Ferrari, Zandvoort come il triangolo delle Bermude

Ferrari, Zandvoort come il triangolo delle Bermude

5 Settembre 2022 0 Di ilcontadinorampante

Senza troppi giri di parole, con il weekend olandese, salgono a tre i gran premi dove la Ferrari sembra aver perso la bussola. Per la Scuderia di Maranello, che piuttosto che essere al mare di Zandvoort, sembrava esser persa nel triangolo delle Bermude, l’obbiettivo ora è quello di riuscire a ritrovare il passo e capire i problemi di una vettura che sembra non riconoscersi più. 

La capacità della Ferrari di portare in pista una monoposto che non necessitava di grandi correzioni già dal venerdì, sembra essere un lontano ricordo, in quanto, come sottolineato da Binotto, bisogna tornare a capire i perché di queste difficoltà. 

Involuzione Ferrari o incapacità di tenere il passo della concorrenza? Fin dai primi passi della F1-75 mossi nei test invernali, ha colpito come, grazie ai nuovi mezzi a disposizione del GES, fosse arrivata la fatidica correlazione tra pista e simulazione, aspetto sottolineato poi dal fatto che ogni aggiornamento portato sulle vetture di Leclerc e Sainz sia sempre funzionato. 

Senza troppi giri di parole, con il weekend olandese, salgono a tre i gran premi dove la Ferrari sembra aver perso la bussola. Per la Scuderia di Maranello, che piuttosto che essere al mare di Zandvoort, sembrava esser persa nel triangolo delle Bermude, l'obbiettivo ora è quello di riuscire a ritrovare il passo e capire i problemi di una vettura che sembra non riconoscersi più.

Ora invece qualcosa sembra essersi rotto, che la coperta della F1-75 sia troppo corta? Che la direttiva tecnica 039 abbia colpito in particolar modo la Rossa? Potrebbe essere che per cercare di migliorare qualche aspetto della propria macchina, in Ferrari, per la prima volta in stagione, siano andati ad intaccare i punti di forza di quella che fino all’Ungheria sembrava la vettura da battere, o che la direttiva voluta da Mercedes abbia fatto perdere il punto agli uomini di Binotto. Ogni dubbio è plausibile. 

Rispetto a Red Bull, sempre in crescita da inizio stagione, a Maranello si è di fronte ad un’inversione di tendenza, con la rossa che peggiora, allontanandosi dal team di Verstappen e vedendo sempre più vicini e minacciosi gli alfieri Mercedes. Se fino a qualche mese fa sembrava pura fantascienza, ora persino il secondo posto nella classifica costruttori sembra in bilico, con il team anglo-tedesco distante solo 30 lunghezze. 

La mancanza di passo, dovuta alla difficoltà di far funzionare le gomme per più dell’illusorio giro di qualifica, ieri è stata tanto evidente da far passare quasi in sordina i problemi che Sainz ha dovuto affrontare al box. Se i 5 secondi di penalità causati da un unsafe release possono essere criticati, non si può non constatare la gravità dell’arrivo ritardato di una gomma. Per Leclerc, sfortuna e fortuna si sono annullate, se la VSC è arrivata poco dopo il suo pit stop, ci ha pensato la safety car a ricompattare il gruppo, dandogli la possibilità di superare un Hamilton vittima del proprio muretto, per poter tornare a podio, ma restando comunque dietro un Russel dotato di una vettura più performante.

Nota a parte per la Mercedes, se la Ferrari viene criticata per non imparare dai propri errori, si trova in ottima compagnia. La decisione di non cambiare gomme a Hamilton, dopo che lo stesso Verstappen aveva perso la leadership della corsa pur di montare gomma soft e fresca, fa in realtà capire come i meccanismi di un garage di Formula 1 siano probabilmente troppo cavillosi, nonostante illustri precedenti.

Manca meno di una settimana a Monza, lo strapotere del binomio Red Bull-Verstappen, è conclamato, così come le nuove difficoltà che la Ferrari si è ritrovata ad affrontare, chissà se un miracolo rosso sarà possibile… 

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