Le soluzioni aerodinamiche più strane della Formula 1 – parte 2
5 Febbraio 2021Sulla scia del precedente articolo, analizziamo le soluzioni aerodinamiche più bizzarre mai viste su una monoposto di Formula 1.
I candelabri
I candelabri (o “tower wings”) rientrano tra gli elementi più singolari introdotti su una monoposto di formula 1. Si tratta di appendici aerodinamiche che, alzandosi dalla pancia, raggiungevano in altezza l’airbox. Il sistema fu introdotto dalla Tyrrell nel 1997 e ben presto fu integrato da altri costruttori; tuttavia, altrettanto presto fu bandito dalla Formula 1 per motivi di sicurezza: in caso di incidente, i candelabri si sarebbero potuti distaccare dalla monoposto, ferendo piloti e tifosi.



Ali anteriori (e posteriori)
Il Gran Premio di Monaco, tappa imprescindibile nel mondiale, è da sempre un appuntamento molto atteso dai tifosi, sia per il suo significato storico che per lo spettacolo che regala in pista, dove i piloti si spingono per cercare il limite del tracciato. Allo stesso tempo, Monaco ha sempre regalato grandi sorprese dal punto di vista degli aggiornamenti, con gli ingegneri sempre pronti a sfruttare le zone grigie del regolamento per aumentare il carico areodinamico delle vetture. È il particolare caso della Arrows e della Jordan, due scuderie ormai fallite ma che hanno regalato grandi sorprese con le loro soluzioni aerodinamiche discutibili.
Com’è facilmente intuibile, anche in questo caso le ali introdotte furono immediatamente messe al bando dalla FIA prima ancora di essere usate in qualifica.



Airscope
Sicuramente l’airscope non è la più bizzarra delle soluzioni aerodinamiche introdotte in Formula 1, tuttavia la sua utilità – e la sua evoluzione del tempo – meritano una piccola parentesi. Detto anche hood scoop, l’airscope è un componente posto sul telaio della monoposto che aumenta il flusso d’aria nel vano motore, migliorando le prestazioni. L’aria esterna, infatti, più fredda rispetto a quella del vano motore, è più densa (più ricca di ossigeno), quindi ottimizza la miscela aria-benzina aspirata dal motore.
Nel corso degli anni l’airscope ha subito notevoli cambiamenti. Nei primi anni ’70, ad esempio, gli airscope erano molto alti e vistosi ed erano definiti “a periscopio“. Proprio come negli alettoni, anche nel caso dell’airscope l’obiettivo era quello di pescare aria pulita e priva di perturbazioni.


Con il cambio di regolamento del 1976, tuttavia, vennero vietate tutte le prese d’aria superiori ad 80 cm dal suolo e, di conseguenza, anche il periscopio.

Gli airscope, dunque, scomparvero dalle vetture di Formula 1 per un certo periodo. Al loro posto vennero introdotti i rollbar, la cui funzione qra quella di proteggere la testa del pilota in caso di rovesciamento della monoposto. Per il loro ritorno bisognerà aspettare il 1989 (parallelamente al ritorno dei motori aspirati) e sono tutt’ora impiegati con i motori turbo-ibridi, consentendo di sfruttare l‘effetto Ram.

Le “corna” di Sauber e McLaren
Un elemento aerodinamico molto interessante, introdotto in Formula 1 nel triennio 2006-2008, sono le “corna“. Trattasi di piccoli flap adottati prima dalla McLaren, poi dalla Sauber, il cui compito era quello di guidare il flusso d’aria sulle pance della monoposto.



Un ulteriore elemento, introdotto esclusivamente dalla Sauber per la monoposto del 2008, era un deviatore di flusso posto sul muso della vettura. Come suggerisce anche il nome, il suo compito era quello di pescare l’aria pulita – grazie al suo profilo – e di convogliare il flusso in punti strategici della monoposto, come ad esempio le “corna” posteriori. Corna e deviatori di flusso sono definitivamente scoparsi dal mondo della Formula 1 a partire dal 2008.


Siamo giunti al termine della seconda parte della trilogia dedicata alle soluzioni aerodinamiche più strane della Formula 1. Per proseguire la lettura cliccare su uno dei link seguenti: