Mercedes, Pirelli e le ombre del test segreto 2013 /1
27 Gennaio 2022Andiamo ad analizzare uno dei casi più controversi delle ultime stagioni
Amore e odio, bianco e nero. No, non è l’inizio di un romanzo giallo, o di un film con la sceneggiatura di Alfred Hitchcock. Questa è una storia di sport, composta da sfumature oscure, che a distanza di quasi nove anni riecheggia ancora nella mente di numerosi appassionati. Un torbido triangolo, con protagonisti Pirelli, Mercedes e FIA. Luogo del crimine, Barcellona.
Siamo a metà Maggio, la Primavera sta per lasciare spazio al caldo dell’Estate. Sul circuito del Montmelò, due piloti con indosso un banalissimo e anonimo casco nero stanno macinando tornate su tornate. Intorno a loro non c’è nessuno, tranne gli addetti alla sicurezza del tracciato.
Strano, anzi, stranissimo. Nessuna traccia di fotografi o giornalisti. A quanto pare, l’ordine è tassativo: impedire l’accesso al circuito a qualsiasi persona non autorizzata. Pius Gassò, appassionato e assiduo frequentatore del Montmelò riesce a eludere la sorveglianza per pochi minuti. Sono istanti preziosi, che daranno il via a un vero e proprio calderone mediatico. Già, perché sotto i caschi neri si celano Lewis Hamilton e Nico Rosberg, e non semplici piloti di GP2.
L’intrigo ha dunque inizio.
Il polverone
Non si sa in che modo, ma lo scoop rimbalza oltremanica. Una rivista Motoristica Inglese cita la W04, proprio quella monoposto iscritta al Mondiale. Mercedes tenta la smentita, ma ormai è tardi.
Montecarlo, Domenica 26 Maggio.
In seguito alla vittoria di Nico Rosberg, alcune scuderie decidono di fare reclamo alla Federazione. Tra queste, assolutamente furenti, ci sono Red Bull e Ferrari. Secondo i Team Principal delle due squadre, la situazione è inaccettabile. Modificare il regolamento per assecondare Mercedes non sta né in cielo né in terra. Inoltre, l’articolo 22.4 del regolamento parla chiaro. A partire da dieci giorni prima e sino alla fine del Mondiale, è severamente vietato qualsiasi test.

Da parte sua, Pirelli sceglie inizialmente la linea del silenzio, salvo poi dare una spiegazione attraverso Paul Hembery, responsabile di allora per la casa Milanese.
La versione delle tre parti
Hembery dichiara che Pirelli ha agito in modo leale, specificando che nel contratto del fornitore dei pneumatici è presente una clausola che spiega tutto ciò:
“Nel contratto del fornitore di pneumatici c’è la possibilità per un team di percorrere 1000 km di test con gomme da sviluppo. Le nostre erano al 90 per cento progetti per il 2014. Tutti hanno la possibilità di fare questo test, basta chiederlo. Ne abbiamo già condotti altri.”
Anche la FIA risponde alle polemiche, pubblicando un comunicato dopo il GP del Principato:
“All’inizio di maggio, Pirelli ha chiesto alla FIA se fosse stato possibile effettuare alcuni test di sviluppo con un team, utilizzando una monoposto dell’attuale campionato. All’interno del contratto di Pirelli con FIA quale fornitore unico, è prevista per loro la possibilità di effettuare fino a 1000 km di test con qualsiasi team, a patto che ad ogni squadra venga offerta la possibilità di farlo. La FIA ha suggerito a Pirelli e Mercedes che un simile test di sviluppo può essere possibile se gestito da Pirelli e non dalla squadra che fornisce macchina e pilota, e che tale test sarebbe stato subordinato al fatto che ad ogni squadra sia stata data la stessa opportunità di effettuarlo, in modo da assicurare la piena equità sportiva.“

“A seguito di questa comunicazione, la FIA non ha ricevuto ulteriori informazioni su un possibile test svolto, né da Pirelli né da Mercedes. Inoltre, la FIA non ha ricevuto la conferma che tutte le squadre abbiano avuto la possibilità di prendere parte a questo test.“
Non è da meno la Mercedes, che attraverso le parole di Ross Brawn predica innocenza:
“Era un test Pirelli, dal mercoledì al venerdì successivo al Gran Premio. Martedì c’erano i motorhome, si stavano ancora smantellando i box e e noi eravamo lì con tutte le attrezzature, i camion Pirelli e quant’altro. Non c’era di mezzo la segretezza, si trattava di privacy. La mia coscienza è pulita. Era un test Pirelli e non credo avessimo l’obbligo di informare le altre squadre, se Pirelli voleva comunicarlo, spettava a loro. Siamo tranquilli perché era un test Pirelli chiesto dalla Pirelli. Era compito di Pirelli decidere cosa andava fatto. L’integrità sportiva è vitale per Mercedes.“
La vicenda si sposterà in Tribunale.
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