti anni, firmando con il team Lotus nel 1991. Ironia della sorte, anche Michael Schumacher, con il quale Mika aveva battagliato già in Formula 3, debuttò in Formula 1 nello stesso anno con la Jordan: si profilava all’orizzonte quella che presto sarebbe stata una delle rivalità più belle e più ricordate dai tifosi.

I due futuri campioni del mondo dopo il Gran Premio di Macao del 1990

Per il vero salto di qualità bisognerà però aspettare soltanto il 1993, quando Hakkinen accettò il contratto propostogli dalla McLaren. Per il primo anno i britannici poterono offrirgli solamente il ruolo di collaudatore, in quanto una vettura era già assegnata all’italiano Andretti mentre l’altro sedile era vincolato alla decisione di Senna, che alla fine optò per un’ultima stagione con la scuderia di Woking prima di passare in Williams. Ciononostante, Hakkinen ebbe modo di prendere parte agli ultimi 3 Gran Premi della stagione, sostituendo il secondo pilota Andretti: in tutte e tre le occasioni si rivelò molto competitivo sul giro secco. Inoltre, nel Gran Premio conclusivo della stagione, il pilota di Vantaa si rese protagonista di uno scatto memorabile, catturato dall’obiettivo di Mark Sutton, che tutti gli appassionati di motorsport conoscono: fu lo stesso Hakkinen, autografando la foto, a definirsi “finlandese volante”, legando a se un soprannome che lo seguirà per sempre.

Gran Premio d’Australia 1993: il finlandese volante “decolla” a bordo della sua MP4/8

Il 1994 venne confermato dalla McLaren come prima guida. La stagione è caratterizzata da una vettura poco affidabile – per colpa del motore Peugeot – ma, ciononostante, il finlandese volante riesce a blindare il quarto posto nel mondiale piloti, conquistando 26 punti e 6 podi: il primo fu proprio ad Imola, nel Gran Premio delle tragedie, quando persero la vita Ayrton Senna e l’austriaco Roland Ratzenberger.

Gran Premio di San Marino 1994: il primo podio di Mika Hakkinen

Nel 1995 avvenne un cambio di motorizzazione, con la scuderia di Woking che cominciò una partnership ventennale con i tedeschi della Mercedes; la vettura, però, non consentì al finlandese di andare oltre un settimo posto nel campionato, con un magro bottino di 17 punti. La stagione si concluse con un gravissimo incidente durante le prove libere del Gran Premio d’Australia, quando Hakkinen perse il controllo della vettura in seguito ad una foratura ed andò ad urtare contro le barriere protettive. Dopo due giorni di coma, altri giorni di terapia intensiva ed una prognosi non molto lunga in confronto al trauma riportato, a dicembre il finlandese volante annunciò il suo ritorno alle corse.

Gran Premio d’Australia 1995

Per la prima vittoria in Formula 1 bisognerà aspettare il Gran Premio d’Europa del 1997, a bordo di una McLaren decisamente più competitiva degli ultimi anni: dopo una serie di gare in cui sfiorò la vittoria per problemi di affidabilità, Hakkinen riuscì a trionfare sul circuito di Jerez.

McLaren MP4/12: l’auto della prima pole position e della prima vittoria di Mika Hakkinen

Il 1998 è caratterizzato dall’approdo nella suderia di Woking di Adrian Newey, ingegnere aereodinamico riconosciuto oggi come uno dei migliori nel suo settore: le sue auto hanno vinto 9 mondiali piloti ed altrettanti costruttori con Williams, McLaren e Redbull. Con Newey inizia una collaborazione fruttuosa che porterà al dominio della McLaren nel biennio 1998-1999.

Gran Premio del Giappone 1998: Mika Hakkinen è campione del mondo per la prima volta

Decisamente meno fortunata è la stagione 2000, dove Hakkinen raccolse 4 vittorie (e 89 punti finali) che gli valsero la seconda posizione nel mondiale, alle spalle del tedesco Michael Schumacher, che riporta il titolo iridato a Maranello dopo 21 anni. La stagione, che si rivela però molto accesa, ci regala uno dei sorpassi più belli della storia: un sorpasso da manuale, da fuoriclasse, che solo un pilota freddo e cinico come Hakkinen poteva effettuare, in una delle curve più pericolose del mondiale.

Gran Premio del Belgio 2000: sul circuito di Spa-Francorchamps va in scena uno dei sorpassi più memorabili
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