F1 | Analisi telemetrica Qualifiche GP dell’Arabia Saudita: il giro di Pérez nel dettaglio
19 Marzo 2023Complice anche l’inaspettato forfait di Max Verstappen, Sergio Pérez riesce a sbaragliare la concorrenza e a conquistare la sua seconda Pole Position in carriera. Aiutandoci con le telemetrie, vediamo come il messicano ha raggiunto la prima fila di Jeddah durante le qualifiche del GP dell’Arabia Saudita.
Le curve del veloce Jeddah Corniche Circuit premiano Sergio Pérez. Nel suo ultimo giro lanciato il messicano congela le lancette del cronometro sul 1:28.267 e riesce a conquistare la seconda Pole Position della sua carriera, sullo stesso circuito dove è arrivata la prima. Ben 155 i millesimi rifilati a Leclerc, il secondo classificato, mentre il distacco aumenta a 465 millesimi se considerassimo la terza posizione di Fernando Alonso. Più arretrato Sainz, apparso in difficoltà con la sua SF-23, mentre Max Verstappen è costretto a lasciare il Q2 per un problema al semiasse posteriore. Focalizzando la nostra attenzione sui tre piloti che fino al Q3 hanno lottato per la partenza dal palo, e ricorrendo ad alcune telemetrie, vediamo insieme come Pérez ha costruito la sua prima fila di Jeddah.
Premessa
Per il Jeddah Corniche Circuit, palcoscenico del Gran Premio dell’Arabia Saudita, le telemetrie che siamo stati in grado di analizzare contengono punti dati prelevati con un “periodo di campionamento” pari a circa 19 metri. I grafici sottostanti, pertanto, non possiedono un’elevata precisione, ma costituiscono uno strumento sufficientemente accurato per trarre alcune conclusioni.
L’assenza di Verstappen
Inutile girarci intorno. L’assenza di Verstappen, prematuramente uscito nel Q2 in seguito ad un problema al semiasse, ha letteralmente scombussolato le variabili in gioco. L’olandese era indubbiamente il favorito per la conquista della Pole Position, con una Red Bull che il due volte Campione del Mondo sa gestire e domare in maniera perfetta. Sfortuna vuole che il semiasse posteriore della vettura austriaca abbia dato forfait nella fase più nevralgica delle qualifiche, appiedando il pilota olandese e costringendolo a partire almeno dalla quindicesima posizione.

Ma il prematuro ritiro di Verstappen non è l’unico motivo che si nasconde dietro la prima fila di Pérez…
Una velocità disarmante
Dalla telemetria che segue si può notare come il pilota messicano faccia della velocità uno dei suoi punti di forza. La situazione è ben visibile soprattutto negli allunghi verso curva 22 e curva 27, di cui forniamo due miniature a destra della telemetria principale. Negli intervalli che poniamo in analisi, i grafici che rappresentano Leclerc ed Alonso hanno una crescita sensibilmente più lenta se paragonata a quella del grafico blu, che invece riproduce la monoposto del messicano. Questa crescita, che in maniera grossolana possiamo battezzare come “pendenza” del grafico, è sintomo di una inequivocabile preminenza in fase di accelerazione, frutto dell’ottima trazione delle due Red Bull RB19 in uscita curva e sui rettilinei.
Tale superiorità si traduce con una differenza tra le velocità di punta ai limiti dell’imbarazzante. Verso curva 22 la situazione pende a favore di Pérez, che con i suoi 326 km/h è di poco più veloce di Leclerc – 324 km/h. Peggio, invece, Alonso, che risulta essere 5 km/h più lento del messicano. Pérez, tra le varie cose, uscendo da curva 17 è il pilota più lento dei tre in analisi (189 km/h contro i 191 di Alonso e Leclerc), ma a fine allungo è il più veloce, a sottolineare con maggiore enfasi la bontà della Red Bull in fase di accelerazione.
Situazione non dissimile nell’allungo verso curva 27, dove la vettura numero 11 fa registrare una velocità massima di 338 km/h non di molto difforme da quelle evidenziate in tutto l’arco del fine settimana. Segue a poca distanza Leclerc, a 332 km/h, mentre con i suoi 325 km/h Alonso è ancora una volta il pilota più lento del lotto in analisi.
Emerge un esito simile anche dalla consultazione delle velocità in fondo al rettilineo del traguardo. Leclerc e Pérez sono relativamente vicini, tant’è che il delta tra i due piloti è di appena 2 km/h (Pérez 329, Leclerc 327), mentre l’Aston Martin di Alonso subisce ancora una volta un distacco relativamente pesante, quantificabile in 10 km/h. Anche in questo caso, in uscita da curva 27, il pilota messicano era il più lento dei tre in analisi, ma in fondo al rettilineo il più veloce.
Capolavoro in curva 7-8
Abbiamo quindi appurato che Red Bull ha un indubbio vantaggio in accelerazione rispetto Ferrari e Aston Martin. La Pole di Pérez, però, non è solamente figlia dell’incredibile trazione mostrata dalle due Red Bull, poiché il giro perfetto assemblato dal messicano può vantare anche altri dettagli non di poco conto. Nella telemetria che segue andiamo a paragonare sempre il medesimo lotto di tre piloti, ma questa volta visualizziamo sia la velocità che la pressione sul pedale del freno e dell’acceleratore esercitata da cisasun pilota.
Effettuiamo ora uno zoom nella porzione di telemetria che si estende da curva 6 fino a curva 10, per poter evidenziare al meglio la superiorità del pilota messicano in questo complesso di “gomiti” che caratterizzano il primo settore.
Al netto di alcune imprecisioni di stampa, la miniatura mostra chiaramente come Pérez sia l’unico pilota ad affrontare curva 7 e curva 8 in pieno, prima di rilasciare in maniera vistosa il pedale dell’acceleratore nei pressi di curva 9 (quella porzione di telemetria tagliata dall’asse delle distanze). Approccio totalmente differente da parte di Leclerc ed Alonso, che invece rilasciano l’acceleratore non solo per affrontare curva 9, ma anche in prossimità del complesso di curve precedenti.
Anche per quanto riguarda curva 10 possiamo fare un ragionamento simile. Pérez è ancora una volta l’unico pilota tra i tre in analisi ad affrontare curva 10 in pieno, mentre Leclerc non solo rilascia l’acceleratore ma addirittura da un colpo di freno, come si evince dall’impulso rosso che possiamo vedere nel secondo riquadro. Alonso, invece, segue ancora una volta una tecnica diversa: il pilota asturiano frena leggermente in ingresso curva (impulso verde nel secondo riquadro) per poi accelerare la propria Aston Martin in maniera più docile, riuscendo a percorrere curva 10 in pieno alla stessa maniera di Pérez. Una guida, quella adottata dall’asturiano, che gli consente di sacrificare l’ingresso curva con lo scopo di compensare il deficit in rettilineo che la sua Aston Martin accusa.
Qualche considerazone finale
Lo avevamo visto nei test, ne avevamo avuto la conferma in Bahrain, nella prima gara stagionale. La Red Bull RB19 è una macchina che incute timore, dal momento che riesce a combinare sapientemente ottime velocità di punta con buoni livelli di carico aerodinamico. In fase di trazione il vantaggio delle monoposto austriache è evidente, ma anche in percorrenza curva la RB19 non ha eguali tra le dieci scuderia del Circus. Allo stato attuale nessuna proposta è in grado di impensierire le vetture disegnate dalla mano di Newey, che nei primi due appuntamenti del 2023 si sono rivelate essere le monoposto più in forma.
Ferrari ha compiuto dei progressi dal Bahrain all’Arabia Saudita. Le modifiche portate dai tecnici del Cavallino Rampante – modifiche che riguardano soprattutto la componente aerodinamica, necessarie per allestire le due SF-23 in vista del layout di Jeddah – hanno consentito ai due alfieri della Rossa di approsimarsi ai livelli della Red Bull, ma gli sforzi compiuti sono ancora insufficienti a colmare completamente le distanze con le due vetture austriache. La nota positiva è che però, quantomeno nell’imminente GP dell’Arabia Saudita, Ferrari dovrebbe essere vicina (se non superiore) ai valori mostrati in pista da Aston Martin, merito anche delle caratteristiche del Jeddah Corniche Circuits che ben si adeguano alla fisionomia delle due Frecce Rosse.
