Ferrari, perchè Binotto dovrebbe restare?

Ferrari, perchè Binotto dovrebbe restare?

16 Novembre 2022 0 Di ilcontadinorampante

Nella giornata di ieri, sul web, passando per testate giornalistiche e arrivando fino agli schermi televisivi, impazzava la notizia di un Binotto ormai prossimo al licenziamento, con Vasseur pronto a sostituirlo.

Ipotesi, certezze, speranze e dubbi sono nati da qui: “io ovviamente non so quanto ci sia di vero nelle voci, che circolano da settimane, sul futuro in bilico di Mattia Binotto”. Da queste parole, scritte da Leo Turrini sul suo blog, nel dopo gara di Interlagos, è nato tutto.

Voci, che nel giro di poche ore si sono fatte sempre più insistenti, con l’aggiunta di possibili dettagli, come il ritorno di Simone Resta in Ferrari e la dipartita di Mekies (dato come sostituto di Vasseur in Sauber) e Rueda.

Nella giornata di ieri, sul web, passando per testate giornalistiche e arrivando fino agli schermi televisivi, impazzava la notizia di un Binotto ormai prossimo al licenziamento, con Vasseur pronto a sostituirlo.

Una sorta di mappazzone, dove capri espiatori e possibili soluzioni ai problemi della Ferrari, vengono gettati, accompagnati talvolta dal compiacimento nel vedere Binotto perdere il proprio posto di lavoro.

Ma se l’ennesima defenestrazione a Maranello fosse ancora in dubbio, perché la Ferrari e in particolar modo John Elkann, non dovrebbero salutare così presto Binotto?

Binotto, ingegnere motorista, in Ferrari dal 1995, direttore tecnico dall’estate 2016 al gennaio 2019, mese in cui divenne team principal. Quattro stagioni in cui la Scuderia ha vissuto grandi exploit, seguiti da problemi non di poco conto. 

La SF90 ed il suo motore, furono figli della direzione tecnica di Binotto, così come l’accordo segreto tra FIA e Ferrari fu siglato con lo stesso ingegnere nativo di Losanna. Le due stagioni di purgatorio che la Ferrari dovette affrontare, senza che nessuna infrazione fosse mai dimostrata, sono state il momento più basso della gestione di Binotto, che nel cambio di regolamento vedeva la grande possibilità per la casa di Maranello di tornare al top.

Dopo due stagioni con le mani legate, dove gli sviluppi non erano concessi, il 2022 è iniziato nel migliore dei modi, ma un progetto motoristico troppo estremo e acerbo, ha iniziato a mettere i bastoni tra le ruote alla nuova Ferrari. La F1-75, smorzata nel suo cuore per problemi di affidabilità, è stata però testimone di scelte strategiche da parte del muretto tutt’altro che condivisibili. Ma cosa avrebbe dovuto fare Binotto?

A partire dal 2020, è stato molto criticato per il suo “dobbiamo capire”, ma oltre a fare da parafulmine per i suoi uomini e la Scuderia che rappresenta, cos’altro avrebbe dovuto dire? Che la Ferrari non poteva esser competitiva poiché scoperta usare soluzioni tecniche discutibili?

Lo stesso ha fatto in questa stagione, dopo aver dichiarato che i problemi di affidabilità sarebbero stati risolti, ma non nel corso di poche settimane, quando di fronte ai celebri errori del muretto non ha mai puntato il dito contro nessuno, cercando di dare spiegazioni più o meno plausibili a quanto accadeva in pista.

Un modus operandi che può non piacere, ma che sicuramente ha i suoi perché, in primis difendere uomini e donne costantemente sotto pressione. 

Binotto ed i suoi conoscono i problemi che la Scuderia ha affrontato nel corso della stagione, ed una bacchetta magica non sarà sicuramente la soluzione.

Con la vettura 2023 ormai definita, che senso avrebbe cambiare i dirigenti della GES? Dopo aver dato fiducia nel 2020 e 2021 a Binotto, perché negargliela dopo che ha dimostrato di saper costruire una vettura vincente? Se gli errori mostrati quest’anno si ripeteranno, sarà maturo il tempo delle decisioni, ma se invece mancasse poco per sistemarli? A cosa servirebbe l’ennesimo ribaltone dirigenziale?

Affidabilità, strategie e gestione piloti, perché senza Binotto ed i suoi uomini più fidati si dovrebbero sistemare? Vasseur o chiunque per lui, come potrebbe essere certezza di vittoria?

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