WRC | Il Post-Rally – Cile: Tänak torna a fare la voce grossa
2 Ottobre 2023Ott Tänak torna a vincere di prepotenza, con una prestazione veramente superlativa che porta ossigeno a M-Sport. Ecco il Post-Rally!
Termina l’ultimo rally su sterrato della stagione, quello del Cile. Dopo l’edizione del 2019, il Cirucs è sbarcato di nuovo sulle strade cilene, che ci hanno regalato tre giorni intensi e pieni di spettacolo e colpo di scena. Ha vinto Ott Tänak, e questo basterebbe già per capire come il Cile ha finalmente ribaltato le carte in tavola. Ma capiamolo ancora meglio con il nostro solito Post-Rally!
M-Sport: Che weekend per Tänak! Loubet trema…

Che questo fosse un weekend importantissimo per M-Sport l’avevamo detto nella Preview. Erano tanti gli interrogativi, tutti che sarebbero gravitati attorno all’unico punto fermo del team in questa stagione, che ha nome e cognome che rispondono a quelli di Ott Tänak. L’estone ha tirato fuori una prestazione da campione vero e ha traghettato il team inglese verso la seconda vittoria stagionale dopo un periodo difficilissimo e veramente avaro di risultati.
Veloce sin dal venerdì mattina, Tänak ha corso una gara rapida e molto intelligente, anche nella scelta delle gomme, dove ha definitivamente preso il largo rispetto agli avversari. Anche la Puma Rally1 questa volta ha dato il suo contributo, mostrando un’insolita solidità che, a dire il vero, ha quasi stupito seppur qualche noia è saltata comunque fuori. Da ciò M-Sport deve ripartire per il 2024, ovvero contando sul fatto che il progetto Puma non è totalmente da buttare, anzi. Rimane ancora tanto da migliorare, ma la vettura di Ford ha battuto un colpo, e anche molto forte.
E su questo deve ragionare anche lo stesso Tänak, che negli ultimi mesi aveva mostrato una certa insofferenza che l’aveva portato, a detta di molti insider, ad iniziare dei discorsi con Hyundai per un suo possibile ritorno. Una risposta da M-Sport, però, è arrivata. Certo, la Puma ancora non è al livello delle altre ma con Ott, e al netto dei problemi di affidabilità, può stare con i primi della classe. Vedremo che ne sarà dell’estone, ma come dicevamo questo era un rally importante anche per lui affinché potesse fare il punto della situazione su M-Sport. E possiamo dire che di segnali positivi ne sono arrivati. Bisognerà solo capire se il team inglese sarà disposto a spendere ancora importanti somme per l’ingaggio del pilota di Kärla, che a dire la verità quest’anno è stato la salvezza della squadra in quasi tutte le occasioni.

Si era pure detto che era tempo di valutazioni anche per Pierre-Louis Loubet. Il francese ha iniziato molto bene il venerdì, e aiutato dalla grande forma della Puma sembrava essere indirizzato verso il miglior risultato della stagione. La gioia è durata sole 3 speciali, visto che Loubet ha poi sprecato tutto ribaltando la sua vettura e terminando così il suo weekend. Un altro zero, questo, che ora lo vede dietro a Solberg (su Skoda Rally2) in classifica WRC e pericolosamente a rischio di un posto per il 2024. Il pilota della Corsica non ha dato seguito alle buonissime comparsate del 2022, e ora rischia di cedere nuovamente il passo ad uno scalpitante Adrien Fourmaux. Mancano solo due rally ma il futuro, in parte, sembra già essere segnato.

Lasciando da parte la comparsata di Alberto Heller, ci possiamo concentrare sulla prestazione di Grégoire Munster. Debuttare su una Rally1 in Cile non è semplice ma Grégoire, che quest’anno ha fatto la spola tra il WRC-2 con la Fiesta Rally2 ufficiale e il Junior WRC, non ha corso per nulla male. Anzi, considerando che ha avuto qualche problema di troppo alla vettura, il lussemburghese ha fatto quello che ha potuto fino al suo errore di gioventù che l’ha portato a forare e a perdere la Top 10. Ci sta, il suo percorso di crescita non è ancora finito e la velocità comunque è buona. Probabilmente lo rivedremo ancora sulla Puma, e potremo trarre altre conclusioni.
Toyota: la gioia del titolo costruttori nasconde una prestazione così così

Con la super prestazione di Kalle Rovanperä nella Power Stage e il 2° posto dietro a lui di Elfyn Evans, Toyota è riuscita a portare a casa il titolo costruttori 2023 con ancora due round da disputare. Un risultato veramente importante e meritato, che però cela un Rally del Cile che non è proprio stato indimenticabile. E a dire la verità l’ipoteca sul titolo è arrivata più per mancanze di Hyundai che per grandi risultati del team giapponese.
Partiamo col dire che a livello di classifica piloti, questo rally ha cambiato poco. Evans è riuscito ad agguantare il 3° posto grazie all’auto-eliminazione di Teemu Suninen, ma ha ceduto il passo in Power Stage dove Rovanperä è riuscito a limitare i danni. Il 4° posto e i 5 punti portati a casa significano per il finlandese che il compagno di squadra è riuscito a rosicchiargli solamente due punti. Un’inezia, che non sposta l’ago della bilancia del campionato.
Risultati a parte, Evans è partito bene il venerdì mattina ma poi è sceso in termini di performance e non è riuscito a dare seguito a quanto visto nello shakedown e nelle prime tre prove. Rovanperä invece non è mai stato veloce tranne che in poche prove dove ha spinto per perdere poi in altre, anche perché venerdì ha pulito la strada agli altri. Ci si sarebbe aspettata una risposta al sabato, come di solito accade quando Kalle pulisce la strada, ma non è arrivata.

Ciò che ha affossato ancora di più la prestazione del team è stata la pessima decisione di equipaggiare le Yaris con solamente gomme soft nella mattinata del sabato. Le vetture nipponiche hanno tutte sofferto di un grande degrado, arrivando alla fine del loop con gli pneumatici letteralmente da buttare. Una decisione, presa dall’intero team, che si è rivelata veramente brutta, un errore non da poco.
Takamoto Katsuta ha finito il rally in 5a posizione, facendo il suo senza dare troppo nell’occhio. Un risultato che va bene ma che non scalda gli animi, e che non aiuta il giapponese. Takamoto ha dalla sua parte il fatto che Akio Toyoda voglia un pilota del Sol Levante nel team, ma deve fare di più o almeno provarci.
Hyundai: bene Neuville, Suninen per poco, Lappi inesistente

Che dire del weekend di Hyundai? La casa coreana ha centrato un buonissimo 2° posto con un Thierry Neuville che non ha corso male, anche se prestazioni del genere per lui dovrebbero e devono assolutamente essere la normalità. Però contro un Tänak così e contro un venerdì non dei migliori per il belga, il 2° era il meglio che potesse arrivare. Thierry l’ha centrato senza sbagliare e quindi a lui deve anche andare qualche merito. Il campionato ormai è andato, però la voglia e il piede sembrano esserci ancora. Questo è ciò che conta in questo finale di stagione. Serve però alzare ancora l’asticella perché un Top Driver deve guidare su livelli leggermente più alti.
Questa volta la scena se l’è presa Teemu Suninen…o quasi. Il finlandese salito sulla Rally1 solamente in Estonia, è partito forte già dal venerdì ed è rimasto al 2° posto fino alla penultima speciale della domenica. Con il traguardo del podio ad un passo, obiettivo di Suninen per questo finale di stagione, il pilota Hyundai ha buttato tutto alle ortiche con un incidente nel quale colpendo una roccia ha distrutto la sospensione anteriore destra.
Un errore dettato dal tentativo di non farsi soffiare il 2° posto da un Neuville alla carica, e che forse si sarebbe potuto benissimo evitare grazie ad un ordine di squadra. Abiteboul, stavolta, ha deciso di non intervenire, forse prendendo la decisione sbagliata visto che invece di ritrovarsi due piloti sul podio ne ha trovato solo uno, di fatto concedendo in anticipo il titolo costruttori a Toyota. Peccato perché Suninen stava facendo veramente bene, forse il miglior rally della sua carriera.

Incommentabile il weekend di Esapekka Lappi, fuori a 10 metri dal traguardo della prima speciale del venerdì con un brutto ribaltamento che ha messo la parola fine alla sua trasferta cilena. Brutto errore, non c’è altro da aggiungere.
WRC-2: Bentornato Solberg! Bravo Rossel, Lindholm dov’è?

Interessante la lotta per la vittoria in classe WRC-2, che non è apparsa scontata. L’ha spuntata un ottimo Oliver Solberg, che finalmente è riuscito di nuovo ad unire la sua grandissima velocità ad una prestazione senza errori e problemi meccanici, portando a casa una bella vittoria che dà ossigeno alla sua classifica e ci ricorda chi è Solberg. Oliver si era un po’ perso dal Portogallo in avanti, ma è tornato in grande stile. Ora è a -17 da Mikkelsen ma si sente comunque tagliato fuori dalla lotta al titolo. Sarà veramente così? Non lo possiamo sapere, però questa resta una vittoria importante e una vetrina per il futuro.
Dietro al figlio d’arte, troviamo un buon Gus Greensmith che non è riuscito a dare quel qualcosa in più e un Sami Pajari che ha pagato soprattutto il degrado delle gomme. Il rookie finlandese nella giornata di venerdì è stato il migliore, ma al sabato ha dovuto cedere il passo a Solberg. Resta comunque molto buono il 3° posto.

Molto buona la prestazione di Yohan Rossel, 4°, che accorcia su Mikkelsen (ora a -4) e mostra grandissimi segnali di crescita sullo sterrato. Le difficoltà di inizio anno sulla terra hanno fatto posto ad un’acquisita solidità che, ad essere sinceri, fa anche un po’ paura. Il talento c’è e si vede, e si capisce perché sia in lotta per il titolo. Tra l’altro, ha rimontato alla grande passando dal 7° posto del venerdì al 4° della domenica, dopo che problemi al motore l’avevano fermato. Molto bene. Buono anche il 5° posto di Nikolay Gryazin, che avrebbe potuto sperare in qualcosa in più non fosse stato per un mezzo ribaltamento che ne ha condizionato il weekend.
Mancano all’appello Emil Lindholm, Kajetan Kajetanowicz e Marco Bulacia. L’ultimo in top 10 non l’abbiamo nemmeno visto, mentre Kajetanowicz ha perso tutto alla domenica con la scellerata decisione di partire in prova con una gomma forata. Ma quello che ha deluso di più è stato Lindholm. Il campione del mondo WRC-2 dell’anno scorso sembra non riuscire più a tornare sui livelli dell’anno scorso. Il passaggio in Hyundai gli ha forse tagliato un po’ le gambe, ma non spiega l’errore della domenica dove ha buttato via il 6° posto.
Bene invece i sudamericani entrati in Top 10: Emilio Rosselot, Pedro Heller, Jorge Martinez e Emilio Fernandez.
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