Altro weekend nero per Ferrari: mai così male all’inizio dal 2010
2 Aprile 2023Lo score di Ferrari nel mondiale costruttori dopo le prime tre gare del 2023 recita 26 punti all’attivo. È il peggior inizio dal 2010.
Al netto di qualche timido segnale positivo sul passo gara, per Ferrari l’Australia è stata l’ennesima gara a vuoto di questo 2023. Al ritiro di Charles Leclerc si è aggiunta la penalità per Carlos Sainz, che ha fatto scivolare lo spagnolo in 12a posizione, quindi fuori dalla zona punti.
Con il doppio zero il team di Maranello è rimasto a 26 punti in classifica costruttori, solamente a +14 su McLaren, che nonostante la netta inferiorità della MCL60 ha beneficiato del caso australiano per portarsi a casa punti preziosissimi visto il loro momento tecnico. Per girare ulteriormente il coltello nella piaga, Ferrari paga già 97 punti da Red Bull e 30 da Mercedes, che avrebbe dovuto essere, appurato il dominio degli austriaci, l’avversario di questa stagione.
E invece il team di Frederic Vasseur si è trovato un’altra volta stretto in una morsa composta da svantaggi tecnici, strategie sbagliate e anche, bisogna dirlo, sfortuna. E per sparare ulteriormente sulla Croce Rossa, ecco un altro dato che fa abbastanza rabbrividire: Dopo 3 gare, quello del 2023 è il peggior inizio di stagione dal 2010, ovvero dal cambio del sistema di punteggio, peggio anche dell’orrendo 2020.
Frustrazione monegasca

Chi torna a casa dall’Australia con più ossa rotte è sicuramente Charles Leclerc. Il monegasco è incappato in un momento veramente difficile, e lo si vede sia in pista che fuori. Il motivo, ovviamente, non è dato solo da una SF23 che fatica a decollare, ma anche dai due pesanti zeri che lo vedono fermo a quota 6 punti nel mondiale piloti.
Sulla carta l’Australia sarebbe potuta essere una buona chance per fare la formichina e racimolare punti per tentare la scalata almeno alla top 5 del campionato, ed invece per Leclerc è andato tutto storto, a partire dalla qualifica che non è stata sicuramente delle migliori.
Lasciando da parte la diatriba (un po’ forzata dai Media a dire il vero) con Sainz, il Q3 di Charles ha mostrato uno dei limiti del pilota, nonché del duo Leclerc-Xavi Marcos. Il campioncino di Maranello fa segnare un buon giro di Q2 e si presenta in Q3 con le carte in regola per agguantare almeno una seconda fila e dar fastidio a Mercedes e Aston Martin. Gli viene però comunicato, verso la metà della sessione, che la pioggia è imminente, ed è qui che cambia tutto.
Mentre Sainz e il suo ingegnere Adami, discutendo sul da farsi, convengono che c’è margine per fare il solito doppio giro di riscaldamento (Out-Prep per poi fare il cosiddetto Push), Leclerc e Xavi puntano invece su un insolito Out-Push. Questo è il fulcro del brutto giro di Charles e l’inizio dell’effetto domino che porta al 7° posto in griglia.
Infatti non solo le previsioni del muretto Ferrari in fatto di meteo si rivelano errate, ma mentre Sainz e il suo ingegnere capiscono che probabilmente la pioggia arriverà più tardi e che la bassa temperatura della pista è incompatibile con un solo giro di riscaldamento, né Xavi né tantomeno Leclerc riescono a leggere bene la situazione. E questo è un limite che si imputa spesso a Charles, meno bravo di Carlos nella lettura di alcuni momenti del weekend dove è il pilota, pur confrontandosi con l’ingegnere di pista, a dover scegliere la cosa più giusta da fare.
E Leclerc, purtroppo, su questo punto deve ancora migliorare, senza aver paura di fare la voce grossa nei confronti di un Xavi che non si rivela sempre affidabilissimo. Condiamo il tutto con un goffo tentativo di riparare all’errore regalando al monegasco una dubbia scia da parte di Carlos ed ecco servito il pessimo sabato della Rossa. Anche perché per dare la scia a Charles, Sainz ha dovuto rallentare perdendo temperatura sull’anteriore, pregiudicando poi il T1 nel giro push.

Della gara, poi, non c’è molto da dire. Leclerc esce in curva 3 al primo giro per un contatto con Stroll, che però di colpe ne ha poche. Leclerc si butta all’esterno del canadese e tenta di sopravanzarlo. Lo spazio c’è ma all’interno di Stroll c’è Alonso, e dunque Lance non può materialmente concedere altro spazio a Leclerc che però ha già deciso di passarlo, forse preso dalla foga della rimonta. Il monegasco, poi, sbaglia nell’impostare la curva come se Stroll non ci fosse, cercando di andare molto presto alla corda. Il contatto è inevitabile e ad avere la peggio è proprio il pilota della Ferrari, che si insabbia come fece Sainz nel 2022 ed è costretto ad abbandonare.
Weekend no, quindi, per Leclerc che dovrà utilizzare queste 3 settimane di pausa per schiarirsi le idee e “sbollentare” la frustrazione di queste prime 3 gare. La stagione è ancora lunga, dunque non vale la pena gettare subito la spugna.
Ay, que pena!

Anche il weekend di Carlos Sainz non è stato meno amaro. Lo spagnolo ha fatto meglio in qualifica, interpretando meglio di Charles la situazione del Q3, ma la richiesta di tirare il compagno di squadra gli ha tagliato, di fatto le gambe. Carlos, come detto prima, ha dovuto rallentare, perdendo temperatura all’asse anteriore. Così facendo il suo T1 non è stato dei migliori, complice la temperatura della pista abbastanza bassa, e non gli ha permesso di andare oltre il 5° posto.
Un vero peccato considerando che mettendo insieme i migliori settori, lo spagnolo avrebbe potuto agguantare la 3a posizione in griglia e magarti giocarsela, col senno di poi, per il podio. In gara, poi, la sfortuna si accanisce su di lui.
La prima bandiera rossa vanifica il pitstop effettuato poco prima (assieme a Russell) e lo relega in 11a posizione (era 4° prima dell’incidente di Alex Albon), costringendolo a una bella rimonta che rimane l’unica cosa positiva di questo weekend, ovvero un piccolo e timido miglioramento sul passo gara che ha permesso a Sainz di arrivare a ridosso del podio, pur faticando a tenere dietro un gasatissimo Pierre Gasly.
Ma si sa: se la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo. E infatti la gara viene fermata da una seconda bandiera rossa per un incidente di Kevin Magnussen. Alla ripartenza (di cui è giusto parlare in separata sede) i piloti fanno letteralmente a cazzotti tra loro e Sainz prende la monoposto di Fernando Alonso, mandandolo in testacoda. Non un gesto cattivo, forse più una disattenzione o un eccesso di foga, che però lo mette sotto investigazione. E infatti nel corso della terza bandiera rossa arriva la penalità di 5 secondi.
Per niente contento, Sainz chiede in tutti i modi di riconsiderare la penalità, troppo dura secondo lui. Ma la direzione gara è irremovibile e i 5 secondi vengono confermati assieme a due punti sulla patente. Sainz scivola quindi al 12° posto, fuori dalla zona punti e vanificando una buona gara in rimonta che aveva acceso una luce nel buio di Maranello.
Ironia della sorte, l’assegnazione della penalità a Carlos, al netto dell’interpretazione della direzione sul contatto, è forse l’unica decisione corretta del GP in termini di regolamento.
Pugno di mosche
Ferrari quindi torna a casa con un pugno di mosche e con la consapevolezza di aver perso tanti punti. Non basta il sussulto di Sainz sul passo gara per far felici i tifosi, che non si aspettavano chissà quale weekend, ma almeno un risultato che non fosse un doppio zero.
C’è ancora tanto da lavorare, anche se la SF23 è sembrata sul binario giusto per poter crescere, pur se ora Mercedes è davanti e la Rossa è praticamente la quarta forza del campionato. Come si diceva prima, per Ferrari questo è il peggior inizio di stagione dal 2010, e l’inizio del 2022 è solamente un lontano ricordo. La speranza è quella che l’Australia sia il punto più basso di questa stagione, e che non si possa fare peggio.
Sperarlo è d’obbligo, perché solo chi spera poi alla fine ce la fa.
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