F1, tema del parco chiuso torna sulla cresta dell’onda

F1, tema del parco chiuso torna sulla cresta dell’onda

7 Novembre 2023 0 Di Michela Petrillo

Uno dei temi che più ha scatenato discussione e che adesso sta tornando sulla cresta dell’onda, è sicuramente la regola sul parco chiuso. La Formula 1 si è evoluta, si è modellata seguendo i nuovi tempi con nuovi format. Uno di questi è il weekend della Sprint Race, durante il quale ci sono solo 60 minuti di prove libere che diventano vitali per l’assetto di tutto il weekend. Proprio per queste ridotte possibilità, i team hanno richiesto a gran voce una revisione della regola.

Il tema è tornato centrale dopo il weekend Sprint ad Austin, dove la conformazione della pista ha giocato a sfavore di Lewis Hamilton e di Charles Leclerc. Un assetto non perfetto e una conseguente eccessiva usura del pattino del fondo hanno portato alla squalifica per entrambi i piloti.

Cosa e come funziona il parco chiuso

Proprio dal 2003 vige in Formula 1 la regola del parco chiuso. Nessun meccanico può intervenire sulla macchina per sostituirne dei componenti o modificarne l’assetto. In un normale weekend di gara il Parco Chiuso entra in vigore subito dopo le qualifiche. La violazione di tale regola porta all’esclusione del pilota dalla griglia e conseguente partenza dalla pit-lane. In un weekend di format sprint le monoposto verranno congelate dal venerdì.

Il parco chiuso ne vale lo spettacolo?

L’introduzione del format della sprint è stato pensato in chiave dello spettacolo. Ma conviene far prevalere lo spettacolo e far svanire lo sport? Ad Austin si è raggiunto il culmine di questo binomio forzato e incompatibile. Se due team decidono di infrangere la regola del parco chiuso, facendo cambiamenti all’assetto e costringendo i propri piloti a partire dalla pit-lane, un problema deve esserci. Da tanti, troppi anni la F1 ha pensato ad espandere la propria audience, ma a quale prezzo? Ed è proprio per questo che molti membri del circus per eccellenza stanno cominciando a mettere in dubbio la regola. Rivisitarla sarebbe un bene per lo spettacolo perché introdurrebbe una nuova ed elettrizzante variabile. Basta guardare all’enorme passo avanti fatto dall’Aston Martin in gara dopo aver modificato l’assetto. Che lo sport resti tale.

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