McLaren-Honda: nuova collaborazione nel 2026?

McLaren-Honda: nuova collaborazione nel 2026?

9 Febbraio 2023 0 Di Ivan Mancini

Complici i nuovi regolamenti sulle Power Unit che entreranno in vigore nel 2026, la storia tra McLaren e Honda potrebbe conoscere ben presto un nuovo capitolo.
 

Con 4 titoli Costruttori ed altrettanti titoli Piloti conquistati dal 1988 al 1992, quello tra McLaren e Honda è forse uno dei sodalizi più significativi e più fruttuosi della storia della Formula 1. Specie se poi si va a collegare questo fantastico periodo a due mostri sacri dell’automobilismo, Senna e Prost, e alle loro fantastiche e controverse battaglie in pista.

Certo, parlando del matrimonio tra McLaren e Honda ci sarebbe da considerare anche il capitolo dell’era turbo-ibrida, un periodo con più ombre che luci sia per la scuderia di Woking sia per gli storici motoristi nipponici. Si potrebbero ricordare le prestazioni deludenti, i rapporti poco idilliaci tra le due parti, e soprattutto la rottura nel 2017, dopo una faticosa convivenza. Ma mettendo da parte questa parentesi infelice, i fan più nostalgici potranno ben presto tornare a sognare, dal momento che il cambio regolamentare riguardante le Power Unit potrebbe consentire una nuova collaborazione tra McLaren e Honda.

AainProst e Ayrton Senna durante il GP del Giappone 1989
(AP Photo/Tsugufumi Matsumoto, File)

 

Quanto sappiamo a riguardo

Allo stato attuale, i colloqui tra le due parti coinvolte sono ancora ad uno stato a dir poco embrionale, poiché entrambe le parti stanno sondando il terreno per studiare i vantaggi di una possibile collaborazione. Honda valuta se impegnarsi a diventare un nuovo fornitore di propulsori, sposando la causa dei nuovi regolamenti; dal canto suo McLaren è ancora indecisa sulla strada da proseguire dal 2025 in poi, se continuare con Mercedes o ricercare un nuovo fornitore di motori.

Quel che è certo è che Honda aveva deciso di lasciare ufficialmente la massima serie automobilistica a fine 2021 con la scusa – quantomeno di facciata – di concentrare le risorse tecniche e finanziarie sullo sviluppo di tecnologie carbon neutral per il settore automotive. Quasi un paradosso, considerando che i nipponici hanno continuato e continueranno a fornire i propulsori ai due team Red Bull fino al 2025, senza contare gli impegni in IndyCar con i motori V6 ibridi da 2.2 litri.

Motore Honda V6 2.2L, montato sulle IndyCar 2018

Tuttavia, qualcosa è mutata in seguito alla nomina di Toshihiro Mibe come nuovo CEO dello storico marchio giapponese. Complice il notevole successo che ha iniziato a riscuotere con Red Bull, nonché le normative sui biocarburanti e sui nuovi motori del 2026, in linea con gli obiettivi aziendali, Honda sembrerebbe aver mosso un passo indietro rispetto la posizione “separatista” che aveva intrapreso a fine 2020, quando l’allontanamento dalla Formula 1 sembrava irreversibile.

E qui possiamo arrivare alla seconda cosa che, fino ad ora, costituisce uno dei pochi punti di certezza. Honda è attualmente uno dei sei fornitori che ha accettato le regole su cui si baserà la nuova stagione dei propulsori turbo-ibridi, che avranno validità dal 2026 in poi. Per completezza, nella lista diramata dalla FIA figurano anche Red Bull Ford, Audi, Mercedes, Ferrari e Alpine (Renault). Nessuna traccia di Cadillac, nome associato ad Andretti in virtù di un suo ipotetico ingresso nella massima serie automobilistica.

 

Considerazioni finali

Dal punto di vista teorico, figurare nella lista FIA comporta una serie di vantaggi. Ad esempio, tutti i fornitori presenti nella rubrica saranno coinvolti nelle discussioni a carattere tecnico – quindi in tutti i dibattiti circa il futuro a breve e lungo termine della Formula 1- nonché facilita l’ingresso nel Circus nel caso in cui i produttori decidano effettivamente di partecipare alle attività del campionato.

Ma, all’atto pratico, figurare nella lista FIA non vuol dire necessariamente entrare a far parte del Circus in collaborazione con una o più scuderie. A questo bisogna aggiungere che nelle ultime settimane Honda ha “perso” il team affiliato di maggiore importanza, Red Bull, nonché il relativo team satellite. I giapponesi, quindi, non potranno più fare affidamento sulla scuderia austriaca (e, di riflesso, sulla squadra di Faenza) in qualità di partner principale e dovranno guardarsi intorno prima di gettarsi a capofitto in una nuova avventura. Honda deve attentamente valutare le prossime mosse da compiere in Formula 1 e al tempo stesso deve ragionare in funzione di fattori che non dipendono dal suo controllo.

Max Verstappen riporta una vettura motorizzata Honda sul gradino più alto del podio. GP Austria 2019

Sicuramente i motoristi del Sol Levante hanno attentamente studiato la situazione e le sue possibili evoluzioni. Gli ultimi contatti tra Red Bull e Ford risalgono nelle fasi finali del 2022, quindi i vertici Honda hanno già maturato l’idea di poter entrare in Formula 1 nel 2026 senza sfruttare il supporto del treno austriaco. Con Alpine team indipendente, Sauber motorizzata Audi, Red Bull e AlphaTauri intuitivamente collegare ai motoristi statunitensi e Ferrari e Haas unite dal rapporto di partnership, così come Mercedes e Aston Martin, allo stato attuale rimangono poche alternative per una possibile fornitura di propulsori da parte di Honda. Tra queste troviamo McLaren e Williams, con la ptima fortemente candidata anche per via della suggestività di un nuovo rapporto. Nella speranza che, almeno questa volta, le due parti possano trarre vicendevole vantaggio dalla collaborazione.

+ posts