Quando le corse diventano spettacolo

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Non è un segreto che il mondo della Formula Uno sia uno spettacolo itinerante, un vero e proprio “Circus”. Lo stereotipo vuole che le corse siano accostate al glamour del Principato di Monaco, allo champagne e alla bella vita dei piloti, passata tra festini e yatch. In tempi recenti, anche per gli spettatori i Gran Premi sono diventati una grande parco divertimenti, con ruote panoramiche, musica live e spettacoli. Insomma, un grande party alla Jay Gatsby interrotto da venti persone che corrono a 300 km/h per un’ora e mezza. Ma forse questo cambiamento sta facendo perdere un po’ la misura delle cose.

23 Gare all’anno sono troppe

Quest’anno il calendario è il più lungo di sempre, con ben 22 tappe, che dovevano persino essere 23. Per non parlare di quello del 2022: 23 gare (Senza contare le sprint race) da Marzo a Novembre, per garantire la copertura dei Mondiali di calcio. Sapendo che in media ci sono 52 settimane in un anno, praticamente poco meno della metà si passano in giro per il mondo. Per carità, sono la prima che vorrebbe guardare delle gare in ogni giorno dell’anno, però c’è un punto di vista molto spesso sottovalutato: quello umano. Dentro la macchina ci sono delle persone, non degli automi. E non possiamo ricordarcelo sono quando qualcuno si fa male.

Si potrebbe pensare che “La gente che ci lavora sa quello a cui va incontro”, “Sono privilegiati, potessi farlo io”. Beh magari sì, ma dopo un triple header tra Messico, Brasile e Qatar, 11000 kilometri in tre settimane, con ore di jet lag, non credo sia proprio così. Contando che poi i piloti sono anche allenati, ma le altre persone che lavorano dalla mattina presto alla sera tardi con poche ore di sonno alle spalle come fanno? E qualche anno magari va bene, quando si è giovani, ma la prospettiva di essere portati in giro una vita come animali a costo dei propri affetti non è allettante. Ma che poi, avevamo proprio bisogno del GP a Miami?

E la sostenibilità?

Tra l’altro, le gare sono state programmate con un bambino che lancia le freccette su un mappamondo. Tra la terza e la quinta tappa si passa da Melbourne all’Italia e infine a Miami; persino Google Maps non sa dirmi quanto distano, e non conto nemmeno gli eventuali spostamenti verso gli Headquarters. E no, i carburanti ecologici, gli alberi piantati per Grill the Grid e le borracce non copriranno mai l’inquinamento di questi viaggi.

Inoltre, abbiamo già assistito a dei disagi in quest’ultimo triple header (Gli aerei cargo bloccati), con due tappe fortunatamente “vicine”, ma se così non fosse qualcuno potrebbe correre veramente con la macchina dei Flinstones.

Cercare tifosi a ogni costo

Le telecamere di Drive to Survive, un nuovo GP in America, gare in Medio Oriente, un pilota cinese che alla F1 fa solo comodo, questi sono solo alcuni ingredienti della nuova caccia ai tifosi messa in atto dalla Formula Uno. Per carità, sarebbe solo bello vedere più gente che fa il tifo e lo sport diventare sempre più popolare, e quegli 400.000 spettatori al GP di Austin (Tralasciando il fattore Covid) erano bellissimi. Ma che senso ha cercare nuovi spettatori, se quelli presenti sono scontenti? Quanta gente si è lamentata delle Sprint Race, ma non è stata ascoltata? In quanti volevano andare a Monza e sono rimasti a piedi? Alla fine, se due entrano ma due lasciano la somma resta comunque zero.

Il pubblico del COTA per il GP di Austin. Le persone presenti nel weekend sono state 400.000, mai così tante.

Il miglior spettacolo per me? Avere delle belle gare (Grazie Prisca, hai scoperto l’acqua calda). Guardate i Mondiali combattuti, quelli in cui si stava col fiato sospeso dalla prima all’ultima curva; lì non servivano le Sprint Race, nè clip in piattaforme streaming (Che non c’erano poi, ma sono dettagli). Ponendo dei limiti però: oltre che in termini di sicurezza, anche in termini di spettacolo. Già non va bene quello che è successo a SPA, ma le bagarre della FIA che ci mette quasi un giorno a penalizzare per delle doppie bandiere gialle? O a squalificare per un’ala irregolare? Se il loro obiettivo è tenere la gente a fare refresh su internet per le news fino alle due di notte ci sono riusciti, ma hanno perso di credibilità.

Vedremo il prossimo anno, con il nuovo regolamento. E se la federazione accetta consigli (Spoiler: Non li accetta), se si provasse davvero con la griglia invertita? Così che i team minori possano raccogliere qualche punto? Così che i piloti si facciano notare? Ci sarebbe molto su cui ragionare, ma la butto lì.

Sono aperta al dialogo, per coloro che sono giunti alla fine di questo mio flusso di coscienza.

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