Senna o Prost? Nannini! La storia del Gran Premio di Suzuka 1989

Senna o Prost? Nannini! La storia del Gran Premio di Suzuka 1989

3 Dicembre 2022 0 Di Alberto Ghioni

Ripercorriamo oggi la storia di uno dei Gran Premi più pazzi della storia della F1, quello vinto da Alessandro Nannini nel 1989 in Giappone.

Tutti gli appassionati della Formula 1 non potranno mai dimenticarsi dello storico gran premio del Giappone del 1989. Senza dubbio, in compenso, c’è una sola persona al mondo che quei momenti se li sogna quasi ogni notte, con una qual certa nostalgia. Quella persona è Alessandro Nannini.

Nannini

Ma chi è Alessandro Nannini?

Alessandro nasce da una famiglia che a Siena conta parecchio: suo padre Danilo, infatti, è fondatore del primo locale di pasticceria nel capoluogo senese. Sua sorella, che di nome fa Gianna, diventerà a sua volta celebre, in un altro campo, quello musicale. Alessandro nasce però con la passione per i motori, e riesce a fare di questo suo interesse un lavoro.

Inizia con il rally nel 1978, passando attraverso la Formula Fiat Abarth, dove nel 1981 trionferà, per poi giungere in Formula 2 nel 1982, sotto l’ala del team Minardi. Inoltre nel 1984 vincerà anche la 1000 chilometri di Kyalami, con il team Lancia, lo stesso con cui siglerà il giro più veloce a Le Mans. Ma sarà il team di Giancarlo a farlo debuttare nella massima categoria nel 1986, dopo che l’anno precedente l’esordio era sfumato a causa di una super licenza negata dalla federazione.

Minardi - Tanti auguri Alessandro Nannini !!! | Facebook

La macchina però non si dimostrerà all’altezza del talento italiano: qualche volta non riusciva a qualificarsi, qualche volta non riusciva a partire, spesso era costretto al ritiro. In due anni “Sandro” vede la bandiera a scacchi solo 4 volte, senza mai andare nemmeno vicino alla zona punti.

Il passaggio in Benetton

Il suo talento non era passato inosservato, nonostante le evidenti difficoltà del mezzo guidato dal senese. La vettura del team anglo-italiano era decisamente molto più competitivo. Ed infatti solo nel primo anno Alessandro riesce a portare a casa dei punti per ben 5 volte, salendo sul gradino più basso del podio due volte, in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna e di Spagna.

Nannini

Si arriva poi alla stagione 1989, quella della sua effettiva e definitiva consacrazione. Nelle prime due gare Nannini porta a casa ben 5 punti, figli di un 6° e di un 3° posto, per poi continuare durante l’anno con un terzo posto in Gran Bretagna e ben 3 altre gare dove ottiene punti.

Il gran premio del Giappone

Alessandro arriva in terra nipponica dopo essersi ritirato a Jerez per un testacoda, voglioso di riscatto. Nelle qualifiche il pilota italiano dimostra di non aver perso il manico: 6° posto a 3 secondi da un inarrivabile Senna, che però ha dato 1 secondo e 7 decimi solo al secondo classificato, Alain Prost. Ma alla partenza i ruoli si invertono e il francese prova ad andare in fuga fin da subito, ma al giro 47 i due arrivano all’inevitabile contatto.

F1 | “Che fine hanno fatto?” – GP Giappone 1989 - Storia - Motorsport

Prost, convinto ormai di aver vinto il mondiale (con il ritiro di entrambi, infatti, il titolo iridato sarebbe andato a Parigi), si slaccia le cinture e scende dalla vettura. Senna, invece, non si arrende e, sfruttando la spinta dei commissari, riparte. In tutto questa confusione, zitto zitto, la prima posizione la ha ereditata il figlio di Danilo, che, come ogni persona di talento, si è trovato al posto giusto nel momento giusto.

La Benetton B189, introdotta dal Gran Premio di Francia, è lontana dai fasti di quella che guiderà per la prima volta qualche anno dopo un giovane e allora sconosciuto Michael Schumacher. Infatti, nonostante Sandro spinga al massimo delle sue possibilità, Senna lo raggiunge e lo passa, riprendendosi la prima posizione in gara. Il brasiliano taglia il traguardo per primo, ma bastano pochi minuti perché a San Paolo cada di nuovo il gelo.

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La gloria

La spinta data ad Ayrton dai commissari viene giudicata illegale, poiché ha aiutato oltremodo il pilota brasiliano, cedendo la vittoria al pilota senese.

C’è grande commozione e gioia in Alessandro, che sale sul podio da vincitore, chiudendo una storica doppietta italiana. Tutti gli sforzi che Sandro ha dovuto compiere durante la sua vita sembrano ripagati e la sua carriera in Formula 1 sembra decollare definitivamente.

Nannini

Ma come la fortuna ha posato la sua longa manu sulla testa del pilota toscano in un pomeriggio nel sol levante, così la ha tolta poco meno di un anno dopo. Sarà un elicottero a stoppare la sua promettente carriera, che quasi lo aveva portato a Maranello: durante un atterraggio nella sua tenuta il pilota senese viene sbalzato fuori e il suo avambraccio tranciato. Grazie ad un ottimo lavoro dell’equipe medica, Sandro non perde del tutto l’avambraccio, ma le principali funzioni gli sono a lungo precluse, figuriamoci guidare una vettura di Formula 1.

Da lì in poi Nannini si dedica principalmente alle competizioni con vetture con le ruote coperte, senza mai più poter tornare in Formula uno, dove il suo talento meritava di stare. La vita dà, la vita toglie, verrebbe da dire, ma forse in questo caso ad Alessandro è stato tolto molto più di quello che gli è stato dato.

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