Antonio Giovinazzi – Orgoglio tricolore

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Sempre con la testa sulle spalle, definito da tutti umile sin dai primi tempi, ha sempre lavorato duro per arrivare tra i grandi, riuscendoci ufficialmente nel 2019 grazie alla possibilità concessagli dall’Alfa Romeo. Antonio Giovinazzi ce l’ha fatta, contro tutto e tutti, più veloce delle critiche, sia in pista che fuori. Il suo presente in pista è ben conosciuto dagli appassionati, ma i sacrifici che hanno fatto Antonio e la sua famiglia sono sconosciuti a molti.

Giovinazzi è nato a Martina Franca il 14 dicembre 1993, anticipando alla propria famiglia il regalo di Natale. A 3 anni il papà Vito gli comprò un Kart, dopo che il piccolo Antonio aveva fatto vedere ai propri genitori la passione per la Rossa, già nel cuore ai tempi. Antonio voleva andare in pista ogni domenica, svegliando i propri genitori all’alba e supplicandoli di portarlo nel posto che amava di più. Vito notò da subito le qualità del figlio e si convinse a farlo gareggiare prima a livello regionale e poi nazionale, mettendosi subito in luce.

Se in Italia Antonio si piazzava sempre lì davanti, nel WSK, dove ha corso per la prima volta nel 2008, faticava, almeno inizialmente. Prese le misure della categoria, Giovinazzi cominciò a salire ripetutamente sul gradino più alto del podio, conquistando 2 volte il WSK Master Series, prima nel 2010 e poi nel 2011, battendo in pista piloti come Albon, Ghiotto e Gelael, che si ritroverà in griglia in GP2 e in F1.

Dopo un’altra stagione con i Kart, Antonio ha la possibilità di correre con le monoposto, nel Formula Pilota China con una Tatuus FA010, risultando a fine stagione il dominatore della categoria con 6 vittorie e 13 podi in 18 gare. Il suo sogno rimane quello di arrivare in F1, ma i costi e le difficoltà crescono esponenzialmente, costringendo la propria famiglia a fare molti sacrifici, che verranno ampiamente ripagati da Antonio. Fondamentale per Vito è l’incontro con colui che in futuro chiamerà “San Ricardo”. Parliamo di Ricardo Gelael, padre di Sean, magnate indonesiano che ha creduto fortemente in Antonio e nelle sue potenzialità pagandogli le stagioni di F3 e GP2, col sogno di vedere Antonio, un giorno, in Formula 1.

Giovinazzi così, comincia il suo percorso nelle categorie propedeutiche. Dal 2013 al 2015 gareggia nella Formula 3 European Championship, prima con Double R Racing e successivamente con il Team Carlin. Antonio migliora gara dopo gara, stagione dopo stagione, cogliendo il primo successo nella categoria nel 2014, al Red Bull Ring, dopo aver ottenuto 2 podi nei GP antecedenti a quello austriaco. Nel round successivo il pugliese si ripete, salendo per la seconda volta sul gradino più alto del podio in Gara-2 al Nurburgring. L’allora 21enne Antonio continua in Formula 3, laureandosi vice-campione nel 2015, alle spalle di Felix Rosenqvist.

Nel 2016, Giovinazzi viene ingaggiato dalla Prema per debuttare in GP2, categoria che precede la Formula 1: il sogno di tutti. Antonio sorprende alla prima stagione in categoria, terminando la stagione in seconda posizione alle spalle di Gasly, attuale pilota AlphaTauri. Arriva a soli 8 punti dal francese, suo compagno di scuderia, sfiorando l’impresa: un italiano su un Team italiano che vince il Campionato di GP2 all’esordio. Ma un capolavoro arriva nella sua Monza, dove vince partendo dall’ultima posizione. Il compianto Sergio Marchionne comincia ad osservarlo, per poi metterlo sotto la sua ala protettrice ufficializzandolo come terzo pilota Ferrari nel 2017, scuderia che sognava fin da piccolo.

Proprio in quell’anno arriva l’occasione più grande: il sogno si avvera, una nazione intera è pronta a supportarlo. Pascal Wehrlein si infortuna durante la Race of Champions e il pugliese viene chiamato dalla Sauber per debuttare ufficialmente in Formula 1, a Melbourne. Un italiano torna in F1 6 anni dopo Jarno Trulli. La chiamata inaspettata costringe Antonio a saltare le prove libere del venerdì, per sedersi sulla monoposto solo durante le Prove Libere 3 di sabato mattina. In qualifica si difende bene e chiude 16°, solo 2 decimi più lento del più esperto Ericsson. In gara termina 12°, sfruttando i tanti ritirati, ma la prestazione del pugliese rimane comunque da sottolineare, visto che il venerdì non è sceso in pista e non aveva mai visto il tracciato australiano prima d’allora. Wehrlein non recupera per il GP della Cina e Giovinazzi torna in pista, questa volta dal venerdì. L’italiano commette 2 errori, uno in qualifica e uno in gara, sempre nella stessa curva, l’ultima di Shangai. La Sauber lavorara duro per consentire a Giovinazzi di schierarsi in griglia la domenica, ma la sua gara dura soli 3 giri e le critiche non tardano ad arrivare. Il mondo dei social italiani è impazzito, inveendo contro il povero pugliese.

Wehrlein recupera dall’infortunio, o meglio, viene costretto dalla Sauber ad accorciare i tempi di recupero, schierandosi regolarmente al GP del Bahrain. Le stagioni 2017 e 2018 di Giovinazzi sono di quasi totale inattività. Sette sessioni di prove libere concessegli dalla Haas e 6 dalla Sauber nella stagione successiva. Il sogno di Antonio sembra svanire, sembra sgretolarsi sul più bello, dopo aver dimostrato a tutti il suo talento nelle categorie propedeutiche.

Ma Giovinazzi non demorde, vuole arrivare in F1 e restarci per una stagione intera, per dimostrare a tutti che si sbagliavano. Si allena giorno e notte al simulatore, lavora duramente in palestra e continua a svolgere egregiamente il ruolo di terzo pilota, fino alla chiamata, nel 2018. A fine settembre dello stesso anno un sacco di articoli parlano di lui. Antonio ce l’ha fatta, gareggerà per tutta la stagione con l’Alfa Romeo Racing nel 2019, prendendo il posto di Leclerc salito in Ferrari. Antonio sa già con chi dovrà dividere il box: Kimi Raikkonen, non uno qualunque. Giovinazzi sa quanto può imparare e crescere al fianco di “Iceman” e si mette subito al lavoro con lui.

Completa una stagione molto lineare, con buoni risultati che gli hanno permesso di chiudere il 2019 con 14 punti, 29 in meno del finlandese. Ma Raikkonen ha qualche anno in più di Antonio e conosce meglio la vettura. Viene riconfermato anche nel 2020, ma la macchina è lenta ed è una delle peggiori del lotto. Di questa stagione ricorderemo le partenze fenomenali del pugliese, che gli hanno permesso di recuperare posizioni su posizioni al via, tra cui ben 6 a Imola. Nonostante le ottime partenze, la Power Unit Ferrari non ha aiutato e i due piloti hanno ovviamente sofferto per tutto l’anno, finendo poche volte in zona punti. Di positivo, oltre alle partenze, c’è da sottolineare come quest’anno sia Giovinazzi che Raikkonen abbiano concluso la stagione con 4 punti all’attivo, a conferma dei grandi passi avanti fatti dal pugliese.

La riconferma per il 2021 è stata spesso in bilico. Dopo il Gran Premio del Mugello, Giovinazzi sembrava con un piede e mezzo fuori dalla Formula 1. Il #99, con una serie consecutiva di grandi prestazioni, è riuscito a scacciare la concorrenza dei vari Mick Schumacher, Callum Ilott e Robert Shwartzmann, meritando in pista un sedile.

Antonio ce l’hai fatta, ma hai ancora tanti obiettivi davanti a te, con tutta l’Italia che ti sostiene.

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