Da Avignone alla Formula 2: l’intervista a Clément Novalak
14 Gennaio 2022Dopo Dennis Hauger, abbiamo avuto l’onore e il piacere di intervistare il francese Clément Novalak. Ecco le sue parole.
Se da una parte il campionato di F3 è stato dominato da Dennis Hauger, chi si è messo altrettanto in mostra, permettendo alla Trident di trionfare nella classifica costruttori (insieme a Jack Doohan), è Clément Novalak. Il francesino di Avignone, infatti, si è classificato 3° alla fine del campionato appena trascorso, cogliendo ben 4 podi che hanno permesso al team di Maurizio Salvadori di portare a casa il primo titolo costruttori della sua storia. Clément, grazie alle sue ottime prestazioni, è anche salito su una F2 durante gli ultimi due GP, in Arabia e ad Abu Dhabi, sostituendo Lirim Zendeli in MP Motorsport, cogliendo l’occasione per fare esperienza in vista della prossima stagione, che lo vedrà correre in pianta stabile in Formula 2 proprio con il team olandese.

L’intervista
Dopo la bella stagione appena trascorsa, Novalak ha anche trovato il tempo per rispondere ad alcune nostre domande. Ringraziamo lui e il suo manager per averci dato questa opportunità e gli auguriamo il meglio per il 2022. Di seguito l’intervista completa.
Ciao Clément, grazie per il tempo che ci hai concesso. Prima domanda: chi ti ha trasmesso la passione per il motorsport?
Mio padre, ha corso delle gare anche lui quando ero piccolo. In più a casa guardavamo insieme i GP la domenica in TV, quindi la mia passione è nata da lì.
Cosa ti ha spinto a cominciare a correre?
Come dicevo, mio padre, guardare la F1 in TV…tutte queste cose hanno creato la mia passione per la F1 e per il motorsport in generale.
Rimpiangi mai di non aver avuto un’infanzia “normale” a causa di tutti i sacrifici che hai dovuto fare?
Sicuramente ci sono momenti nei quali si pensa ai sacrifici fatti, ma sono convinto che ne sia valsa la pena, visto che mi hanno permesso di fare ciò che amo come lavoro.
Sei nato ad Avignone, sei cresciuto in Svizzera e poi nel Regno Unito. Di recente hai dichiarato di sentirti un cittadino europeo. Ma dov’è che ti senti più a casa?
Ad essere sincero al Paul Ricard. È dove mi sento più a casa. Qui ho vissuto bellissimi momenti assieme a mio padre a guardare le auto quando ero più piccolo. Quindi la regione vicino ad Avignone e il Paul Ricard sono dove mi sento più a casa.
Nella stagione appena trascorsa hai conquistato 147 punti e 4 podi nonostante fosse il tuo primo anno con la Trident. Qual è stato il miglior momento di questa stagione e cosa ti aspetti dalla prossima?
È stata una buona stagione, piena di alti e bassi. Sicuramente si vuole sempre di più, ma il team è stato una vera famiglia. Ho avuto un rapporto straordinario con il mio ingegnere, quindi in generale è stato veramente un buon anno. Per la prossima stagione spero soltanto di fare del mio meglio e dare il massimo.
Nel 2020 hai concluso in 12esima posizione con Carlin, un team che ti ha dato molto durante gli anni. Come mai hai deciso di passare in Trident? Sei soddisfatto della scelta?
Credo che passare in Trident sia stata la scelta più naturale da fare per il mio secondo anno in F3. Come avete detto Carlin e Trevor mi hanno aiutato tantissimo negli scorsi anni, ma Trident mi ha permesso di salire di livello e sono estremamente soddisfatto della scelta.
Nell’ultima gara a Sochi tu e Jack avete lottato per la posizione sfiorando il contatto. Per te e per il team quelle posizioni sarebbero valse il titolo costruttori. Cos’hai provato durante quei giri in cui anche il minimo contatto avrebbe potuto compromettere un’intera stagione?
È stato intenso. Sapevo che sarebbe stata la nostra occasione per vincere il titolo costruttori quindi mi sono limitato a inseguire, perché ho pensato che il team meritasse il titolo e che fosse più importante di lottare per una vittoria che non avrebbe cambiato nulla per me in campionato.
Com’è stato il debutto in F2? È stato difficile adattarsi alla monoposto?
Non ho trovato grandi difficoltà. Il cambiamento maggiore sono state le gomme e il loro degrado, ma a parte questo non mi è sembrato uno step così grande.
Cosa ti ha impressionato di più della monoposto di F2?
Penso che il grip in qualifica sul giro secco sia stata la cosa che mi ha impressionato di più, soprattutto correndo a Jeddah. È stato davvero spettacolare.
È stato facile iniziare la tua avventura in F2 in un circuito come Jeddah? Quali sono state le tue sensazioni durante il weekend?
È stato pazzesco, ma allo stesso tempo una delle piste più difficili in cui debuttare, essendo un circuito cittadino. Ma mi sono goduto ogni momento del weekend.
Quale pensi che sia il più bel circuito del campionato?
Spa.