Yuji Ide – Quando 4 Gran Premi in Formula 1 possono bastare

Yuji Ide – Quando 4 Gran Premi in Formula 1 possono bastare

12 Febbraio 2021 0 Di Redazione

In Formula 1, come in tutti gli sport, c’è chi scrive la storia vincendo gare e mondiali, chi fa stampare il proprio nome negli albi settando record irraggiungibili e chi, ahimé, è ricordato per i suoi disastri e pessimi risultati: Yuji Ide fa parte dell’ultima categoria e c’è chi dice di lui che sia il peggior pilota di sempre.

Il giapponese nato a Saitama, classe ’75, inizia la sua carriera da pilota nel 1992. Ide inizia dai kart, raggiungendo ottimi risultati nei campionati del suo paese di origine, per poi dedicarsi alla Formula 3 Giapponese senza però trovare grande successo (15 gare in 3 anni, senza podi o risultati degni di nota).

Dopo un anno senza partecipare a corse di grande calibro, nel 2000 ritorna in griglia della F3 Giapponese, vincendo due gran premi che gli consentono di arrivare 2° nel campionato piloti. L’anno successivo nella stessa categoria terminerà 5°, ma il più grande risultato lo otterrà al GP di Macao di F3, con un quinto posto. Il biennio successivo compie un importante passo per la sua carriera, iniziando a gareggiare in Formula Nippon (una dei campionati più prestigiosi dopo la f1), ottenendo risultati discreti. Al suo terzo anno in categoria conclude addirittura 2° il campionato piloti. Nel suo passato prima dell’arrivo della chiamata in F1, è presente anche qualche presenza in SuperGT.

Il 2006 è il grande anno. Aguri Suzuki, unico giapponese della storia della F1 a raggiungere il podio in una gara del mondiale, fonda un nuovo team debuttante nella massima categoria, la Super Aguri. L’idea del Nipponico fu quella di aiutare Sato, anche lui pilota giapponese, che rimasto senza sedile avrebbe dovuto abbandonare il Circus. Nasce così questa nuova scuderia che ha come ideale un team 100% giapponese, a partire dal motore Honda, passando per meccanici e monoposto, fino ad entrambi i piloti. Suzuki infatti chiama a sorpresa Ide per fare coppia con il già affermato Sato.

Ide alla guida della Super Aguri, Imola 2006

I presupposti non sono dei migliori. Al nuovo team viene concesso solo un giorno di test pre-stagione a causa della tardata iscrizione. Ide correrà solamente 44km in una monoposto di F1 prima del grande debutto. Inoltre la vettura non è altro che una replica della Arrows del 2002, adattata alle condizioni di sicurezza del 2006. La ciliegina sulla torta è la non conoscenza dell’inglese da parte di Ide, il che Ciò comporta una pessima competitività; infatti sia Sato che Ide solo relegati all’ultimo posto in griglia al primo gran premio della stagione. I numeri parlano di un distacco di circa 8 secondi a giro, un infinità. Per fare un paragone recente, la lentissima Williams del 2019, subiva un distacco massimo in qualifica di 2,3 secondi.

Tornando ai fatti accaduti in pista il giapponese termina le sue due prime gare in F1 con due ritiri a causa di inaffidabilità della monoposto. La terza gara è però quella buona. In Australia Ide conclude 13°. Ottimo risultato! No, non proprio: ultimo, doppiato ben 3 volte dal leader della corsa e con un giro completo di ritardo dal suo compagno di squadra.

Già dopo 3 gare il suo inadeguato livello in pista è notato dalla FIA e dalle scuderie, ma è solo al quarto appuntamento, ad Imola, che Ide dà il peggio di sé. 7 testacoda nelle prove libere nel difficile tracciato italiano sono l’anticipazione di ciò che succede la domenica. Nel corso del primo giro Ide tenta un sorpasso impossibile nei confronti di Albers, causando un terribile incidente. Le conseguenze sono immediate. Al termine del GP Ide viene escluso dalla squadra e per la prima volta nella storia la FIA ritira ad un pilota la superlicenza necessaria per correre in F1, terminando così la non brillante carriera di Ide.

A seguito dell’esclusione dalla Formula 1, Ide torna in Giappone per correre con la Formula Nippon, senza però trovare grandi soddisfazioni. Richiami per guida pericolosa furono all’ordine del giorno durante le ultime gare di Ide, fino al suo ritiro completo.

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