F1 | Qualifiche GP Miami: analisi telemetrica del giro di Pérez

F1 | Qualifiche GP Miami: analisi telemetrica del giro di Pérez

7 Maggio 2023 0 Di Ivan Mancini

A Miami, in Florida, Pérez approfitta dell’errore di Leclerc e conquista la sua seconda Pole stagionale. Grande occasione per il pilota messicano, che in gara proverà ad estendere il proprio dominio nei circuiti cittadini.
 

Nelle Qualifiche della seconda edizione del Gran Premio di Miami, Sergio Pérez sfrutta un errore di Verstappen e una bandiera rossa per conquistare la sua seconda Pole Position stagionale. Analizziamo insieme il giro lanciato del pilota messicano per scoprire i punti di forza che gli hanno consentito di agguantare la prima fila.

Per il Miami International Autodrome, palcoscenico del Gran Premio di Miami, siamo stati in grado di analizzare punti dati con un “periodo di campionamento” pari a 16 metri. I grafici sottostanti, pertanto, non possiedono un’elevata precisione, ma sono uno strumento sufficientemente adeguato per trarre opportune conclusioni.

 

Audentes fortuna iuvat

La fortuna aiuta gli audaci e, nell’afoso pomeriggio floridiano, non si può negare che Pérez abbia giovato di questa fortuna. L’incidente di Leclerc a due minuti dal termine del Q3 ha aiutato parecchio il pilota messicano, che altrimenti non avrebbe avuto modo di conquistare la Pole Position a discapito di uno straripante Verstappen. Fino alla bandiera rossa innescata dal numero 16, infatti, il due volte Campione del Mondo aveva comandato ogni sessione del fine settimana, ad eccezione delle FP1 che avevano visto “trionfare” le due Mercedes di Russell e Hamilton.

  • Confronto Q1 Pérez Verstappen Qualifiche GP Miami
  • Confronto Q2 Pérez Verstappen Qualifiche GP Miami

Il confronto interno in casa Red Bull pendeva decisamente a favore di Verstappen, costantemente più veloce del compagno di squadra. Il giro lanciato assemblato dall’olandese nel Q2 è addirittura 27 millesimi più veloce dell’unico tempo utile fatto segnare da Pérez nella terza manche delle Qualifiche, prima che l’incidente di Leclerc chiudesse le danze. Verosimilmente, Verstappen avrebbe avuto la forza necessaria per imporsi nel Q3 e conquistare la sua prima Pole Position sul circuito di Miami.

 

Red Bull ancora una volta premiata dagli allunghi

Osserviamo la telemetria che rappresenta le velocità di Pérez, Alonso e Sainz. Scegliamo un campione di tre piloti in quanto il quarto classificato, Magnussen, è distante ben 9 decimi dal leader delle qualifiche, pertanto un confronto a quattro piloti risulterebbe poco equilibrato e privo di senso.

Confronto delle velocità di Pérez, Alonso e Sainz. Qualifiche GP di Miami.

Il vero punto di forza dietro l’hotlap di Sergio Pérez è sicuramente dato dal rettilineo principale che raccorda curva 16 e cruva 17. L’ormai nota efficienza della RB19 e il miglior effetto DRS della griglia fanno in modo che il pilota messicano non abbia paragoni negli allunghi, il territorio che meglio manifesta la superiorità delle vetture austriache. Nemmeno la riduzione della zona DRS, imposta qui a Miami così come in Azerbaijan, può frenare la scalata di Pérez verso la Pole.

Nella prima miniatura che segue possiamo infatti notare come il pilota messicano riesca ugualmente ad arrivare in fase di staccata con un surplus di 6 km/h su Sainz, il pilota che, dei tre in analisi, esce peggio dal confronto. Promosso a pieni voti, invece, l’approccio di Alonso, visibile nella seconda miniatura. Nonostante lo spagnolo guidi una monoposto complessivamente inferiore alla Ferrari in termini di velocità massima, nel rettilineo principale il pilota Aston Martin riesce comunque ad essere più veloce del connazionale, grazie ad un enorme sacrificio compiuto nelle precedenti curve 15 e 16. Grazie a questa manovra Alonso risulta essere appena 2 km/h più lento di Pèrez e, pertanto, 4 km/h più veloce di Sainz.

  • Curve 15-16 allungo verso curva 17
  • Curva 15-16 allungo verso curva 17 dettaglio acceleratore freno

Anche nel precedente allungo verso 11 la situazione è piuttosto simile. Ancora una volta Pérez la fa da padrone tra le veloci curve 9 e 10, mentre Sainz ed Alonso sono costretti ad arrancare dietro un messicano che sembra essere imprendibile. Il delta di velocità che si apre tra la Red Bull numero 11 e le due inseguitrici Ferrari e Aston Martin è un copione già scritto: 331 km/h per Pérez, che rifila 4 km/h ad Alonso e 6km/h a Sainz. Ancora una volta il pilota della Rossa appare in evidente difficoltà rispetto al due volte Campione del Mondo.

Curve 9 e 10, allungo verso curva 11.

I numeri ci parlano di una Red Bull premiata dagli allunghi, le zone del tracciato che meglio esaltano le monoposto di Milton Keynes. Coerentemente con le aspettative, le due vetture disegnate dalla mano di Adrian Newey riescono a splendere nei rettilinei e nei tratti ad alta velocità, costruendo un solido vantaggio sulla concorrenza. Ma contemporaneamente, gli stessi numeri e gli stessi grafici evidenziano il telento di un pilota del calibro di Fernando Alonso, che riesce ad esasperare fino al limite il rendimento di una Aston Martin sicuramente imperfetta e che, con Stroll, è addirittura uscita nel Q2.

 

Curve 4-5-6

Il veloce complesso composto da curva 4, 5 e 6 è un’altra chiave di volta su cui si basa la Pole Position di Pérez. Il pilota messicano riesce nuovamente ad avere il miglior ingresso curva dei tre in analisi e, di conseguenza, è il pilota che complessivamente meglio occupa la pista. Sainz riesce ad avere una buona velocità in uscita di curva 6, ma nelle fasi centrali del rapido cambio di direzione perde velocità, dunque terreno, rispetto Alonso e Pérez.

Curve 4, 5 e 6.

 

Curve 7-8

Situazione non dissimile nelle successive curve 7-8. Anche in questo caso il layout del Miami International Autodrome evidenzia con calcata enfasi le caratteristiche della Red Bull RB19, consentendo al messicano di dominare il resto della griglia. La velocità raggiunta da Pérez in questo tratto è sorprendente: 251 km/h, ben più di Alonso (243 km/h) e Sainz (240 km/h). Il numero 11 della Red Bull trae ampio vantaggio dall’incredibile stabilità della propria monoposto, riuscendo ad eccellere lì dove altri piloti non possono neanche osare certe traiettorie così estreme.

 

Qualche considerazione finale

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una dura constatazione. Le due Red Bull sono, oggettivamente, di un altro pianeta: efficienti nel dritto, dominanti nelle zone DRS, veloci nelle zone miste grazie ad un’incredibile solidità nei cambi di direzione. E nessuno, ancora una volta, può pensare di ostacolare i piani della scuderia austriaca, se non la mera imprevedibilità che caratterizza il mondo delle corse e che lo rende affascinante.

Indubbiamente l’incidente di Leclerc rentra in quest’alone di imprevedibilità precedentemente accennata. Senza l’incidente di Leclerc avremmo parlato di un’altra qualifica: Verstappen, verosimilmente, avrebbe conquistato la Pole Position davanti al compagno di squadra, mentre Leclerc avrebbe sfruttato il suo giro lanciato per cercare di impensierire Pérez, sottomettere Alonso e strappare un biglietto per la prima fila.

La bandiera rossa innescata dal monegasco ha però interrotto, seppur temporaneamente, la banalità di una qualifica già scritta. Verstappen, tradito da un suo errore, scatta dalla nona posizione e dovrà conquistare duramente le posizioni che merita. Leclerc, anche lui autore di un errore grossolano in parte dovuto ai limiti del mezzo che guida, in parte dovuto alla sua insaziabile fame, partirà a caccia del podio scattando dalla settima posizione. Pérez, chiamato a salvare il salvabile, risponde presente: conquista la Pole Position, limita i danni nel momento di maggiore necessità e mette un’ipoteca sui 25 punti. La gara che apprezzeremo tra una manciata di ore potrà essere l’unico antidoto ad un campionato monotono e già scritto.

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