Imola 94 vista dagli occhi di chi c’era: “Senna era morto e non lo sapevamo”
21 Aprile 2022Nell’avvicinamento al weekend di Imola, riviviamo da un’altra prospettiva il dramma del fine settimana del 1994.
Avvicinandosi al weekend del Gran Premio di Imola, è inevitabile che il pensiero vada all’infausta edizione del 1994, che cambiò per sempre la F1. La morte di Ayrton Senna e Roland Ratzemberger, l’incidente di Rubens Barrichello e l’incidente al via che ferì alcuni tifosi in tribuna rappresentano una delle pagine più nere del motorsport.
Di quei drammatici tre giorni tra libere e gara sappiamo ormai ogni centimetro. Forse, però, non abbiamo mai provato a vederli con gli occhi di chi veramente era in tribuna in quei giorni di primavera romagnola. Lo spunto per farlo lo dà Claire Campbell ai microfoni di RaceFans.net.
Il racconto di Claire
La giovane inglese Claire Campbell, nell’aprile del 1994, decide assieme al suo fidanzato di visitare l’Italia, il suo sogno sin da bambina. Lo scopo del viaggio però, oltre a visitare le bellezze del Bel Paese, è quello andare a vedere il Gran Premio di San Marino a Imola, terzo round del mondiale 1994 di Formula 1. “Lo scopo principale del viaggio era il gran premio” ricorda Claire. “Sono abbastanza italofila, e essere a Imola con tutti quei tifosi sulla collina della Rivazza di cui avevo sentito parlare, essere in casa della Ferrari ha reso il viaggio più speciale”.
Nonostante il fan più sfegatato fosse il fidanzato, anche Claire non era da meno. “Sono nata negli anni ’60, quindi sono cresciuta guardando James Hunt e gli altri piloti della sua era. Poi andando avanti, ovviamente Nigel Mansell e Damon Hill. Ho sempre guardato questo sport sin da piccola. Incuteva un certo fascino perché i piloti di auto, possiamo dirlo, erano semplicemente un mondo a parte. Lo sono ancora adesso”.
Claire e il suo compagno arrivano a Imola il giovedì. Come prevedibile, la domanda di pernottamenti in zona è talmente alta da obbligare la coppia ad una certa creatività. “Abbiamo trovato una sistemazione ad Imola soltanto per la notte del giovedì. Per il resto del weekend, però, abbiamo dovuto soggiornare a Bologna. Quando siamo arrivati in albergo a Imola il giovedì, abbiamo saputo da altri ospiti che uno dei piloti di F1 di nome Ratzemberger avrebbe soggiornato nel nostro stesso hotel per il weekend. Ho sempre il ricordo di quel nome.

L’inizio del weekend
Il venerdì, i due inglesi arrivano al circuito verso le 10 del mattino, a prove libere già inoltrate. Ad attirare subito l’attenzione di Claire è l’inconfondibile urlo dei V12 Ferrari, riconoscibile tra i tanti V8 e V10 delle altre monoposto. “Mi ricordo questo lungo viale. E mentre lo attraversavamo ricordo che si poteva sentire benissimo il suono dei V12 Ferrari. Era inconfondibile. Ad essere onesti, ancora oggi, il pensiero mi fa venire la pelle d’oca”.
“Verso la fine di questo viale, ricordo che stavo quasi correndo tanta era la voglia di vedere le auto. Era l’unica cosa a cui pensavo in quel momento. È stato incredibile. Ricordo che mentre guardavo le prove libere pensavo ‘wow, vanno troppo veloci, non riesco a starci dietro’. Era sbalorditivo, veramente”. Racconta Claire.
Senza connessione internet, ai tempi, era difficile essere aggiornati su ciò che accadeva sul circuito, nonostante lo speaker. Claire e il suo compagno, scoprono solo dopo la fine del turno che il giovane brasiliano della Jordan, Rubens Barrichello, ha subito un grave incidente, fortunatamente senza gravi conseguenze, alla Variante Bassa.

Le qualifiche del sabato
I due, dopo la notte passata a Bologna, ritornano al circuito il sabato per le qualifiche del Gran Premio, posizionandosi all’interno della curva Villeneuve. “Guardare i piloti arrivare a quella velocità li faceva sembrare dei pazzi. Era veramente pericoloso, oltre la pazzia”.
Di lì a poco, l’austriaco Roland Ratzemberger, compagno d’albergo dei due al giovedì, viene tradito dall’ala anteriore della sua Simtek, uscendo di pista proprio alla Villeneuve andando a sbattere violentemente a 315 km/h contro lo barriere per poi fermarsi alla Tosa. Un impatto talmente devastante che il 33enne viene dichiarato morto un’ora dopo.
“È stato orribile” racconta Claire. “È imbarazzante che sia arrivato fino alla Tosa. Non sono un’esperta però, quindi non so che protezioni ci fossero in pista in termini di sicurezza a quei tempi”.
Tornati al capoluogo emiliano, Claire e il fidanzato decidono di distrarsi dagli eventi del pomeriggio andando al bar, dove incontrano due ragazzi austriaci, con i quali, naturalmente, non possono non parlare di ciò che è avvenuto durante le qualifiche.
“Avevamo dei biglietti per la Rivazza, dove stavano i Tifosi della Ferrari” racconta ancora Claire. “Ci chiesero se volevamo scambiarli con dei biglietti per la tribuna accanto alla griglia di partenza perché non erano interessati alla partenza. Avremmo poi potuto scambiarci di nuovo durante la gara, così da poter vedere anche la partenza. Ovviamente abbiamo accettato, concordando anche un orario in cui ci saremmo dovuti trovare nella public area per scambiare i biglietti”.

La gara della domenica
I due, quindi, raggiungono il circuito la domenica per posizionarsi in tribuna accanto alla griglia di partenza. Allo spegnimento dei semafori, la Benetton di JJ Lehto si pianta e viene centrata in pieno da Pedro Lamy e la sua Lotus. “Un paio di quello che penso fossero gomme sono volate sopra la pista. Eravamo praticamente in mezzo. Pezzi di detriti sono volati sopra la pista verso gli spettatori. Mi ricordo di aver pensato ‘non è reale’ perché visto quello che era successo il sabato non avrei mai creduto che potesse andare storto qualcos’altro”.
Qualche giro dopo la ripartenza, Claire nota che i marshal stanno sventolando un’altra volta le bandiere gialle. “È entrata la Safety Car e dopo qualche giro è diventato chiaro che avevano sospeso la gara. Non sapevamo cosa stesse accadendo, perché non c’erano schermi e lo speaker parlava solo in italiano“. I due, inoltre, notano Michael Schumacher tornare ai box, ma non vedono la Williams bianca e blu sponsorizzata Rothmans di Ayrton Senna, realizzando che il brasiliano era probabilmente la causa della sospensione della corsa.

“Abbiamo visto un elicottero arrivare e poi decollare di nuovo lasciando la pista. Non sapevamo cosa fare quindi siamo andati a cercare i due ragazzi austriaci, abbiamo scambiato i biglietti e siamo andati alla Rivazza assieme ai Tifosi Ferrari. Ma, ancora, tutto quello che sapevamo era che la gara era stata sospesa”.
La gara finisce con la vittoria di Michael Schumacher su Benetton, seguito da Nicola Larini su Ferrari in sostituzione di Jean Alesi e dal giovane finlandese Mika Hakkinen su McLaren. Una gara che vede, tra le altre cose, il ferimento di un meccanico Ferrari colpito da una ruota “errante”.
Il post gara
“Nel post gara c’era un’aria molto lugubre. Appena finita la corsa siamo usciti dal circuito. Mi ricordo che tutti erano molto silenziosi, parlavano e cercavano di capire cos’era successo. C’era la sensazione che fosse capitato qualcosa di terribile a Senna, ma non lo potevamo sapere. Abbiamo lasciato la pista molto preoccupati, perchè poteva essere un grave infortunio oppure peggio” dice Claire.
“Tornati in albergo a Bologna, parlando con il ragazzo della reception abbiamo raccontato di essere stati al gran premio. ‘Che brutta giornata’, abbiamo detto. Il ragazzo, dopo una pausa di qualche secondo, facendosi il segno della croce, esclama in italiano: ‘è morto'”.
Claire continua. “ ‘È morto?’ abbiamo gridato. Poi siamo corsi in camera e abbiamo acceso Eurosport e abbiamo scoperto tutto. Eravamo in stato di shock. Ci siamo detti ‘Non è possibile che eravamo lì, che sia morto e nemmeno lo sapevamo”
Tutto ciò però non ha fermato la passione di Claire, che ancora oggi ricorda, nonostante una prima, traumatica esperienza, come l’andare a vedere un gran premio sia “Un vero spettacolo. Non c’è niente di equiparabile. C’è adrenalina, senso di avventura, tutto. Nonostante tutto, nonostante la tragedia, sono felice di essere stata ad Imola”.