Alexander Albon, è il momento della seconda chance?

Alexander Albon, è il momento della seconda chance?

8 Settembre 2023 0 Di Daniele Donzelli

Dopo un periodo complicato, Albon sembra aver trovato la sua dimensione in Williams. È il momento di una seconda possibilità in un top team?

La Formula 1 è uno sport spietato, che può togliere tanto a ragazzi che per anni hanno sognato di far parte della categoria. Ma non c’è spazio per dubbi, incertezze o esitazioni: o si performa come vuole la squadra, oppure ogni piccolo errore pesa. Ogni sbavatura viene ingigantita. Tutti i piloti devono fare i conti con la pressione di ottenere un certo risultato, ma non tutti con quella di dover sopravvivere (sportivamente parlando). Perché se dalla Formula 1 esci, rientrare è molto, molto difficile. Alexander Albon, però, ci è riuscito, e sta iniziando a prendersi tutte le sue rivincite. Ma andiamo con ordine.

Il “tritacarne” Red Bull

Partiamo da un presupposto: se la Formula 1 in sé non permette errori e non aspetta nessuno, allora il “pianeta” Red Bull è una Formula 1 al quadrato. Tempo non ce n’è per nessuno: o si ottengono risultati sin da subito, oppure ci sarà sempre qualche altro giovane dell’Academy che non vede l’ora di provare le vetture più veloci del mondo, e nessuno si farà scrupoli in nessun senso.

Quando Albon ha scelto di entrare a far parte del programma giovani della scuderia austriaca, sapeva che si trattava di un’arma a doppio taglio. Se da un lato Red Bull fa esordire tantissimi piloti in F1, dando quindi una chance a tutti, allo stesso tempo “se sbagli sei fuori”, per citare Lo Stato Sociale. Questo è esattamente quello che è successo ad Albon tra il 2019 e il 2020.
Ma se ben guardiamo, l’esperienza del thailandese nella massima categoria era cominciata tutt’altro che con il piede sbagliato. Lanciato in Toro Rosso a inizio 2019, l’Albon rookie non sfigura, anzi. I primi punti non tardano ad arrivare, ma ciò che fa parlare di lui è il confronto con il ben più esperto e quotato Kvyat. Questo lo porterà a guadagnarsi il sedile di Gasly, retrocesso dalla Red Bull dopo il GP del Belgio. I commenti scettici non mancano: un ragazzo così giovane e con 10 gare alle spalle come Albon, riuscirà a reggere il peso della Red Bull e di un top team?

Se analizziamo i risultati della seconda metà del 2019, la risposta è sorprendentemente affermativa. Il thailandese riesce sempre a chiudere tra i primi 6 ad eccezione del GP del Brasile (dove sarebbe salito sul podio non fosse stato per il contatto con Hamilton). La conferma per il 2020 non tarda ad arrivare, ma Albon è sin da subito messo nelle condizioni di dover dimostrare continuamente di meritarsi il sedile.

I vertici Red Bull, infatti, vogliono sempre e continuamente risultati. Ma questa volta, sul thailandese ci sono delle aspettative ben precise e più alte rispetto alla stagione precedente. Di fatto, dopo poche gare il giovane pilota (ricordiamo, al secondo anno in F1) si ritrova schiacciato da una pressione “doppia”: non solo sa di dover lottare per mantenere il sedile, ma con il mercato che si evolve deve lottare per restare in Formula 1. Il tutto con accanto un mostro come Max Verstappen. Il resto della storia è noto a tutti: Albon che verrà scaricato a fine anno. In poche settimane, dalle stelle alle stalle.

Alexander Albon, è il momento della seconda chance?

Williams e la tranquillità

Dopo un anno trascorso nel DTM, Albon decide che è il momento di riprovarci con quello che era stato il sogno di una vita. La Williams ha scelto lui per sostituire Russell, che passerà alla Mercedes. Alex si trova davanti ad un bivio: la proposta è allettante, ma accettarla significherebbe chiudere definitivamente il rapporto con Red Bull. Con il senno di poi, il thailandese ha probabilmente fatto la scelta più giusta della sua carriera scegliendo di sposare la causa della scuderia inglese.

La Williams è una squadra in ricostruzione. La FW44 è una delle peggiori vetture in griglia, ma l’ambiente è perfetto per Albon: prima guida della squadra, coccolato da tutti e zero pressioni. In un contesto del genere, Alex riesce a perfomare al suo massimo livello. Il 2022 si chiude con 4 punti, ma il vero step in avanti sta arrivando in questa stagione.
Grazie anche ad una macchina nettamente più performante, infatti, il thailandese sta ottenendo diversi piazzamenti a punti, e vederlo nei primi 10 o in Q3 non è più una sorpresa. Finalmente, con un po’ di tranquillità ed esperienza in più rispetto al 2019, Albon sta esprimendo tutto il suo potenziale.

È il momento giusto per Albon?

Messa definitivamente alle spalle la parentesi Red Bull, il pilota Williams sta crescendo sotto tutti i punti di vista. Veloce in qualifica, abile nel corpo a corpo, nella gestione gomme e capace di difendersi dagli attacchi di mezza griglia per GP interi. Tutti aspetti in parte già presenti nella versione 2019 di Albon, che però la Red Bull non ha saputo o voluto aspettare. Ma ormai Alex è un pilota diverso, che ne ha passate tante e che ha voglia di rifarsi in un ambiente diverso da quello della scuderia austriaca.

Per farla breve, guardando i risultati e le prestazioni che sta sfornando con la modesta Williams, Albon sembra pronto per fare il salto che troppo presto fece nel 2019. Ma la vera domanda da porsi è: ci sono top team pronti ad offrire un volante al thailandese?

Escludendo Red Bull (Perez va ancora confermato), che stando ad alcune voci avrebbe lui stesso rifiutato (se fosse vero, sarebbe una grande dimostrazione di coraggio ma soprattutto di maturità visti i trascorsi), non ci sono sedili liberi per la prossima stagione. Ma guardando al 2025, ci potrebbe essere una possibilità, quella che tutti i piloti almeno una volta nella vita hanno sognato: la Ferrari. Con Mercedes, McLaren e verosimilmente anche Aston Martin tutte già piene, il posto a cui può realisticamente puntare Albon è quello di Carlos Sainz. Il rapporto tra lo spagnolo e la Rossa sembra sempre più difficile, e un addio a fine 2024 ad oggi sembra più che una possibilità.

Alexander Albon, è il momento della seconda chance?

Certo, guidare per la Ferrari comporta grande pressione, aspetto che il thailandese ha sofferto nel 2020. Ma proprio l’esserci già passato, l’aver già sofferto (e non poco, considerando che si è ritrovato addirittura a piedi), potrebbe avergli fatto capire che “la pressione è un privilegio”, come direbbe Billie Jean King. E con un altro anno a disposizione per fare esperienza in Williams, chissà che non possa essere davvero la scelta giusta per la scuderia di Maranello…

+ posts