Tra Team e piloti – Il ruolo degli sponsor nel corso degli anni.

Tra Team e piloti – Il ruolo degli sponsor nel corso degli anni.

9 Febbraio 2021 0 Di Nicola Sotgia

Quando lo Sponsor decide livrea e line- up dei piloti. Viaggio tra iconiche colorazioni di vetture, munifici accordi economici e piloti paganti.

La McLaren in versione papaya, colorazione pre- avvento delle sponsorizzazioni.

Il business è business. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Anche nel mondo della Formula 1, gli affari sono al primo posto. Se all’inizio era lo spettacolo a farla da padrone, con il passare del tempo, la situazione è chiaramente mutata. Infatti, già dalla fine degli anni 60′, le sponsorizzazione presero il sopravvento sulle emozioni. Tabaccai, petrolieri, marche di condom e di abbigliamento fecero capolino sulle livree delle monoposto. Scuderie come Lotus, Tyrrell e McLaren furono precursori di queste attività. Addirittura, in alcuni casi, erano proprio i piloti a sottoscrivere contratti con i vari sponsor. Tra i tanti, i pionieri furono: Arturo Merzario, Emerson Fittipaldi e Niki Lauda.

Dai pranzi offerti dagli sponsor alle moderne ospitate di Vip all’interno delle hospitality, la parte commerciale della Formula 1 si è evoluta moltissimo. Tra gli anni 50′ e 60′, la priorità era solamente vincere e “riportare a casa la pelle”. Con l’avvento dei finanziatori, come venivano chiamati all’epoca, le cose cambiarono. Dopo ogni Gran Premio vinto, il premio in denaro si fece più cospicuo. Con la svolta delle televisioni, nacquero i diritti televisivi. Bernie Ecclestone fu così intelligente da proporre la visione delle gare alle maggiori emittenti Internazionali, assicurandosi enormi guadagni. Se fino al 1967 le livree delle vetture erano caratterizzate dai colori delle proprie Nazioni, dalla stagione successiva le cose mutarono.

Il rosso delle scuderie Italiane, il verde dei Team Inglesi e l’argento dei Tedeschi, dovettero, dunque, far spazio ai nuovi colori delle sponsorizzazioni. Alcune livree divennero iconiche, andando ad incantare moltissimi appassionati.

TEAM LOTUS.

  • 1968 – 1971 . GOLD LEAF.
  • 1972 – 1978 E 1981 – 1986 . JOHN PLAYER SPECIAL.
La livrea Gold Leaf a confronto con quella Nera e Oro marchiata John Player Special.

Il Brand di Tabacco si legò al Team di Colin Chapman per quattro stagioni, dal 68′ al 71′. La scuderia, data la collaborazione, prese la denominazione di Gold Leaf Team Lotus. La colorazione della monoposto diede spazio al Rosso e all’Oro. Dopo il trionfo di Graham Hill e del compianto Jochen Rindt, la Gold Leaf lasciò la squadra, venendo rimpiazzata da un altro marchio di tabacco, la John Player Special.

Tra Chapman ed il marchio della Imperial Tobacco, il matrimonio fu abbastanza lungo. Il rapporto si interruppe solo per tre stagioni, riprendendo poi ininterrottamente fino all’86’. Come colore principale venne scelto il Nero, venendo affiancato da dettagli dorati. La “Black Beauty”, in tredici stagioni vinse tre Mondiali; due con Emerson Fittipaldi e uno con Mario Andretti.

TYRRELL.

  • 1970 – 1978 . ELF.

Abbandonato il progetto della Matra, Ken Tyrrell mise su una propria scuderia. A supportarlo ci fu il colosso petrolifero Francese Elf, che investì grandi somme nello sviluppo della vettura. Con una livrea completamente blu, il Team vinse ben tre campionati del Mondo, tutti con Jackie Stewart.

MCLAREN FORMULA 1 TEAM.

  • 1974 – 1996 . MARLBORO.
  • 1974 – 1978 . TEXACO.
  • 1997 – 2005 . WEST.
Confronto tra Livrea McLaren e West.

La rivoluzione più proficua la attuò il Team Britannico. Nel 74′, battendo la concorrenza della BRM, si aggiudicò la collaborazione con la Marlboro. Il famosissimo brand di sigarette creò una vera e propria leggenda, con il picco di popolarità negli anni 80′, grazie alla rivalità di Senna e Prost. Fino al 78′ venne affiancata dalla Texaco, società petrolifera Americana. Nel 97′, il Team di Ron Dennis strinse un vantaggioso accordo con la West, altro marchio di Tabacco.

Il sodalizio tra la scuderia di Woking e la West andò avanti tra grandi soddisfazioni, complici le vittorie Mondiali di Mika Hakkinen. La collaborazione cessò per via dei divieti vigenti nell’Unione Europea riguardanti le leggi sul fumo.

SCUDERIA FERRARI.

  • MARLBORO – FIAT – AGIP – VODAFONE – SHELL.

La scuderia di Maranello, nel corso della sua storia, ha sempre mantenuto il Rosso. Non ha mai avuto un solo sponsor in particolare, anche se per tanti anni, la Marlboro ha avuto una grande partnership con il “cavallino rampante”. Il fascino della Ferrari ha da sempre attirato tantissime sponsorizzazioni.

EQUIPE LIGIER.

  • 1976 – 1996 . GITANES.

Quando si parla di Ligier, il livello di nostalgia è altissimo. La scuderia Francese incantò tutti con una livrea semplice ma, allo stesso tempo, in grado di rapire l’attenzione degli sguardi. Il sodalizio con Gitanes, marchio di sigarette Francese, durò per vent’anni, ovvero il tempo di permanenza in Formula 1 del Team. La colorazione azzurra, con inserti bianchi, mandava in visibilio i tifosi, ancor più fomentati dalla spettacolarità di guida dei piloti, Laffite e Depailler. Con il passare del tempo, l’azzurro si fece più scuro, così come l’efficacia della squadra, che perse competitività negli anni 80′. La storia si interruppe nel 96′, anno in cui la Ligier venne acquistata da Alain Prost.

FITTIPALDI AUTOMOTIVE.

  • 1975 – 1979 . COPERSUCAR.

Dopo la vittoria Mondiale del 74′, Emerson Fittipaldi lasciò la McLaren per fondare un suo Team. Il progetto, accolto con grande fervore in Brasile, si rivelò abbastanza fallimentare. La Copersucar, azienda Brasiliana produttrice di zucchero, investì nella squadra con grandi capitali. Dal 75′ al 79′, il Team venne denominato come Copersucar- Fittipaldi. In cinque stagioni, la scuderia conquistò un solo podio, rivelandosi poco competitiva. Nei primi anni, venne caratterizzata dal color argento, mentre successivamente prese spazio il giallo. Dati i risultati, la Copersucar abbandonò il progetto.

BRABHAM RACING ORGANISATION.

  • PARMALAT – FILA – OLIVETTI.

Forse con una delle più belle colorazioni in tutta la Formula 1, quella della Brabham fu una storia vincente. Team fondato dal grande Jack Brabham, passò poi a Bernie Ecclestone. Proprio durante la gestione di Bernie, la Parmalat caratterizzò la livrea della monoposto. La famosa Brabham BT46B, wing car poi dichiarata illegale, ebbe la colorazione rossa con inserti blu e neri. Più avanti, negli anni dei Titoli di Nelson Piquet, diventerà bianca e blu, data anche la collaborazione con la Olivetti.

WILLIAMS FORMULA 1 TEAM.

  • 1977 – 1983 . FLY SAUDIA, TAG, DENIM.
  • 1984 – 1993 . ICI, CANON, CAMEL, LABATT’S.
  • 1994 – 1997 . ROTHMANS, ELF.
  • 1998 – 1999 . WINFIELD, VELTINS.
  • 2000 – 2013 . COMPAQ, HP, ALLIANZ, RBS, PDVSA.
A sinistra la Williams caratterizzata dalla sponsorizzazione con Fly Saudia. A destra Nelson Piquet, in colori Giallo e blu.

La scuderia di Sir Frank, nel corso delle stagioni ha cambiato moltissime colorazioni, date dai vari accordi economici. Gli anni dei primi Mondiali, con Jones e Rosberg, furono caratterizzati dall’accordo con la Saudia, compagnia aerea di proprietà della Famiglia Bin Laden. Il bianco e verde, però, lasciò spazio al giallo, dalla stagione 84′. I trionfi di Piquet, Mansell e Prost, misero in risalto la bellissima colorazione giallo e blu della vettura. Vari accordi con marchi di sigarette e birra, garantirono numerose entrate nelle casse di Frank Williams.

Dalla funesta stagione del 94′, in cui perì “The Magic”, la monoposto venne “ridipinta” completamente di blu, grazie alla collaborazione con la Rothmans. Dopo anni di successi Mondiali, Sir Frank aderì al progetto BMW. In queste stagioni, la vettura prese la colorazione bianca e blu, mantenendola anche dopo il passaggio ai motori Cosworth. Dal 2014 al 2018, con la fornitura dei propulsori Mercedes, subentrò il main sponsor Martini, rendendo la livrea spettacolare; una delle più belle di tutta la Formula 1.

RENAULT.

  • 1977 – 1985 . RENAULT, ELF, MICHELIN.
  • 2002 – 2005 . MILD SEVEN.

All’ingresso in Formula 1, la Renault adottò il colore giallo. Non aveva main sponsor, ma la sua livrea era comunque un belvedere. Il ritorno nel circus, datato 2002, non solo fu vincente, ma portò alla luce la spettacolarità dei colori blu, giallo e bianco. L’accordo con la Mild Seven, marca di Sigarette Giapponesi, divenne il simbolo del Titolo Mondiale 05′. Dopo le leggi Europee su fumo e sponsorizzazioni, l’abbandono del Main sponsor vide il ritorno al classico giallo.

PILOTI E SPONSORIZZAZIONI.

Come accennato nell’introduzione, alcuni piloti divennero oggetto del desiderio degli sponsor. Guadagnandoci in visibilità, Marlboro intuì le potenzialità del binomio sponsor – pilota, andando a sottoscrivere un accordo con Arturo Merzario. Il “Cowboy”, soprannominato così per via del suo iconico cappello “Texano”, fu il primo pilota Italiano a far ciò. Anche il grande Niki Lauda, dopo le vittorie in Ferrari, si concesse agli accordi pubblicitari. Dal 77′ iniziò un rapporto con la Parmalat, durato per molti anni a venire. Anche il grande Ayrton Senna basò la sua Carriera sulle sponsorizzazioni. Il Brasiliano era dotato di grande fiuto negli affari, cosa che gli fruttò immensi vantaggi.

L’accordo con il Banco Nacional do Brasil portò visibilità ad Ayrton, che oltre al suo talento, poté sfruttare i vantaggi di tale collaborazione. Molto spesso, anche se non è il caso di Senna, alcuni piloti Sudamericani ebbero un sedile grazie ai potenti sponsor alle loro spalle. Ad esempio, il Messicano Hector Rebaque, data la grande potenza economica acquisì un posto in Brabham. Chico Serra fece lo stesso nella scuderia di Emerson Fittipaldi. Rimanendo ancora in Brasile, Pedro Paulo Diniz comprò un posto in Forti, Ligier, Arrows e Sauber.

Un altro Sudamericano passato in Formula 1 anche grazie alla “valigia” è Pastor Maldonado. Il Venezuelano ebbe l’appoggio della compagnia Petrolifera PDVSA. Grazie a quest’ultima e all’ex Presidente Chavez, Pastor riuscì a disputare ben cinque stagioni nella massima categoria. Nonostante la fama da pilota pagante, nel 2012 vinse il Gran Premio di Spagna, davanti a Fernando Alonso. Tra i cosiddetti Pay Driver ci sono anche Ricardo Rosset e Alex Yoong. Il primo militò in Footwork, Lola e Tyrrel senza mai conquistare punti. Stessa sorte toccò anche al Malese, che in Minardi conseguì una settima posizione come miglior risultato.

Per concludere, nella Formula 1 odierna, gli esempi di Lance Stroll e Nikita Mazepin descrivono perfettamente l’importanza di avere una “valigia piena”. Lawrence Stroll, papà di Lance, ha addirittura comprato un Team affinché il figlio potesse correre. Si può dire quasi la stessa cosa per Mazepin, che grazie alla raffineria del padre, la Uralkali, ha ottenuto un posto in Haas. Nel corso dei prossimi anni, la situazione cambierà o resterà la stessa? Probabilmente andrà avanti e nonostante i tanti talenti presenti nel mondo, chi avrà più potere economico la spunterà sugli altri.

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