Vasseur a tutto campo: «No gerarchie, siamo tutti fondamentali»

Vasseur a tutto campo: «No gerarchie, siamo tutti fondamentali»

25 Marzo 2023 0 Di Lorenzo Danelli

In una lunga intervista, Vasseur ha raccontato i suoi primi mesi in Ferrari: come ha gestito la pressione, come ha riorganizzato il team e la sua filosofia in termini di gerarchie in gara.

Di sicuro a Fred Vasseur non manca la calma. Non solo è un uomo di corse: è anche un ottimo uomo d’affari e di politica, e se la ride quando gli chiedono se sente pressioni particolari per il ruolo che riveste. Al suo arrivo a Maranello, però, è rimasto piuttosto sorpreso di come i suoi uomini reagissero alle pressioni dei media italiani. Di certo l’inizio di stagione non è stato positivo, col solo Sainz in grado di raggiungere una sola volta la top 5 ed il catastrofico ritiro di Leclerc in Bahrain. Ma nulla di tutto ciò si può imputare a Fred. È in servizio come team principal solo dal nove gennaio, e tutto il progetto tecnico della SF-23 è figlio dell’organizzazione Binotto. Per ora ha fatto poche rivoluzioni, e intanto guarda e progetta i prossimi obiettivi per sè e per la squadra.

Vasseur: «La pressione dei media influenza il morale della squadra»

In un’intervista rilasciata ad AS in occasione di un pranzo con alcuni media spagnoli, Vasseur ha discusso della sua posizione e di come la stia interpretando. «In tanti mi dicevano che gestire le dinamiche interne della Ferrari sarebbe stato molto difficile, ma devo dire che non è vero: l’ambiente di lavoro è collaborativo e il clima non è teso, ma abbiamo moltissime pressioni esterne. Certe dichiarazioni e certe uscite della stampa possono inficiare il morale della squadra, specialmente quei rumors che sono per giunta del tutto infondati», ha detto il manager parigino.

A riguardo delle gerarchie tra piloti, Fred ha di nuovo confermato la linea di non scegliere una prima guida se non in casi di chiaro vantaggio di uno dei due piloti. «Ho trascorso trent’anni nelle categorie minori, e lì non c’è mai una prima guida: entrambi i piloti hanno lo stesso materiale di gara e non ci sono gerarchie. Se si riesce a gareggiare così nelle serie propedeutiche, non vedo perchè un’organizzazione come Ferrari non riesca a riproporre lo stesso modello» ha spiegato Vasseur, aggiungendo anche: «Poi è chiaro che possa accadere che in una stagione lunga sia necessario prendere delle decisioni, ma per fortuna abbiamo due piloti che sono entrambi in grado di vincere gare».

Vasseur: «A Sainz non manca niente»

Vasseur sostiene che la sua scelta non sia una questione di principio, ma di buon senso: «Immaginatevi che Perez vinca le prossime due gare e contemporanamente Max si ritiri in entrambe, e che il secondo ritiro sia causato da un problema al cambio che gli causi una penalità per la gara successiva. E ancora pensate se, dopo Monaco, Perez avesse cento punti di vantaggio su Verstappen: la scelta sarebbe evidente, e situazioni del genere possono verificarsi in qualsiasi modo e momento durante una stagione. Se pensate al 2016, ricorderete che nessuno puntava su Rosberg, eppure fu proprio lui il vincitore alla fine».

Fred ha poi esplicitato e riassunto bene la sua filosofia: «Prima devi spingere con entrambi i piloti, poi sarà il campionato a guidare le scelte della squadra. Abbiamo due piloti molto forti che possono portare tanti punti alla Ferrari, ottenere podi e vincere gare: sono la nostra principale risorsa».

Parlando poi di Carlos Sainz, il team principal di Ferrari ha tolto pressioni al suo 55: «A Carlos non manca nulla. Non dobbiamo ridurci a pensare se sia più o meno carente su certi aspetti. A Jeddah ha dovuto usare un treno di morbide in più in Q2 e non ha potuto sfruttrare i due tentativi in Q3. Questo è il fatto: non dobbiamo pensare se sia la macchina a doversi adeguare a lui o se sia lui a dover migliorare la guida».

La filosofia: ciascun dipendente è indispensabile per il successo

Interrogato sul suo rapporto con Jean Todt, Vasseur ha detto che hanno una cena in sospeso, e ha ricordato che anche adesso in Ferrari, come ai tempi dell’altro team principal francese (all’epoca Brawn e Byrne), ci sono i direttori tecnici (con Binotto, le figure di capotecnico e caposquadra erano riunite): «Sono Enrico Cardile, per il telaio, e Enrico Gualtieri per la power unit, esattamente la stessa orgnaizzazione che hanno anche Mercedes e Renault». Inoltre, Fred ha ammesso che c’è un dipartimento che secondo lui va migliorato: «Ma sono cose che tengo per me».

A riguardo, ha stuzzicato tutti i membri della squadra corse perchè si impegnino per il successo di Ferrari: «Voglio lanciare il messaggio che il lavoro di ciascuno è fondamentale per le prestazioni in pista. Anche i ragazzi della logistica: se riescono a risparmiare qualche fondo, sappiano che finirà nello sviluppo della vettura. Come se fosse una monoposto, anche la nostra stessa squadra ha bisogno di affidabilità, e ciascun dipendente è un pezzo fondamentale della nostra vettura: è questa la mentalità che voglio, che tutti si rendano conto di quanto ruolo abbiano nella prestazione finale della vettura», ha concluso il team principal.

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