Il 2020 di Pierre Gasly: la rinascita della fenice
19 Gennaio 2021Agosto 2019.
Il mondo dei motori era alle prese con la notizia “Pierre Gasly retrocesso in Toro Rosso (l’attuale Alpha Tauri)”.
E così, quando per Pierre i sogni ed i sacrifici di una vita sembravano materializzarsi, è arrivata la caduta. Un colpo che di per sé avrebbe steso chiunque e che di fatto, in un mondo competitivo come la Formula 1, spesso si tramuta in un’impossibilità futura di poter approdare in un top team, nonché a volte di totale uscita dal circuito della F1.
Viktor Frankl, neuropsichiatra e fondatore della logoterapia, spiega che
un’esperienza traumatica è sempre negativa, ma la reazione alla stessa è strettamente connessa alla persona che la vive.
Sta a noi scegliere se rialzarci e riprendere in mano la nostra vita risorgendo dalle ceneri; o, al contrario, abbatterci.
Gasly, con grande forza d’animo non si è abbattuto. Gara dopo gara ha saputo reagire ed iniziare il suo percorso di rinascita già dal Belgio, al primo Gran Premio corso nuovamente con la tuta della Toro Rosso. Contro le aspettative di tutti, il francese ha rialzato di gran lunga le sue prestazioni ottavo, settimo e nono posto.
È in Brasile, però, che dopo una serie di DNF arriva il momento del riscatto.
Brasile 2019: il gran premio del riscatto

Eh sì, perchè proprio ad Interlagos assistiamo alla prima tappa fondamentale di questa rinascita: il primo podio in Formula 1, con il secondo posto ottenuto grazie ad una strenua resistenza proprio sulla linea del traguardo resistendo all’attacco di Lewis Hamilton.
Una gara da sogno per Pierre, soprattutto perché lo champagne ha sempre tutto un altro sapore quando lo stappi in maniera assolutamente sorprendente. In una gara assolutamente folle, Pierre è riuscito a tenersi fuori dai guai da ottimo pilota.
Un podio di urli liberatori, come quelli lanciati alla radio post gara.
“Avevo troppo dentro e dovevo liberarmi… Questa è la giornata più bella della mia vita”
Così parla il pilota francese durante le interviste dopo la gara.
Gasly è finalmente riemerso dall’inferno in cui era precipitato. Da “punto debole ad “eroe ritrovato”: il Gran Premio del Brasile dunque incoronerà il vero talento di Pierre, e ne inizierà a scrivere il futuro.
Il 2020, anno della rinascita
Arriva il 2020.
Un anno di cambiamenti, di sacrifici…
La Toro Rosso diventa Scuderia AlphaTauri, ma a cambiare oltre al nome sono soprattutto le aspettative del team e dei suoi collaboratori, che dopo il sogno realizzato in Brasile, sanno che possono puntare ad altro.
Anche Pierre stesso inizia a credere di poter fare meglio, di poter dare di più. Le cose migliorano sempre di più, il pilota riacquista maggior fiducia e velocità: tutto merito del duro lavoro, come lui stesso sottolinea.
È arrivato il momento in cui probabilmente il destino ha deciso di ridargli qualcosa, e lui con grande prontezza non si lascia scappare l’opportunità. Quello che Gasly non avrebbe mai immaginato è che la giornata più bella della sua vita sarebbe arrivata quasi 1 anno dopo di quella precedente.
6 Settembre 2020, Monza: la consacrazione
Il nome AlphaTauri prende ispirazione dalla stella più luminosa della costellazione del Toro. Quel giorno la stella della scuderia ha brillato più delle altre. Quel giorno gli astri si sono allineati perfettamente per lui: in una gara dove è successo di tutto, Pierre conquista la sua prima vittoria in Formula 1 proprio nel Tempio della Velocità.
La strategia perfetta del team, l’interruzione della gara per l’incidente di Leclerc, i vari ritiri e la penalità inflitta a Hamilton, consentono a Gasly di compiere una lunga cavalcata verso la gloria, in testa, con la McLaren di Sainz che si avvicinava sempre di più negli ultimi 10 giri. Il pilota francese ha tenuto duro ed è così salito sul gradino più alto del podio.
Sul podio di Monza suonano l’inno francese per Pierre Gasly, primo francese a vincere in F1 dopo Olivier Panis a Monaco 1996, e l’inno italiano per la Scuderia AlphaTauri.
Gasly fa felici tutti, perché è impossibile guardarlo e non gioire con lui. Lui che, nel caos del Gran Premio di Monza, ha portato a casa il miracolo, vincendo la sua prima gara in Formula 1.

Dovessero chiedere di mostrare un’immagine scattata in questo 2020, tanti indicherebbero proprio Pierre seduto sul podio, dopo i festeggiamenti, con una mano sugli occhi, a nascondere quell’emozione che non c’è certo bisogno di cercare nelle sue lacrime per trovare impressa dentro a questo scatto. Non a caso il pilota dell’Alpha Tauri è diventato uno dei simboli di questo anno così strano, ma forse anche per questo così emozionante.
Una vittoria di grinta, cattiveria e abilità. Una vittoria cercata e a lungo bramata dunque, dove non basta la fortuna ma ci vuole anche tanto talento e Pierre ha dimostrato di averne.
“La stagione migliore”
La vittoria in Italia è solo la ciliegina sulla torta in una stagione da top driver, alla guida di una vettura nettamente cresciuta rispetto alle ultime stagioni.
Sono tante le occasioni in cui il francese ha brillato, soprattutto nella seconda parte della stagione in cui l’Alpha Tauri si è dimostrata competitiva tanto da giocarsi le posizioni subito adiacenti al podio. Spiccano i due sesti posti ottenuti in Germania e in Bahrain, così come il quinto agguantato in Portogallo. Non è mancata la sfortuna, arrivata nel Gran Premio dell’Emilia Romagna, quando un guasto tecnico lo ha privato di un podio alla portata.
Dieci arrivi a punti su diciannove manche, tre ritiri per i quali non gli si possono imputare colpe. La stagione di Pierre Gasly non può che essere valutata come positiva, anche al di là delle più rosee aspettative, come ammette lo stesso pilota francese:
“Penso sia stata la mia stagione migliore. Ho faticato di più nel 2019, avevo meno esperienza. Quest’anno ho voluto concentrarmi sulla costanza: fa la differenza quando la gara non va come immaginavi. Ho cercato di ottenere il massimo da ogni pista, anche se si parlava di pochi punti, e penso che ci sia riuscito“.
Pierre è un esempio per tutti
La forza mentale di Gasly, il suo non arrendersi e la sua tenacia sono d’esempio per tutti, a cominciare dai giovani piloti. Uno su tutti Sebastian Montoya, il quale in un’intervista rilasciata al blog Multiformula (potete leggerla qui) inserisce il francese nella sua top 5.
“A livello di forza mentale Pierre è un passo avanti. Non deve essere stato facile l’ultimo anno per lui, ha perso un amico ed è stato retrocesso dalla RedBull all’AlphaTauri.
Nonostante tutto, nella scorsa stagione ha ottenuto un podio in Brasile e quest’anno la sua prima vittoria a Monza. Vedeva l’arancione della McLaren dietro di lui avvicinarsi sempre di più e non dev’essere stato facile tenerla dietro fino all’ultimo. Pierre Gasly ha mostrato di saper ripartire come se niente fosse successo, ecco perché penso sia un bravo pilota.”
Ulteriore riconoscimento di stima arriva da Daniel Ricciardo il quale, analizzando la stagione dei vari piloti, inserisce il francese tra i migliori.

La fenice è rinata
“Prove them wrong”
Dimostra loro che si sono sbagliati.
Queste le parole che Anthoine Hubert disse al suo amico Pierre Gasly in seguito alla retrocessione.
E Pierre l’ha fatto.
Carl Gustav Jung (psichiatra) scrive che l’essere umano e la fenice hanno molte cose in comune. Questa emblematica creatura di fuoco, in grado di risorgere maestosamente dalle ceneri della sua stessa distruzione, simboleggia anche il potere della resilienza, l’ineguagliabile abilità di rinascere molto più forti, coraggiosi e luminosi.
La debolezza, Pierre Gasly l’ha trasformata in forza; la fragilità l’ha resa solidità. E come una fenice è rinato dalla sue ceneri, pronto ad affrontare una nuova sfida con più consapevolezza del proprio talento.
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