Viñales e Quartararo: stessa anima, stessa fragilità.
14 Febbraio 2021Viñales e Quartararo da quest’anno saranno compagni di squadra. Sono accomunati da un grosso difetto: le difficoltà psicologiche.
Per vincere un campionato mondiale di MotoGP servono velocità e talento, ma anche abilità nel superare i momenti difficili.
La gestione della pressione e la capacità di non farsi abbattere dalle situazioni sono, infatti, qualità da non sottovalutare.
La prima è fondamentale, sia a causa dei media, sia per il confronto con il proprio compagno di squadra; la seconda serve invece quando ci si ritrova in circostanze negative, magari sfortunate, che possono relegare nelle posizioni di rincalzo, dalle quali bisogna rialzarsi ma può capitare di abbattersi.
Queste doti sono probabilmente le tessere mancanti per completare il puzzle di Quartararo e Viñales, quelle caratteristiche in più che potrebbero portarli a diventare campioni del mondo.
Ripercorriamo insieme le tappe delle loro carriere in MotoGP, evidenziando quando le loro “anime fragili” hanno condizionato le prestazioni.

Viñales, inizio strabiliante, ma poi?
Ci troviamo nel 2015. Approda nella classe regina un talento strepitoso che ha dominato in Moto3, a 16 e 17 anni è arrivato terzo in campionato mentre a 18 si è laureato campione, e che ha brillato anche in Moto2, Maverick Viñales. Guiderà la Suzuki, una moto competitiva ma di certo non la migliore.
Dopo un primo anno di adattamento, nel 2016 si mette in mostra con prestazioni di altissimo livello: 4 podi, di cui una vittoria e una meravigliosa quarta posizione nel mondiale. La pressione comincia ad aumentare, ma è ancora il giovane talento a cui è permesso sbagliare.

Nel 2017, passato in Yamaha per sostituire Lorenzo, inizia con tre vittorie nelle prime cinque gare. Ecco il momento in cui viene etichettato come “anti Marquez”.
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La tensione e l’ansia da prestazione aumentano moltissimo, di conseguenza i risultati peggiorano, e deve aspettare più di un anno prima di riassaporare la gioia del gradino più alto del podio.
Facciamo un bel salto in avanti, fino al termine della stagione 2019. Maverick ha ormai trascorso 3 annate in Yamaha, con prestazioni buone, ma non all’altezza di quelle di inizio 2017. Molto di ciò è causato dalla pressione mediatica e dalla difficoltà del pilota di gestire queste situazioni.
Tuttavia, Maverick è in un momento positivo, da metà anno circa. Ciò si conferma con 2 secondi posti a Jerez a inizio 2020.
Causa anche l’infortunio di Marquez, lo spagnolo della Yamaha è uno dei principali contendenti al titolo. La pressione aumenta e, mentre gli anni precedenti aveva comunque realizzato discrete prestazioni, da quel momento in poi la stagione diventa buio totale, un disastro. Complice anche la difficoltà della moto, ma soprattutto la psicologia del pilota.
Unica luce tra le tante ombre la vittoria al GP dell’Emilia Romagna, dove esulta per zittire le critiche.
Questo però, è solo un caso in una stagione piena di delusioni, pessima dal punto di vista mentale.
Il suo difetto? È molto veloce nelle prove libere e in qualifica, ma poi in gara raramente concretizza quanto di buono fatto vedere i giorni precedenti.
Infatti Viñales parte spesso male, si ritrova quindi indietro, spesso non si riprende e termina fuori dalle posizioni veramente importanti.
Maverick si trova bene solo quando è davanti, altrimenti non sfrutta il suo grande potenziale al massimo.

Quartararo: talento cristallino, ma…
Facciamo un altro salto, stavolta indietro, a Marzo 2019. Debutta nella classe regina Fabio Quartararo, con la Yamaha Petronas. Il francese viene da Moto2 e Moto3 dove non ha brillato in maniera particolare, con una decima posizione come miglior risultato in campionato e una sola vittoria all’attivo.
Nella classe regina, però, si esalta fin da subito, con una meravigliosa quinta posizione in griglia nel GP del Qatar. È molto sfortunato, ha un problema ed è costretto a partire dalla pit lane. A livello mentale, per ora, si dimostra pronto, dato che non demorde, come è ovvio che sia alla sua prima gara in MotoGP, libero da ogni tipo di pressioni. Arriva a ridosso della zona punti e fa addirittura segnare il giro veloce.
La stagione continua benissimo, con 4 secondi posti e la vittoria che sembra essere dietro l’angolo, essendoci arrivato molto vicino in diverse lotte contro Marquez fino all’ultimo giro. Le sei pole position dimostrano la sua abilità in qualifica.
Insomma, sembra il nuovo “Anti Marquez”.

La stagione 2020 inizia nel migliore dei modi: due vittorie a Jerez. A questo punto, con Marquez infortunato, El Diablo diventa il principale candidato per la vittoria del titolo, e la pressione dei media aumenta in modo esponenziale.
Questo significa prestazioni deludenti. Il francese termina solamente un’altra volta sul podio, a Barcellona, dove vince scaricando tutta la tensione. Per il resto, molto poco. Purtroppo, quando contava di più fare il risultato, ha deluso.
Anche lui veramente competitivo in qualifica; poi quando arriva la gara si capisce subito se sarà competitivo, di solito o lotta per la vittoria o si perde. Lo dimostra il fatto che nel 2020, quando è finito sul podio ha sempre vinto, da ciò deduciamo che non è stato assolumente costante in questa stagione.

Analisi
Quartararo e Viñales sono due esempi di “anime fragili”, cioè piloti che non sono molto forti mentalmente.
Analizzando le loro carriere, è evidente che il massimo potenziale l’hanno mostrato quando erano rookie, liberi da inutili pressioni.
Successivamente, sono stati considerati “anti Marquez”, due parole che hanno distrutto la loro tenuta mentale. Da quel momento, non sono stati più gli stessi ed il loro talento è stato parzialmente “sprecato”, dato che le loro prestazioni sono calate notevolmente.
Conclusioni
Da tutto questo deduciamo che il lavoro deve essere incentrato su questo aspetto, perché migliorandolo possono diventare campioni del mondo.
Nel 2021, inoltre, subentra un altro problema per i due piloti della Yamaha: il fatto che Morbidelli si è dimostrato molto più competitivo, ed è in gran forma. Ovviamente non starà lì ad aspettare per il Team ufficiale, e il rischio di una “retrocessione” di certo non è d’aiuto.
La pressione infatti, soprattutto se non arriveranno i risultati sperati, tenderà ad aumentare sempre di più, e se non riescono ad rafforzare la loro “anima fragile” presto, potrebbe diventare un gran problema per loro. Sarebbero dei talenti immensi che non riescono ad esprimersi solo a causa delle loro difficoltà psicologiche…
