Darryn Binder: maturità raggiunta?
25 Febbraio 2021Darryn Binder, fratello minore di Brad, ha dimostrato nel 2020 di potersela giocare con i primi, in Moto3. La maturità è finalmente raggiunta?
Sudafrica, 21 gennaio 1998. Nasce un bambino di nome Darryn Binder.
Inizia subito ad amare i motori, comincia infatti a correre con i kart. Passato alle moto, approda nel 2013 in Red Bull Rookies Cup, una categoria motociclistica dove crescono molti giovani.

Inizio difficile
È il 2015 l’anno in cui approda nel motomondiale, in Moto3, con la Mahindra del team Ambrogio Racing. Non ottiene punti, anche a causa della scarsa competitività del mezzo, dato che neanche il suo compagno Alessandro Tonucci ne raccoglie.
Il problema più grande però, sono le cadute troppo presenti. Ben 7 volte non arriva al traguardo in gara.
L’annata non è soddisfacente. La moto non è delle migliori ma qualche punto bisognava prenderlo. Tuttavia, Binder è ancora molto giovane.

Il sudafricano rimane nello stesso team, che viene rinominato Platinum Bay Real Estate, anche nella stagione successiva. Darryn è ancora equipaggiato con una Mahindra, moto decisamente meno competitiva di Honda e KTM.
Prime soddisfazioni
Il suo 2016, anno che regalerà la vittoria del titolo della classe leggera a suo fratello, è migliore per quanto riguarda i risultati, ma non sul piano dei ritiri. Essi sono nuovamente 7. I primi punti della sua carriera arrivano a Barcellona, con una dodicesima posizione.
La top 10 e una prestazione maiuscola le troviamo in Australia, questo stesso anno.
Scatta dalla sesta casella. Nel corso del primo giro è coinvolto in un incidente. Torna in pista, ed è in qualche modo favorito da un’altra collisione, paurosa, di pochi giri dopo, che coinvolge McPhee, Migno, Bastianini e Navarro. Le conseguenze potevano essere catastrofiche. Sono stati molto fortunati.

Bandiera rossa.
Si ripartirà con le posizioni in gara, quindi Darryn è tra gli ultimi ma compattato con il gruppo.
Con una grande rimonta riesce addirittura a raggiungere il terzo posto. Purtroppo per lui, però, perde la sfida al fotofinish con Aron Canet per soli 48 millesimi.
La soddisfazione c’è ugualmente, visto che Binder conclude quarto, e dimostra grande qualità nelle battaglie, attuando una rimonta impressionante.
Conclude l’anno arrivando decimo in Malesia e dodicesimo a Valencia. Sono 27 i punti e la posizione nel mondiale è la venticinquesima.
Cambio moto e passi avanti
Per la stagione 2017 il team equipaggia i suoi piloti con delle KTM, che, nonostante un dominio netto da parte della Honda, è una moto competitiva come, purtroppo, non sempre era la Mahindra.
Inizia bene, ed ottiene un’altra quarta posizione, in Italia. Ancora una volta arriva molto vicino al podio. È costretto a saltare ben 5 gare per infortuni, tuttavia si migliora ed arriva in diciannovesima posizione in campionato con 35 punti.

Sempre con una KTM, ma quella del team Ajo, il 2018 si presenta sulla falsariga della stagione precedente: buoni piazzamenti alternati a troppe cadute.
In Giappone, però, arriva finalmente il podio. Dopo una grande gara, si ritrova primo all’ultimo giro. Ma ancora una volta viene battuto nella volata finale, per 42 millesimi dal vincitore Bezzecchi, e di uno solo da Lorenzo Dalla Porta.
Binder può comunque trovare il lato positivo: è per la prima volta sul podio nel motomondiale.
La classifica dice diciassettesimo con 57 punti, ancora troppo poco.

Il sudafricano cambia nuovamente scuderia, approdando nel CIP Green Power, rimando però con la casa costruttrice austriaca. Inizia con le migliori premesse, con un podio in Argentina, secondo appuntamento del motomondiale.
Purtroppo, però, il 2019 continuerà senza grandi risultati, solo un sesto posto in Australia. I ritiri sono troppi: ben 8, e questo pesa molto; infatti conclude ventiduesimo con tre punti in meno del 2018.
Il 2020 è finalmente soddisfacente per Darryn arrivando, ad esempio, quarto a Jerez 2 e sesto nei due appuntamenti austriaci. La soddisfazione più grande, però, è a Barcellona. È il 27 settembre.
Binder scatta dalla nona casella, ma riesce fin dai primi giri ad intraprendere battaglie con gli altri piloti. McPhee cade e centra Arenas.
All’inizio dell’ultimo giro, Dennis Foggia è primo davanti a Darryn Binder, Tony Arbolino, Alonso López e Sergio García.
Foggia fa una piccola sbavatura e viene infilato da Binder e Arbolino. Il sudafricano è primo, resiste e si porta a casa la vittoria. Secondo Arbolino, terzo Foggia.
Darryn, con una prestazione stupenda conquista il gradino più alto del podio.
Ad Aragon, con un bellissimo ultimo giro, conclude secondo. A Valencia 2 fa segnare la Pole Position.
La stagione è abbastanza soddisfacente, con 8 prestazioni su 15 nei primi 6; ma 4 ritiri sono ancora troppi, e tanti sono i punti persi per strada. Ottavo in campionato, ne raccoglie 122 .
La maturità è raggiunta?
Nella stagione passata Darryn Binder ha dimostrato di essere combattivo, aggressivo nelle battaglie, di poter lottare con i primi, di fare rimonte meravigliose. Ma il vizio delle cadute è ancora troppo vivo nelle sue gare.
Non credo si possa ancora parlare di maturità completamente raggiunta. Si può comunque dire con chiarezza che Darryn è cresciuto, sta migliorando e può diventare un pilota di grandi ambizioni, visto che il talento c’è ed è evidente.
Il sudafricano è molto vicino all’essere totalmente maturo, nel 2021 ci si aspettano risultati di ottimo livello. Passerà nel team Petronas, e per la prima volta sarà in sella ad una Honda.
È probabile che lo ritroveremo a lottare per le posizioni di vertice, se non per il titolo.

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