Lorenzo Bandini – Storia di un asso del volante scomparso troppo presto.
18 Febbraio 2021Dagli inizi in officina al debutto nelle corse automobilistiche. Alla scoperta di Lorenzo Bandini, tra i trionfi in Ferrari e l’infausto incidente a Montecarlo.
“Io penso che è tutto un destino nella vita, non è soltanto uno che corre in automobile; se uno deve morire, a un certo punto… se è il destino che deve morire quel giorno, muore sia se va a correre in automobile o che non vada a correre in automobile”.
— Lorenzo Bandini

GLI INIZI DA MECCANICO E L’ESORDIO NELLE CORSE.

A volte, nella vita basta un singolo episodio per cambiarne le sorti, specialmente se la tua esistenza ha avuto grandi delusioni. Per Lorenzo Bandini, questa frase calza a pennello. Nato in Libia nel 1935, sin da piccolo dovette affrontare enormi drammi. Oltre al repentino ritorno in Italia, dato dalle sorti del conflitto Mondiale, Lorenzo fu segnato dalla morte del padre. Lo sgomento fu tale da dover cambiare paese, lasciando Brisighella e stanziandosi a Reggiolo. Dopo la frequentazione di una scuola professionale, il giovane Bandini venne assunto da un’autofficina locale. Non pago della vita in Emilia, decise di emigrare a Milano.
Qui, la sua vita ebbe l’episodio fondamentale che ne scrisse il futuro. Nel 1950, dopo aver cercato un’impiego, il Signor Goliardo Freddi decise di assumerlo nella sua officina. Il legame con quest’ultimo divenne molto importante, praticamente “familiare”. L’incontro con Margherita, figlia di Goliardo, ne unificò definitivamente il rapporto. Infatti, dopo essersi conosciuti e frequentati, i due decisero di sposarsi. Margherita, oltre che moglie, divenne anche spalla e cronometrista ufficiale di Bandini. Già, perché nel frattempo, quest’ultimo aveva intrapreso la strada delle corse.
Spinto dal suocero, il nativo di Barce (oggi al-Marj) esordì nel mondo automobilistico. Il debutto assoluto lo fece nel 56′, alla Castell’Arquato-Vernasca. Alla guida di una Fiat 1100 103 TV, prestatagli da Goliardo, Lorenzo acquisì le prime esperienze nelle corse. Con grande tenacia, nonostante il quindicesimo posto finale, continuò il suo percorso. Alla seconda gara, la Lessolo-Alice, riuscì a piazzarsi sul podio, tagliando il traguardo in seconda posizione. Dopo un paio d’anni dal suo esordio, Bandini colse la sua prima vittoria, trionfando alla Mille Miglia. Grazie alla sua spettacolare prestazione, ottenuta alla guida di una Lancia Appia Coupé, attirò gli occhi di molti addetti ai lavori.
Nel 59′ continuò a compiere grandi imprese, cosa che gli fece guadagnare una certa reputazione. In questa stagione esordì anche nelle monoposto, portando a termine il Campionato Italiano Formula Junior, piazzandosi secondo. L’anno dopo partecipò anche al Gran Premio della Libertà, a Cuba, facendo sua la vittoria. Ormai, il suo nome circolava ovunque. Il sogno del giovane Bandini era soltanto uno; partecipare alla Formula 1. Nel 1961 ci andò vicino, dopo aver conquistato la Coppa Junior a Monza. Enzo Ferrari decise di dare una possibilità ad un giovane emergente, ma la scelta ricadde su Giancarlo Baghetti. Nonostante la delusione, Lorenzo non si diede per vinto.
DEBUTTO IN FORMULA 1, APPRODO IN FERRARI E VITTORIA A LE MANS.

Con grande forza di volontà, il pilota Emiliano cercò altre scuderie in grado di poter offrirgli una vettura. Finalmente, il Patron della Scuderia Centro Sud gli propose un contratto. Le potenzialità della macchina erano basse, però Bandini riuscì comunque a mettersi in mostra. Già dal suo esordio, avvenuto a Spa nel 18 Giugno 61′, l’Italiano lottò senza timore. A fermarlo fu solo un guasto alla monoposto, palesatosi nel corso del ventesimo giro. Nelle tre gare rimanenti, Lorenzo collezionò un dodicesimo posto a Silverstone, un ritiro al Nurburgring ed infine un’ottava posizione a Monza.
Grazie alla sua combattività, Enzo Ferrari decise di dargli una possibilità, offrendogli un’accordo per la stagione seguente. La sfortuna volle che la “rossa” soffrì maledettamente le potenzialità delle vetture Inglesi. Di conseguenza, Bandini si ritrovò in difficoltà. Inoltre, il “Drake” lo schierò solamente in alcuni Gran Premi, preferendogli altri piloti. Il suo esordio in Ferrari lo fece a Pau, in una gara non valida per il Mondiale. Dunque, l’Emiliano prese parte a tre corse valide per il campionato, cogliendo un buon terzo posto a Monaco. Nei restanti due appuntamenti si piazzò ottavo a Monza, mentre al Nurburgring fu costretto al ritiro.
Anche il 63′ non lo vide tra i preferiti di Enzo Ferrari che, ancora una volta, decise di fargli disputare solo alcune corse. Bandini, però, si tolse grandi soddisfazioni; infatti, in coppia con Ludovico Scarfiotti, vinse la 24 H di Le Mans, a bordo della Ferrari 250 P. Nel Mondiale di Formula 1 si piazzò decimo in campionato, con all’attivo sei punti Iridati. L’Italiano, nonostante la mancata conquista di podi, si rese protagonista di buone prestazioni, come i tre quinti posti sottolineano. Il “Commendatore”, visti i fatti, decise di promuoverlo, dandogli il ruolo di secondo pilota.
Per la prima volta dal suo esordio nella massima categoria, Bandini poté svolgere l’intero campionato. Fin da subito, Lorenzo si rese protagonista. In ogni gara era pronto a dare battaglia, mettendosi dietro i migliori. Nonostante tutto, la sfortuna si mise di mezzo, intralciando il cammino del Ferrarista. Nei primi cinque Gran Premi, infatti, i punti furono solo due. L’Italiano, poco propenso ad abbattersi, trovò le motivazioni per riscattarsi. Nella seconda parte di stagione centrò ben quattro podi su cinque, tra cui la sua prima ed unica vittoria in Formula 1.
TRIONFO A ZELTWEG E PROSEGUO IN FERRARI.

Lorenzo Bandini, in quel 23 Agosto del 1964, entra ufficialmente nella storia. Grazie alla sua tenacia, riesce a compiere un vero e proprio capolavoro. Siamo in Austria e la tensione è palpabile. Lorenzo, dopo quel terzo posto al Nurburgring, vuole mettere la firma sul gradino più alto del podio. In qualifica, purtroppo, si colloca solamente in settima casella. Le aspettative sono alte, quasi asfissianti. Il compagno di squadra, John Surtees, è secondo, davanti a lui di ben quattro posizioni. Nonostante ciò, l’Italiano parte all’arrembaggio. Durante la gara è una furia. Passa tutto e tutti, senza mai mollare nulla.
Il contagiri segna un numero; centocinque. Ecco, quel numero significa l’ultima tornata. Bandini, quella cifra la fa sua. Al termine del giro, taglia il traguardo in prima posizione, davanti a Ginther e Bob Anderson. Lorenzo può finalmente festeggiare, la vittoria è sua. Il messaggio al “Drake” è chiaro: ” io ci sono”. La stagione prosegue in modo superlativo, tra podi e battaglie. Proprio nella gara finale, in Messico, l’Italiano si rende protagonista di un’ infuocata lotta con Graham Hill. Per proteggere il compagno di squadra Surtees, in lotta per il Titolo, Lorenzo oppose una strenua resistenza agli attacchi del “baffo” Britannico, arrivando al contatto.
Chiuso il 64′, con la quarta posizione in campionato e ben 23 punti Iridati, Lorenzo Bandini aprì la stagione seguente in modo superlativo. Il Ferrarista, in coppia con Nino Vaccarella, trionfò alla Targa Florio, andando a completare un già significativo palmares. Se nelle corse a ruote coperte le cose andavano bene, in Formula 1 Lorenzo dovette affrontare numerosi problemi. Infatti, nel biennio 65′-66′, i podi furono soltanto tre; due a Montecarlo ed uno a Spa. La vettura, spesso lo lasciava a piedi. Una volta, in Francia, successe un fatto incredibile.
Dopo aver ottenuto la Pole Position, scattò bene e mantenne la Leadership. Durante il secondo giro, però, il cavo dell’acceleratore si spezzò, lasciando Bandini nei guai. Lui, grazie al suo passato da meccanico, non si perse d’animo e cercò di riparare il danno con del fil di ferro preso dalle reti presenti a bordo pista. Ovviamente dovette ritirarsi, ma questo la dice lunga sulla sua caparbietà.
VITTORIA A DAYTONA E TRAGICA SCOMPARSA A MONTECARLO.

Dopo le delusioni dei due anni precedenti, Lorenzo ebbe modo di rifarsi. Nel 67′, in coppia con Chris Amon, vinse la 24 H di Daytona, riscuotendo grande popolarità oltreoceano. Bissò il successo anche nella 1000 Km di Monza, sempre in coppia con il Neozelandese. Il “Drake”, viste le premesse, si aspettava un Bandini competitivo anche in Formula 1. Dopo aver saltato il Gran Premio del Sudafrica, la scuderia di Maranello si presentò a Montecarlo con grandi speranze. Già dalle qualifiche, il pilota Italiano fu in grado di stare tra i primi, ottenendo la seconda piazza.
Il giorno seguente, alla partenza della corsa, Lorenzo scattò bene e prese il comando. Jack Brabham, sopraffatto da problemi al motore, dovette ritirarsi, lasciando una grossa chiazza d’olio sull’asfalto. Il pilota Emiliano, alla seconda tornata, la prese in pieno, slittando e perdendo posizioni. Contrariato ma non abbattuto, il Ferrarista decise di dare tutto ciò che aveva. In cinquantanove giri recuperò tantissimo terreno, arrivando alle spalle di Danny Hulme. Il Neozelandese, che conduceva in prima posizione, non era un cliente facile. Con circa sette secondi da recuperare, Bandini scelse di non mollare la presa.
Grazie al suo incredibile passo gara, Lorenzo riuscì a superare velocemente il doppiato Pedro Rodriguez, gettandosi all’attacco di Graham Hill. Il gentlemen Inglese, anche lui da doppiare, oppose strenua resistenza. Forse memore del vecchio screzio tra lui e Bandini, il pilota Lotus mise ogni singola energia in questo duello. Il Ferrarista si liberò di Graham solo dopo una dura lotta, arrivando alla battute finali della corsa con grande stanchezza. Al giro 82, Lorenzo sbagliò traiettoria alla chicane del porto, sbattendo contro una bitta di ormeggio. Ormai fuori controllo, la vettura si capovolse e prese immediatamente fuoco. I soccorritori, sprovvisti di tute ignifughe, non si resero subito conto della gravità dell’incidente.
Essi, vedendo la vettura bruciare, pensarono che Bandini fosse stato scaraventato in acqua, come successe anni prima ad Alberto Ascari. Baghetti e Juan Carlos di Borbone, presenti sul posto, si resero conto della presenza di Lorenzo nella monoposto. I due amici del pilota Emiliano, una volta attirata l’attenzione dei pompieri, cercarono di spegnere le fiamme. Il rogo, durato numerosi minuti, fu infine domato dai soccorritori. Una volta raddrizzata la vettura, Lorenzo venne estratto e portato in Ospedale. Purtroppo, le numerose ustioni e una profonda ferita alla milza impedirono ogni tentativo di rianimazione del pilota.
Lorenzo Bandini spirò il 10 Giugno 1967, due giorni e mezzo dopo il terribile schianto. Ancora oggi, a distanza di anni, il suo ricordo è grande tra gli appassionati. In suo onore, nel 1992, il Comune di Brisighella istituì il “Trofeo Lorenzo Bandini”, assegnato al miglior pilota esordiente in Formula 1. La sua grinta lo contraddistinse, portandolo a trionfare anche in momenti non facili. Nonostante abbia vinto solo una corsa nella massima categoria, la conquista di Le Mans e Daytona, lo collocano tra i più abili piloti di tutta la storia.
Appassionato della Formula 1 dei bei tempi.
Sempre al passo del Mondo d'oggi.