Jos Verstappen, talento eccezionale eclissatosi come il sole al tramonto
28 Dicembre 2021Pilota velocissimo e spregiudicato, a volte un po’ fuori dalle righe sia dentro che fuori dalla pista. Ladies and Gentlemen, lui è Jos “the boss” Verstappen, il vero Olandese volante
Essere coraggiosi, sempre pronti alla battaglia. Spesso, queste due caratteristiche si trovano sui libri di storia, volte a dipingere la personalità degli eroi del passato. Bene, i vari Napoleone o Alessandro Magno, in questa speciale classifica dei virtuosi non sono soli. Se penso ad un vecchio personaggio, valoroso e mai domo, mi viene in mente Attila. Quest’ultimo racchiude spregiudicatezza, forza fisica e sfrontatezza. Ecco, nella classifica dei paragoni, il Re dei Barbari si fonde con le sembianze di uno come lui, Jos Verstappen. Ad accomunarli c’è quel fuoco che arde dentro il cuore, puro e allo stesso tempo letale.
Così come Attila, anche Jos Verstappen è uno che non molla mai. Dinnanzi alla sconfitta preferisce la morte anziché l’abdicazione. Jos non sarà educato o gentile, non sarà dotato di grande fiuto nei rapporti umani, ma ha una dote che mette in secondo piano tutto ciò. Ha quella capacità di sfidare il limite, toccarlo con mano per poi riderci e scherzarci su. Verstappen, serio e scontroso, in pista ci sa fare eccome. Tolto il casco, le cose vanno male, purtroppo per lui. Questa, però è un altra storia.
Il Cavaliere inizia la sua ascesa
É quasi primavera. Il 4 Marzo del 1972, a Monfort, ha inizio la storia del temerario Jos Verstappen. Il giovane ragazzo dimostra sin da subito un grande temperamento. Non ha voglia di studiare e andare a scuola, come molti suoi coetanei. Quel che lo differenzia dagli altri è un elemento non comune. Nei Paesi Bassi, la tradizione è giocare a calcio o diventare corridore ciclistico. Il piccolo Verstappen, ignora tutto ciò. Lui ha deciso, da grande farà il pilota automobilistico.
Niente pallone o bicicletta, Jos ha in testa solo i motori. Il padre fa di tutto per assecondare i suoi desideri. Appena il giovane Johannes sale su un kart, per gli avversari c’è solo la polvere. Jos è ben lontano dalla Formula 1, ma in cuor suo lo sa che prima o poi ci arriverà: il Cavaliere ha iniziato la sua ascesa.

Verstappen cresce, coltiva sempre di più i propri sogni e non molla. Dopo vittorie e prestazioni convincenti sui kart, Jos viene notato da una scuderia di Formula Opel, categoria assai competitiva. Se la sfida è difficile, Verstappen non molla, anzi, raddoppia l’impegno. É così e sarà sempre così, questa è la regola. Non a caso, Johannes sbaraglia la concorrenza e fa suo il Campionato al primo tentativo, guadagnandosi la chiamata del Van Amersfoort Racing, squadra della F3 Tedesca. Così, quel Cavaliere tutta forza e spregiudicatezza, nel 1993 sotterra tutti i suoi rivali e conquista il titolo.
L’ascesa verso la Formula 1 è ormai completata.
Non tutto va sempre secondo i piani
Per la stagione del ’94, ad assicurarsi le prestazioni del giovane Verstappen è la Benetton di Flavio Briatore. Il Team Italo-Inglese gli offre un contratto da collaudatore, ma dopo le vicissitudini occorse al titolare Lehto, Jos ne eredita il posto. Purtroppo, le prime due gare sono da dimenticare. Doppio zero e possibilità sprecata, dato che il Finlandese si ristabilisce e riprende i galloni da secondo pilota. Johannes è frustrato ma non molla, non è quello il suo modo di agire. Briatore vede il coraggio negli occhi di Verstappen, quello che non percepisce in JJ Lehto.
Il Finnico, date le scarse prestazioni viene così silurato in favore di Jos. Il giovane Olandese scalpita, forse troppo. Nella foga di dimostrare le sue doti, Johannes sbaglia veramente tanto. Spesso compromette le gare degli altri, e questo alla squadra non va bene. Dato il suo focoso temperamento, nel paddock è ormai diventato Jos “the boss” Verstappen. Due terzi posti in Ungheria e in Belgio (unici podi della sua carriera) lo fanno decollare, ma per la Benetton è troppo poco.

Briatore è uno che non perdona, e se non gli vai bene non si fa scrupoli a licenziarti. Verstappen inoltre non si è mai adattato ne alla squadra e ne alla macchina. Inoltre, il confronto con il compagno di squadra Schumacher parla da solo. Per il manager Italiano, questo pretesto è oro. Dopo quattro piazzamenti a punti in dieci appuntamenti Mondiali, Johannes viene allontanato e parcheggiato alla poco competitiva Simtek. Simbolicamente, con il rogo nel rifornimento di Hockenheim, bruciano anche i sogni di vittoria dell’Olandese.
Battaglia nelle retrovie
Il coraggio non gli manca, la sfrontataggine nemmeno. Insomma, è il solito Verstappen, solo che gli obbiettivi si sono ridimensionati. La Simtek va piano e inoltre è piena di problemi, sia di natura tecnica che finanziaria. Le cose vanno talmente male che il Team è costretto a chiudere i battenti dopo il GP di Montecarlo. In appena cinque gare, Johannes raccoglie quattro ritiri ed un misero dodicesimo posto. Il ’95 di Jos finisce dunque anzitempo.
Grazie alla sua perseveranza, l’Olandese trova ingaggio per la stagione successiva. Ad accogliere “the boss” è la modesta Footwork, scuderia destinata alla chiusura a fine Campionato. Verstappen si ritrova tra le mani una vettura nervosa e poco performante, ma nonostante ciò lotta senza arrendersi mai. In Argentina riesce ad artigliare una preziosa sesta posizione che vale un punto. Quello è però l’unico acuto, dato che la stagione lo vede protagonista di dodici ritiri in sedici appuntamenti.

Il ’97 e il 98′ non vanno meglio. Sia la Tyrrell che la Stewart non sono in grado di dargli una vettura con del potenziale, relegandolo in fondo alla griglia. I bassi sono numerosi e gli alti sono inesistenti. Dunque, dopo il 1995, anche le annate del ’97 e ’98 lo vedono terminare a quota zero punti. Vista la situazione, Verstappen medita l’abbandono al circus, ma dopo un anno di pausa torna più carico che mai. L’alba del nuovo millennio lo vede infatti protagonista di buone performance con la Arrows, arrivando addirittura a punti in due occasioni (quinto in Canada e quarto a Monza).
A fine stagione si piazza dodicesimo in classifica con cinque punti.
Ultime due stagioni e conseguente ritiro
Rimane in Arrows anche per l’annata del 2001, in cui la vettura si rivela meno performante e decisamente scorbutica. Nell’arco del Campionato, Verstappen cerca di guidare sopra i problemi, come è abituato a fare. Nonostante l’Olandese ci metta tutto il suo impegno, arriva a punti solo una volta, con il sesto posto ottenuto in Austria. Il suo carisma non basta, così la squadra non gli rinnova il contratto e lo sostituisce con Frentzen.
A quel punto Jos cerca di intelare una trattativa con la Sauber. La scuderia Svizzera lo convoca per effettuare dei test, ma le cose non vanno bene ed il negoziato si chiude.

Dopo un 2002 da spettatore, Verstappen ottiene un sedile in Minardi. La vettura è complicata da gestire, il potenziale è pressoché inesistente. Nonostante i problemi, Jos dimostra che la velocità gli appartiene ancora. A Magny Cours, durante le pre qualifiche del Venerdì sigla il miglior tempo grazie alla sua abilità sul bagnato, cosa che ovviamente non si ripeterà il giorno dopo. Oltre questa parentesi, il resto della stagione è travagliato. A fine anno si congeda definitivamente dalla Formula 1, con un totale di 107 Grandi Premi disputati, due podi e 17 punti.
Il Cavaliere è stanco, ma è sicuro che il nome del Casato sarà destinato ad un brillante futuro. Per informazioni potete chiedere a un certo Max Verstappen.
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