Niki Lauda- Leggenda razionale con la velocità nel sangue.
23 Febbraio 2021“QUANDO CE LA FAI SONO TUTTI CON TE, QUANDO PERDI LI HAI TUTTI CONTRO. IN MEZZO NON C’È NIENTE”.
NIKI LAUDA

PARTE RAZIONALE.
Stamane, come di consueto, mi sono svegliato e ho fatto colazione. Di routine, mentre degusto il primo pasto della giornata, penso a molte cose. Quest’oggi, il mio pensiero correva su un solo binario; il ricordo di fatti passati. Sovente, noi umani, incappiamo in vari flashback. La mente, tramite date o scene vissute, da noi ritenute emozionanti, ci riporta indietro nel tempo. Oggi, il calendario segna il ventiduesimo giorno del mese di Febbraio. Per tanti, questo è un Lunedì come un altro. Per me, evidentemente, non lo è. Settantuno anni fa, nella medesima data odierna, nasceva Niki Lauda. Pilota carismatico, eroe, Leggenda. Insomma, chiamatelo come volete, tanto qualunque aggettivo risulterà insufficiente per descrivere la sua grandezza.
Uomo, oltre che pilota. Quella sua parte razionale, molto spesso, prevaleva sull’istinto della velocità. Il rischio, da lui calcolato quasi alla perfezione, non lo scalfiva mai. Niki, la sua vita la faceva ballare su un palcoscenico stretto, con lo strapiombo a fare da contorno. Il palco in cui si esibiva era la Formula 1, mentre il burrone rappresentava i pericoli a cui eri soggetto. Bene, lui calcolava tutto. Se il rischio costeggiava il precipizio, Niki Lauda non avrebbe mai osato di avvicinarsi ad esso. Alla sua esistenza ci teneva. Ogni weekend lo preparava con meticolosità, dal cibo all’esercizio fisico. La maggior parte dei piloti ci scherzava su.
PARTE LUNGIMIRANTE.

Che differenza avrebbe mai fatto il cibo, o la birra, o il vino? Per andare forte devi usare il piede destro e staccare la mente. Chi se ne frega dell’atletica, o del preparatore. A lui, tutte queste affermazioni non importavano, Non ci dava peso. Sapeva che con una buona preparazione, il suo corpo avrebbe reagito in ottimo modo alla fatica della guida. Con lungimiranza, ebbe ragione. Da li a poco, il mondo della Formula 1 dovette ricredersi. Stop alle feste fino a tarda sera, basta ad alcolici e sigarette. Con una vita sana, le performance di un pilota cambiavano radicalmente.
E allora via, tutti in palestra. Niente più cibi pesanti e poco proteici. I Team, al posto di pasti improvvisati, ingaggiarono chef specializzati in cucina sportiva. Ecco, la lungimiranza di Lauda portò a tutto questo. Lui, da uomo saggio ed esperto, in un certo senso fu il precursore della Formula 1 odierna, fatta di lavoro in palestra e sacrifici fisici. Fu lungimirante anche nel campo della sicurezza, ambito molto importante nella sua vita. Già dai primi anni in monoposto, Niki Lauda fu protagonista di reclami e battaglie verso le direzioni gara. Se un circuito era ritenuto pericoloso, lui esigeva modifiche. Era un duro, ma in fondo amava il pubblico. A Monza, ad esempio, le folle andavano in visibilio per lui.
L’INVINCIBILE.

Io, quando andai in visibilio per la sua guida, avevo dodici anni. Divoravo filmati su di lui. Scoprivo una Formula 1 che non avevo mai vissuto. Ovviamente, essendo un classe 96′, ero abituato a tutt’altre corse, fatte di sicurezza e forse, meno spettacolo. Mi ricordo che frequentavo la scuola media. Dopo il rientro pomeridiano, capitava spesso che al mio ritorno a casa mi sintonizzassi su ESPN. Trasmettevano un programma fighissimo, Formula 1 Retro. Fu proprio in questa occasione che vidi Lauda in Ferrari per la prima volta. Non ricordo quale Gran Premio fosse, ma ho ancora le immagini nella mia testa di un Niki felice, mentre festeggia sul podio.
Crescendo, divenni ancor più interessato alle sue gesta passate. Frequentavo la prima superiore e dopo aver fatto i compiti, mi recavo su YouTube. Quelle immagini in bianco e nero mi intrigavano. Un giorno, mi imbattei in un video con un nome strano, di cui facevo fatica a pronunciare: Nurburgring. Erano immagini di un’incidente. Non avevo mai visto vetture prendere fuoco come quella Ferrari, con addirittura un’uomo dentro l’abitacolo. Il protagonista era Niki e quei fotogrammi mi rimasero impressi per un bel po’ di tempo. Avevo letto che Ron Howard avrebbe fatto un film sulla rivalità di Lauda e James Hunt, così ho aspettato impazientemente la sua uscita al cinema. Nel mentre, in me maturava l’idea di un Lauda invincibile, un’idolo.
LA PAURA.

Se si è veri uomini, il timore di scoprire le proprie insicurezze non deve esistere. Ventiquattro Ottobre 1976, Monte Fuji. Niki, dopo l’incredibile recupero dall’incidente del Nurburgring, detiene ancora il primato del campionato. Il rivale per il Titolo è James Hunt, pilota Inglese della Mclaren. Le condizioni atmosferiche sono proibitive. Il senso razionale di Lauda dice che è troppo pericoloso. Non ci sono le condizioni per correre. La gara andrebbe spostata, oppure rimandata. Al suo pensiero si accodano in tanti, quasi tutti i partecipanti alla corsa. Nel giro di pochi minuti, i piloti prendono una decisione unanime. Quell’ultima corsa non verrà disputata. Cascasse il mondo, nessuno si presenterà in griglia.
Quando tutto sembra ormai scritto, Bernie Ecclestone impone lo svolgimento della corsa, pena gravi stravolgimenti sui contratti. Già, perché Bernie, quell’ultimo appuntamento Mondiale lo ha venduto alle grandi Televisioni. Il “segnale” è stato ceduto in cambio di grossi proventi, per cui bisogna correre. A quel punto, tutti si schierano in griglia. Niki è dubbioso, vede i “draghi”. Alla fine del primo giro, rientra ai box. Forghieri chiede ossessivamente se la macchina abbia problemi, ma Lauda dice la verità. “Mauro, nessun problema. Ho avuto paura, mi ritiro dalla gara”. Poco importa se perderà il Mondiale, almeno avrà conservato la vita. Ancora una volta, la parte razionale di Lauda ha deciso.
PERSONALITÀ E FORZA IMMENSA.

Niki Lauda, dall’alto dei suoi tre titoli e venticinque vittorie, è immenso. Un uomo dotato di grande forza, personalità da vendere e incredibile voglia di lottare. Lui, le sue battaglie le ha sempre condotte con immenso carattere. È scampato ad un rogo, quello del Nurburgring, tremendo. Solo un lottatore come lui poteva farcela. I segni di quel drammatico episodio li portava con se, nel corpo e nell’anima. Oltre alle bruciature e ai problemi polmonari, il suo animo era stato segnato profondamente da quell’incidente. Nonostante avesse dei modi duri, in realtà aveva un’animo trasparente, un po’ come Ayrton Senna.
Ai miei occhi, Niki lo vedevo come un nonno saggio in grado di dispensare utili consigli. Eppure, purtroppo, non ci ho mai parlato e neppure mai chiesto l’autografo o una foto. Quella sua immensità, aleggia ancora nel paddock. Manca a tutti, sia agli addetti ai lavori, che ai tifosi del Motorsport. Con quel senso razionale di prendere le decisioni, in Formula 1 era ancora fondamentale. Una parte del successo Mercedes, sicuramente spetta anche a lui. Decisivo non solo in pista, ma anche nel muretto dei box. Adesso, non mi resta che augurarti buon compleanno Niki, ovunque tu sia.
Appassionato della Formula 1 dei bei tempi.
Sempre al passo del Mondo d'oggi.
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